Mancano pochi giorni alla chiusura del mercato degli scambi, prevista per giovedì 7 febbraio alle 21.00 italiane. Scopriamo obiettivi e trattative di tutte le trenta squadre prima della lunga rincorsa verso i playoff - oppure il Draft, in base alla situazione di ciascuna franchigia negli ultimi due mesi di regular season
Mancano pochi giorni alla chiusura del mercato degli scambi, prevista per giovedì 7 febbraio alle 21.00 italiane. Scopriamo obiettivi e trattative di tutte le trenta squadre prima della lunga rincorsa verso i playoff - oppure il Draft, in base alla situazione di ciascuna franchigia negli ultimi due mesi di regular season
ATLANTA HAWKS | Se alla deadline del mercato le squadre si dividono in “compratori” e “venditori”, gli Hawks ricadono sicuramente nella seconda categoria. E hanno dei veterani in scadenza che possono tornare comodi a squadre da playoff come Jeremy Lin (ristabilitosi dall’infortunio al ginocchio) e Dewayne Dedmon (38% da tre punti in stagione). Un altro nome spendibile è quello di Taurean Prince, ma la richiesta è di un giovane e una scelta al Draft: Portland potrebbe essere interessata, anche perché è sotto contratto per il prossimo anno e può essere esteso già questa estate, dando alla squadra controllo sul suo futuro. Più difficile muovere Kent Bazemore, che ha una player option da 19.2 milioni per il prossimo anno che molto probabilmente eserciterà
BOSTON CELTICS | Gli occhi di tutta la NBA sono puntati su di loro per quanto riguarda sia Anthony Davis che Kyrie Irving, ma al momento sembra difficile che qualcosa di grosso si muova da qui a giovedì. Il GM Danny Ainge ha già detto di attendersi una deadline tranquilla, convinto che il roster attuale possa giocarsela fino in fondo almeno nella Eastern Conference: al massimo può interessare cedere qualcosa di poco significativo per abbassare la luxury tax. Quest’estate la storia sarà molto diversa, e buona parte degli equilibri della lega che passano da ciò che succederà con Irving e Davis
BROOKLYN NETS | Sono stati per anni la squadra a cui scaricare i contratti indesiderati, ma adesso i Nets potrebbero anche pensare di essere dei “compratori” sul mercato, cercando l’ultima spinta per confermarsi definitivamente ai playoff nonostante gli infortuni. Con tanti giocatori nel contratto da rookie e la prospettiva di avere oltre 60 milioni liberi a cap, per i Nets potrebbe avere senso anche solo rimanere così come sono puntando solo al miglioramento interno, senza cedere veterani come DeMarre Carroll o Jared Dudley che stanno avendo un impatto nello spogliatoio con la loro leadership
CHARLOTTE HORNETS | Gli Hornets hanno invece bisogno di un intervento sul mercato, sia per confermarsi come squadra di playoff (al momento sono settimi, ma con un record appena al 50%) che per convincere Kemba Walker a rifirmare in estate, quando sarà free agent. I margini di manovra però non sono ampissimi: gli Hornets sono sopra il cap e non possono superare i 129 milioni in nessun caso (il cosiddetto hard cap), ma soprattutto hanno tre giocatori in player option per il prossimo anno difficilmente scambiabili (Biyombo a 17 milioni, Marvin Williams a 15 e Michael Kidd-Gilchrist a 13). L’unico in scadenza è Jeremy Lamb, che però è uno dei più positivi di questa stagione e ha un contratto di soli 7 milioni, rendendo improbabile ricevere qualcosa di significativo in cambio. Con due zavorre come il contratto di Batum (52 milioni nei prossimi due anni, l’ultimo in player option) e Cody Zeller (30 milioni nei prossimi due anni), fare scambi senza pagare in termini di scelte e asset è davvero dura. Ma se c’è una squadra con urgenza di fare qualcosa, sono sicuramente loro
CHICAGO BULLS | Cedere e cederemo, ma non per forza. Dopo aver già concluso diversi scambi nel corso della stagione, rimane da vedere se qualcuno possa essere interessato a Robin Lopez e a Jabari Parker, che potrebbero essere tagliati dopo la deadline – anche se l’infortunio di Wendell Carter ha complicato un po’ la situazione. I Bulls comunque hanno reso intoccabili solamente lui e Lauri Markkanen, il che significa che anche Kris Dunn e Zach LaVine sono sul mercato per la giusta offerta. Ma ci sarà qualcuno interessato alle due guardie?
