Continua il tira e molla tra Lakers e Pelicans per raggiungere da subito un accordo e portare a Los Angeles l'All-Star di New Orleans. I gialloviola sono disposti a rinunciare anche a Brandon Ingram e a farsi carico del pesante contratto di Solomon Hill, ma non sembra ancora bastare
IL LIVE DELL'ULTIMO GIORNO DI MERCATO
L'OFFERTA INIZIALE DEI LAKERS PER ANTHONY DAVIS
OBIETTIVI E TRATTATIVE DI MERCATO DI TUTTE E 30 LE SQUADRE NBA
Un giorno in meno alla fine del mercato (la deadline è fissata per giovedì 7 febbraio alle 21.00 ore italiane), ma le trattative tra Lakers e Pelicans proseguono senza sosta, nonostante a New Orleans la dirigenza stia cercando in tutti i modi di resistere all’assalto. Magic Johnson le sta provando tutto, ma appare complicato al momento riuscire a superare lo scetticismo e a forzare la mano nelle prossime 48 ore per chiudere da subito l’affare. I Lakers però fanno davvero sul serio, tanto da aver radicalmente modificato la loro proposta iniziale e aver aggiunto sul piatto un altro bel po’ di giocatori. La seconda offerta fatta dai losangelini comprende Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Michael Beasley, Rajon Rondo e due prime scelte (che era quanto proposto la scorsa volta, con l'aggiunta di una chiamata al Draft), a cui si aggiungono però anche Brandon Ingram e Lance Stephenson, permettendo a New Orleans di liberarsi anche del pesante contratto di Solomon Hill (12.7 milioni di dollari di contratto nel 2019/20) e rendere più leggero il salary cap. Secondo quanto raccontato da ESPN però, questa proposta non soddisfa i Pelicans, consapevoli di avere il coltello dalla parte del manico in questa fase della trattativa: sono i gialloviola a voler chiudere a tutti i costi nelle prossime ore e così la squadra della Louisiana ha alzato ancora di più la richiesta. La singola prima scelta non basta: andare incontro alle esigenze di L.A. vuol dire come minimo mettere sul piatto quattro scelte, tutte al primo giro. Una follia per chiunque, memori di quanto accaduto ai Nets nello scambio di qualche anno fa con i Celtics. Nel frattempo continuano le telefonate tra Johnson e Dell Demps, che sta opponendo una stoica resistenza, convinto eventualmente di riuscire a trovare un accordo con il n°23 che permetterebbe ai Pelicans di poterlo schierare nelle prossime settimane e fino alla fine della stagione. I Lakers nel frattempo, partiti con prudenza, si sono esposti molto più di quanto fatto in passato per Paul George e Kawhi Leonard, a dimostrazione di come Anthony Davis sia l’affare che non vogliono farsi sfuggire per nessuna ragione al mondo.
Non solo i Lakers: in corsa anche Bucks e Clippers. Boston chiede tempo
L’obiettivo dei Lakers infatti è quello di accelerare i tempi e battere la concorrenza, visto che a luglio potrebbero affacciarsi diverse squadre interessate, che adesso tuttavia preferiscono mantenere intatto il proprio roster. Davis infatti dal canto suo, nonostante la nota preferenza per la squadra di Los Angeles, ha parlato di squadre “competitive” alle quali ambire, senza mai giurare amore eterno soltanto a una franchigia. E i Pelicans hanno tutta l’intenzione di esplorare questi scenari, a partire dai Milwaukee Bucks e dagli L.A. Clippers – che ancora non hanno fatto nessuna offerta, non avendo a disposizione in questa finestra di mercato gli asset per convincere New Orleans. Un’altra squadra che resta in corsa sono i New York Knicks, ai quali è stato detto no dopo aver messo sul piatto Porzinigis – finito poi a Dallas – ma che, qualora dovessero ottenere la prima scelta al prossimo Draft, diventerebbero una delle squadre più intriganti agli occhi del n°23 dei Pelicans. L’altra grande notizia delle ultime ore però è un’altra: stando sempre a quanto raccontato da Adrian Wojnarowski, il GM dei Celtics Danny Ainge avrebbe contattato più volte direttamente Demps per chiedergli di aspettare luglio, garantendo che tra qualche mese Boston sarà disposta a offrire un pacchetto di giocatori e scelte molto più intrigante rispetto a quanto proposto dai Lakers. Il vero obiettivo dei biancoverdi infatti è quello di mettere assieme Irving e Davis, che funzionerebbero in quel caso da auto-motivazione l’uno per l’altro. Il n°23 dei Pelicans è funzionale nel progetto di Ainge di rinnovare Kyrie, per quello il primo passo fondamentale adesso è evitare che i Pelicans chiudano lo scambio nelle prossime 48 ore con i Lakers.
Ai Pelicans interessano le (potenziali) quattro scelte al Draft 2019 dei Celtics
Nel frattempo lo staff che segue Davis sta provando a convincere New Orleans ad abbandonare la pista Boston – da subito definita come una destinazione non gradita dal giocatore – per chiudere il più in fretta possibile con i Lakers o con altre squadre prima che i Celtics possano pensare di fare un’offerta. L’unica strada per il n°23 dei Pelicans di forzare la mano è quella di alzare il livello dello scontro nelle prossime ore, rendendo più incerta la possibilità di incidere da parte della dirigenza di New Orleans. La prospettiva di arrivare a Jayson Tatum e a un pacchetto più ricco di scelte rispetto a quanto messo sul piatto dai Lakers continua a essere lo scenario più intrigante per la squadra della Louisiana, che a questo punto potrebbe attendere la lottery di maggio per avere le idee più chiare. Boston infatti, se le cose dovessero andare per il verso giusto, potrebbe disporre di ben quattro prime scelte già nel Draft del prossimo giugno (in ballo quelle di Sacramento via Philadelphia protetta top-1, Memphis protetta top-8 e Clippers protetta top-14). Ecco quindi da dove arriva la provocazione lanciata ai Lakers ("Vogliamo quattro scelte al primo giro"): una prospettiva che se confermata permetterebbe a New Orleans di mettere le mani su un giocatore di primo livello come Tatum e di ricostruire in pochi mesi per intero la squadra attorno a Jrue Holiday.