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NBA, risultati della notte: altra sconfitta Lakers contro Embiid, Westbrook guida OKC

NBA

I Sixers guidati dai 28 punti di Joel Embiid controllano i Lakers dall'inizio alla fine, nonostante i 36 di Brandon Ingram. Westbrook firma la quarta tripla doppia in fila, ma è Schroeder a decidere la vittoria con Orlando. Milwaukee facile su Detroit grazie ad Antetokounmpo, vittorie per Brooklyn e Cleveland

IL BUZZER BEATER DI RUDY GAY SPEGNE PHOENIX, 17 PER BELINELLI

NEW ORLEANS VINCE A HOUSTON ANCHE SENZA DAVIS

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Los Angeles Lakers-Philadelphia 76ers 105-121

In quella che potrebbe essere stata l’ultima partita senza LeBron James, i Los Angeles Lakers raccolgono l’undicesima sconfitta sulle 17 gare saltate dal Re. Un record decisamente negativo che lascia i gialloviola (privi anche di Lonzo Ball e Kyle Kuzma) appena sopra il 50% di vittorie, con l’ultima arrivata per mano dei Philadelphia 76ers guidati da un Joel Embiid da 28 punti, 11 rimbalzi e 6 assist, anche se con un po’ di apprensione. Il lungo camerunense infatti è ricaduto male dopo un tentativo di schiacciata ed è sembrato molto dolorante alla schiena, pur rientrando in campo per chiudere una gara dominata dai Sixers dall’inizio alla fine. È bastato infatti un parziale di 12-0 per portarsi immediatamente sul +21 nel primo quarto e controllare praticamente senza mai rischiare per il resto della gara, con i Lakers che non sono mai riusciti a riportarsi sotto i nove punti di scarto. Insieme a Embiid ci sono anche i 20 punti del rientrante Jimmy Butler e i 19 di Ben Simmons per quella che è la terza vittoria nelle ultime quattro per coach Brett Brown, mentre ai Lakers non è servito il miglior Brandon Ingram della carriera. L’ala gialloviola ha chiuso il suo massimo personale da 36 punti frutto di un eccellente 16/20 dal campo senza tentare neanche una tripla, ma gli hanno dato man forte solo JaVale McGee (17+14 in uscita dalla panchina) e Kentavious Caldwell-Pope (12) in doppia cifra.

Orlando Magic-Oklahoma City Thunder 117-126

In una serata in cui Paul George firma 37 punti e Russell Westbrook mette a referto la sua quarta tripla doppia consecutiva (23 punti, 14 rimbalzi e 14 assist), non sono loro due i protagonisti del successo dei Thunder. A Orlando, infatti, a decidere la partita è Dennis Schroeder, che con 18 dei suoi 21 punti nel giro di cinque minuti nell’ultimo quarto ha completamente ribaltato la sfida, trasformando uno svantaggio di 5 punti in un vantaggio di 13 battendo da solo i Magic 18-8. “Dennis ha giocato un secondo tempo incredibile sotto ogni aspetto e ci ha dato una grande mano” è stato l’elogio di coach Billy Donovan, che ha avuto anche 18 punti da Jerami Grant e 12 da Nerlens Noel, schierato in quintetto per l’assenza di Steven Adams (caviglia). Ai padroni di casa non basta un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 27 con 11 rimbalzi di Nikola Vucevic per evitare la quarta sconfitta in fila nonché la settima nelle ultime otto, subendo l’ennesima rimonta di questa stagione.

Detroit Pistons-Milwaukee Bucks 105-115

C’è una regola in questa stagione: dopo una sconfitta, i Milwaukee Bucks si rialzano immediatamente. Per la tredicesima volta consecutiva in questa stagione Giannis Antetokounmpo e soci sono riusciti a vincere la partita successiva a una sconfitta, l’unica squadra in tutta l’NBA a non aver mai avuto una striscia di sconfitte. Merito ovviamente del candidato MVP, autore di 21 punti, 8 rimbalzi e 11 assist nella vittoria a Detroit. “Le grandi squadre storicamente si rialzano subito dopo una sconfitta: fino a questo momento siamo riusciti a farlo” ha detto coach Budenholzer, che continua la sua marcia in testa alla Eastern Conference grazie a un quintetto tutto in doppia cifra (20 per Bledsoe, 15 per Middleton) e ai 16 punti di Pat Connaughton in uscita dalla panchina (massimo in stagione pareggiato). Anche Reggie Jackson per i Pistons ha pareggiato il suo massimo in stagione da 25 punti, a cui si aggiungono i 20 punti con 13 rimbalzi di Andre Drummond e i 18 con 7 rimbalzi e 9 assist di Blake Griffin, ma non sono bastati per evitare la quarta sconfitta nelle ultime cinque.

Cleveland Cavaliers-Washington Wizards 116-113

A vedere il risultato finale si direbbe che Cavs e Wizards abbiano dato vita a una partita punto a punto, ma la realtà dei fatti è stata ben diversa. O meglio, lo è stata per quasi tutta la partita, visto che i Cavs hanno dominato in lungo e in largo fino a toccare il +25 quando mancavano meno di 7 minuti a chiudere la gara, guidati dai 26 punti di Cedi Osman e dai 28 di Jordan Clarkson e dalle 15 triple di squadra (massimo stagionale). Coach Scott Brooks aveva dato per persa la partita togliendo i titolari come Bradley Beal da 31 punti e dando ampio spazio alle riserve, che incredibilmente hanno rimontato e riaperto la partita. I tanti errori ai liberi dei Cavs (7/16 nell’ultimo quarto) hanno sicuramente influito, ma rimane il fatto che gli Wizards hanno avuto tra le mani il possesso per vincerla, ma Tony Brown si è fatto rubare il pallone da Osman senza neanche riuscire a costruirsi il tiro. È la seconda volta in stagione che i Cavs riescono a vincere due partite in fila, lasciando l’ultimo posto in classifica ai New York Knicks.

Brooklyn Nets-Chicago Bulls 122-117

Dopo la battuta d’arresto sul campo dei Boston Celtics, la marcia dei Brooklyn Nets verso un posto ai playoff ricomincia da un successo interno contro Chicago, spinto da uno dei protagonisti della sfida di Boston. D’Angelo Russell, infatti, aveva visto dalla panchina tutto l’ultimo quarto della partita precedente, punito da coach Atkinson per il suo scarso impegno a rimbalzo. Il messaggio è stato recepito sia nei fatti (24 punti dei suoi 30 sono arrivati nel secondo tempo) che nelle parole (“Ha grandi meriti per questi momenti di insegnamento. Sono migliorato tantissimo imparando dai miei errori e grazie alle sessioni video con lui”). Insieme a Russell ci sono i 24 punti dalla panchina di Shabazz Napier e i 18 di Rondae Hollis-Jefferson a spingere la nona vittoria consecutiva in casa dei Nets, ormai stabilmente al sesto posto nella Eastern Conference. Ben più giù si trovano i Chicago Bulls, sconfitti in 10 delle ultime 11 partite nonostante i 26 di Zach LaVine e i 22 di Jabari Parker, oltre ai 18+19 (massimo in carriera, tutti a rimbalzo difensivo) di Lauri Markkanen.