CLEVELAND CAVALIERS | Dopo aver ceduto Rodney Hood a Portland, i Cavs continueranno a cercare un acquirente per il contratto in scadenza di Alec Burks in cambio di scelte al secondo giro, aumentando il loro tesoretto. Più difficile trovarne uno per J.R. Smith, il cui contratto potrebbe tornare utile in estate quando sarà solamente parzialmente garantito, dando sollievo quasi immediato a una squadra pericolosamente in zona luxury tax. Quasi impossibile che a questo punto vengano ceduti Kevin Love (che non è più rientrato in campo dopo l’infortunio al piede) o Tristan Thompson (sotto contratto anche il prossimo anno a 18.5 milioni): quest’ultimo, insieme agli accordi di Jordan Clarkson, Matt Dellavedova e John Henson, avrà un contratto in scadenza nel 2020
DETROIT PISTONS | Prima o poi bisognerà affrontare il discorso legato ad Andre Drummond, ma non è ancora chiaro se saranno questi i giorni per farlo. Sotto contratto per il prossimo anno a 27 milioni e in player option a 28.7 nel 2020-21, questa deadline potrebbe essere un buon momento per cedere un giocatore che ai Pistons sembra aver fatto il suo tempo, anche per invertire un trend che li vede più in discesa che in salita. La situazione del cap è difficile: anche loro alle prese con l’hard cap, hanno contratto indesiderati (Reggie Jackson, Jon Leuer, Langston Galloway) ma se non altro in scadenza nel 2020, che possono essere impacchettati in cambio di qualcosa. Quale sia quel qualcosa non è chiaro (Mike Conley?), ma è pacifico attendersi dei movimenti da parte dei Pistons che sono a due partite dall’ottavo posto a Est
INDIANA PACERS | Il grave infortunio di Victor Oladipo ha mandato la franchigia in testa-coda, senza capire se è il momento di spingere sul mercato per cercare un sostituto oppure attendere senza compromettersi in arrivo di un’estate cruciale. Ci sono infatti cinque giocatori chiave in scadenza di contratto (Collison, Bogdanovic, Young, Joseph e Evans) che possono essere scambiati abbastanza facilmente sul mercato, ma per chi? E a quale prezzo? I Pacers sono tra le squadre interessate a Conley, che si amalgamerebbe bene a Oladipo al suo rientro, ma vale la pena cedere un asset significativo (un giovane come Aaron Holiday o delle scelte) per un’annata che è sostanzialmente già finita, visto che è difficile immaginarli vincere una serie contro Milwaukee-Toronto-Philadelphia-Boston? Prima o poi, tra l’altro, andrà affrontata la questione legata a Sabonis e Turner, che non hanno dimostrato di poter convivere nel quintetto base
MIAMI HEAT | Mai sottovalutare Pat Riley, specialmente quando non sembra soddisfatto dei suoi giocatori. Il problema è che il rendimento sotto la media dei tanti veterani a roster (tolti i giovani Richardson, Winslow e Adebayo, unici con un futuro in squadra) li rende poco appetibili sul mercato, specialmente con quei contratti e con la possibilità di andarsene in player option questa estate (Hassan Whiteside, Tyler Johnson e Goran Dragic) o nella prossima (James Johnson e Kelly Olynyk). Più facile muovere i 6 milioni in scadenza di Wayne Ellington, che servirebbe a scendere sotto la luxury tax – un prezzo decisamente troppo alto da pagare per una squadra a malapena tra le prime otto a Est
MILWAUKEE BUCKS | L’unico nome in uscita è quello di Thon Maker, che ha chiesto di essere ceduto e, se verrà trovata la giusta quadratura, verrà accontentato. Per il resto “squadra che vince non si cambia”: i Bucks hanno il miglior record della NBA per un motivo e non intendono toccare una formula che funziona attorno a Giannis Antetokounmpo, lavorando al massimo attorno ai margini per trovare uno o due giocatori in grado di allungare la rotazione ai playoff, magari offrendo variazioni tattiche a coach Budenholzer pur rimanendo all’interno dello spartito che li ha portati in vetta alla lega
NEW YORK KNICKS | Dopo aver sganciato la bomba cedendo Kristaps Porzingis a Dallas, ci si attende da un giorno all’altro la cessione di Enes Kanter, la cui destinazione più probabile è Sacramento in cambio del contratto in scadenza di Zach Randolph. L’importante comunque è non toccare il preziosissimo spazio salariale in vista per l’estate, accuratamente costruito per poter offrire a tutte le stelle sul mercato la possibilità di “scegliersi” un partner e formare una nuova contender nella Grande Mela.
ORLANDO MAGIC | Una delle squadre più da tenere d’occhio in questa deadline: hanno un All-Star da poter muovere (Nikola Vucevic, free agent a fine anno) per il giusto prezzo, un giocatore in scadenza che può essere utile a una contender (Terrence Ross, 10.5 milioni) e altri contratti lunghi nel caso sia necessario fare qualche mega-scambio, a partire dal pezzo grosso Aaron Gordon (che ha un contratto a scendere, dai 21.5 milioni attuali ai 16.4 del 2021-22). Difficile muovere Mozgov, sotto contratto anche per il prossimo anno a 16.7 milioni; ma tolti Mo Bamba e Jonathan Isaac, tutti i giocatori sono potenzialmente sul mercato – il che li rende una squadra particolarmente interessante
PHILADELPHIA 76ERS | Dopo aver fatto uno dei movimenti di mercato più importanti dell’anno prendendo Jimmy Butler, è più facile che la squadra venga rinforzata sul mercato dei buyout piuttosto che su quello degli scambi. Anche perché l’unico pezzo pregiato da poter offrire è Markelle Fultz, ma arrivati a questo punto è pressoché impossibile capire quali sono le sue reali condizioni fisiche o qual è il suo valore sul mercato. Certo che la rotazione è davvero corta, specie per quelle che sono le ambizioni della squadra e l’inclinazione agli infortuni di un roster tanto talentuoso quanto incostante
TORONTO RAPTORS | Con oltre 140 milioni di dollari a cap, l’interesse maggiore di Masai Ujiri sarebbe quello di allentare la morsa della luxury tax piuttosto che aggiungere altri pezzi – anche perché la squadra è profondissima e attrezzata per fare strada ai playoff contro tutte le avversarie ad Est. L’imminente free agency di Kawhi Leonard, però, rende imperativo provarci in tutti i modi quest’anno, che sia mantenendo l’attuale roster (quindi senza cedere uno come Norman Powell, sotto contratto a cifre accettabili per un’acquirente interessato) oppure aggiungendo qualcuno al di là dell’esorbitante costo della tassa di lusso. Già in estate, però, la loro situazione sarà cruciale per i destini della conference
WASHINGTON WIZARDS | Un po’ come per Indiana, l’infortunio di John Wall ha messo la franchigia in una sorta di limbo, rendendo difficile immaginare sia acquisizioni che cessioni per questa stagione. Bradley Beal è ancora troppo forte e sotto contratto in termini troppo vantaggiosi perché venga immaginata una sua cessione, e lo stesso proprietario Ted Leonsis ha dichiarato pubblicamente che l’unico obiettivo sono i playoff. Andrà quindi risolta la situazione legata a Otto Porter, che continua ad avere mercato, ma fino a questo momento la dirigenza non sembra così interessata a cederlo
DALLAS MAVERICKS | Il colpo di mercato in Texas lo hanno già fatto, cedendo DeAndre Jordan, il separato in casa Dennis Smith Jr. e Wesley Matthews per arrivare a Kristaps Porzingis (e accollandosi anche i contratti di Tim Hardaway Jr. e Courtney Lee). Sognando la coppia europea Porzingis-Doncic – a disposizione con ogni probabilità dalla prossima stagione – la questione che resta sul tavolo a Dallas è quella legata allo spazio salariale, con le due pesanti player option di Harrison Barnes (25 milioni di dollari) e Dwight Powell (10 milioni) sul groppone. Liberarsene è complicato, ma è l’unico modo per scendere da quei 90 milioni di cap già pieni che non permettono ai Mavericks di pensare di puntare ad altro. Non tanto e non solo nei prossimi giorni, quanto la prossima estate (tenendo anche conto del rinnovo di Porzingis)
DENVER NUGGETS | Squadra che vince non si cambia. E in Colorado stanno portando a casa un bel po’ di successi. Il roster è blindato (tutti hanno già il contratto anche per il prossimo anno, con Paul Millsap che può esercitare un player option da 30 milioni di dollari). A questo punto l’unica alternativa nei prossimi giorni è quella di recitare il ruolo di terza sponda in una trade in cui serve un minimo di spazio salariale per “incastrare” i contratti, dal quale trarre dei benefici (soprattutto scelte al Draft, difficilmente al primo giro)
GOLDEN STATE WARRIORS | Golden State sa di avere a disposizione tutte le carte in regola per vincere il titolo NBA anche quest’anno, quindi l’obiettivo è quello di preservare salute e condizione di un roster che vuole portare a casa il three-peat. Questo inevitabilmente rimanda ogni discorso e speculazione sul futuro di Kevin Durant (New York?) e Klay Thompson (Lakers?) al prossimo luglio, rendendo la deadline del 7 febbraio un appuntamento atteso quasi esclusivamente dalle altre franchigie
HOUSTON ROCKETS | Harden sta facendo in proprio, ma a Houston sanno bene che serve allargare una rotazione ridotta ai minimi termini dagli infortuni e dalle scommesse perse dopo il mercato estivo. I due giocatori da “salutare” sono Brandon Knight e Marqueese Chriss (ai quali bisogna aggiungere una o più prime scelte per renderli appetibili dopo gli ultimi mesi trascorsi in ombra). Con un’offerta del genere si può pensare di arrivare nei prossimi giorni a giocatori come Alec Burks, finito per caso ai Cavaliers che ben volentieri porterebbero a casa un’altra scelta al prossimo Draft. I Rockets inoltre dispongono ancora di una mid-level da 3.9 milioni di dollari: con quella potrebbe arrivare qualcuno dal mercato dei buyout
L.A. CLIPPERS | Nulla di particolare sembra bollire in pentola, ma i Clippers possono sfruttare un vantaggio rispetto alle altre squadre da playoff: hanno un roster profondo, pieno di alternative, che permette flessibilità del mercato. Per quello potrebbero pensare di rinunciare a uno dei veterani - Avery Bradley, o Patrick Beverley e magari anche Lou Williams - per mettere mano a scelte e asset per il futuro (non Tobias Harris, in scadenza e da rinnovare in estate). Il prossimo 1 luglio infatti i Clippers libereranno un bel po’ di spazio salariale, potendo pensare di puntare a qualche nome grosso tra i free agent – Kawhi Leonard in testa
LOS ANGELES LAKERS 1 / DAVIS | Il sogno si chiama Anthony Davis, ma il tempo passa e i Pelicans non sembrano intenzionati in alcun modo a fare dei passi in avanti. New Orleans ha il coltello dalla parte del manico, almeno in questa fase, e ha rifiutato con forza la proposta che comprendeva Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Rajon Rondo, Michael Beasley e una scelta la prossimo Draft. Troppo poco, una proposta “che non meritava neanche una risposta”. Nel frattempo però agire via trade è la strada più breve per poter mettere insieme tre campioni di primo livello a Los Angeles già dalla prossima estate, aggiungendo a James e a un ipotetico Davis potenzialmente anche uno tra Klay Thompson (che si è detto interessato qualora arrivasse l’All-Star da New Orleans), Kawhi Leonard (che ha comprato casa in città), Kyrie Irving (che dice di non sapere se voler rinnovare con Boston) o Jimmy Butler (dal futuro incerto a Philadelphia). Una lista della spesa extra-lusso, ma tutto passa da Davis e dai prossimi tre giorni. Portarlo subito a L.A vorrebbe dire risolvere un bel po’ di problemi e mettere le cose in discesa anche in vista di luglio, oltre a rilanciarsi da subito in ottica playoff
LOS ANGELES LAKERS 2 / GLI ALTRI | La trattativa Davis ha destabilizzato però lo spogliatoio losangelini, esploso a margine della sfida contro Golden State con i vari Beasley e McGee che si sentono già messi alla porta. Il mare di contratti annuali firmati in estate dai Lakers infatti difficilmente verranno rinnovati, aprendo così un’ulteriore ipotesi nei prossimi giorni: prima del 7 febbraio il roster potrebbe cambiare a seguito di cessioni più o meno importanti, con veterani che vogliono andare a caccia di minuti e conferme e i gialloviola alla ricerca di un supporting cast decente da affiancare a LeBron. Ricordate cosa successe a Cleveland 12 mesi fa nelle ultime ore di mercato? Beh, non è da escludere che si possa replicare almeno in parte anche a Los Angeles (Carmelo Anthony è lì fuori che aspetta una telefonata)
MEMPHIS GRIZZLIES 1 / MARC GASOL | I Grizzlies potrebbero recitare il ruolo dei protagonisti nelle prossime ore, con una squadra dichiaratamente in ricostruzione e pronta ad ascoltare qualsiasi offerta per tutti i giocatori tolto Jaren Jackson Jr. La notizia di due settimane fa è quella che anche Marc Gasol e Mike Conley sono in vendita, ma nonostante l’assoluto livello del loro gioco, continuano a essere dei prospetti complicati da piazzare. Il lungo spagnolo ha 34 anni (compiuti la scorsa settimana) e una player option da 25 milioni; un’arma a doppio taglio nelle sue mani, che gli lascia sia la libertà di “costringere” il prossimo anno una squadra a versare tutti quei dollari, sia in caso di trade di non suo gradimento di andare via, rinunciando a quel contratto per andare a prendere meno, ma magari per più anni, in una squadra di suo gradimento. Gasol ha fatto sapere che a lui non sono arrivate molte richieste, anche perché le possibili squadre interessate (Charlotte? Detroit?) aspettano che Memphis abbassi il prezzo
MEMPHIS GRIZZLIES 2 / MIKE CONLEY | Discorso simile per Mike Conley, almeno per quanto riguarda la questione contrattuale: 66 milioni di dollari nei prossimi due anni (quasi sicuramente garantiti) da versare nelle sue tasche sono un impegno molto importante anche con l’aumento del salary cap. L’offerta più intrigante potrebbe arrivare dagli Utah Jazz, con base Derrick Favors, Ricky Rubio (entrambi contratti in scadenza) più una scelta. Memphis però vuole di più, aggiungendo almeno un Dante Exum e un Grayson Allen. Anche Indiana è interessata a Conley – dopo l’infortunio di Victor Oladipo, più per luglio che non nei prossimi giorni – ma per lui Memphis chiede come minimo Domantas Sabonis o Myles Turner, due pedine cruciali della struttura dei Pelicans. Anche in questo caso a far la differenza potrebbe essere la posizione dei Grizzlies: abbassare le richieste potrebbe sbloccare la situazione
MINNESOTA TIMBERWOLVES | Situazione dal ridotto margine di manovra per i T’Wolves, che pagano lo scotto della scelta di aver puntato tutto su Jimmy Butler un anno fa, costretti poi a correre ai ripari a stagione già iniziata un anno dopo. Per la prossima stagione ci sono già 106 milioni di dollari di contratti garantiti (tra cui una player option da 19 milioni che Jeff Teague ha tutta l’intenzione di esercitare), confermando però quasi in blocco - Derrick Rose a che cifre si rinnova? - una squadra che difficilmente riuscirà a conquistare l’accesso ai playoff. Sacrificare dei pezzi grossi potrebbe essere l’unica via per la rifondazione, ma non sembra esserci l’intenzione né nei prossimi giorni, né in futuro – anche se è chiaro che il nome in ballo è quello di Andrew Wiggins
NEW ORLEANS PELICANS | Anthony Davis vuole andare via, ma i suoi interessi (lasciare subito New Orleans, o restare comunque fermo per tutto il resto della stagione) potrebbero non coincidere con quelli dei Pelicans, che voglio aspettare luglio e soprattutto un’offerta più vantaggio di quella fatta dai Lakers (l’unica filtrata ufficialmente negli ultimi giorni). Un intrigo di mercato di cui si parlerà ancora molto fino al prossimo 7 febbraio (e in caso anche oltre). L’addio di Davis però costringe New Orleans ad abbattere quel poco di buono messo in piedi, tenendosi stretti Jrue Holiday (rispedite al mittente le richieste per lui) e mettendo sul mercato gli altri pezzi pregiati raccolti negli ultimi anni: Nikola Mirotic, Julius Randle e E’Twaun Moore su tutti. Il roster infatti, senza il n°23, andrà ricostruito da cima a fondo, puntando su talenti giovani e scelte al Draft - visto che i free agent di primo livello continueranno a tenersi alla larga
OKLAHOMA CITY THUNDER | I Thunder il vero colpo di mercato lo hanno fatto sei mesi fa, rifirmando un candidato MVP come Paul George e liberandosi di un peso morto come Carmelo Anthony, riducendo in maniera sensibile la cifra di tassa di lusso da pagare. Il problema è che i 146 milioni di dollari garantiti del prossimo anno riducono al minimo il margine di manovra (oltre a costringere la dirigenza a spendere quasi 200 milioni), rendendo di fatto bloccato un roster che difficilmente cambierà anche nei prossimi tre giorni di mercato
PHOENIX SUNS | A Phoenix manca stabilità, continuità nei risultati ormai da un lustro e soprattutto una point guard; chiodo fisso da mesi della dirigenza dei Suns e un rebus ancora senza soluzione. Per questo il nome della franchigia era stato fatto nelle trattative per arrivare a Mike Conley, ma puntare sul giocatore dei Grizzlies vorrebbe dire andare in netta controtendenza rispetto alla politica degli ultimi anni (tanto spazio salariale, perdere e puntare sui giovani al Draft). L’elenco dei talenti passati e mai sbocciati però sta diventando bello lungo: è giunta l’ora di provare a badare al sodo, quantomeno dalla prossima estate, vista la stagione ormai compromessa da mesi
PORTLAND TRAIL BLAZERS | Portland è una squadra a caccia di giocatori in vista dei playoff, per questo teoricamente molto attiva anche in questa sessione, come dimostra l’arrivo di Rodney Hood. Un roster di livello, ma che ha bisogno di qualche aggiunta per diventare più competitivo durante la post-season. Per questo la scelta al Draft dei Blazers è sacrificabile, magari per arrivare a giocatori come Otto Porter o Taurean Prince da aggiungere alla rotazione. Altro nome (teorico) è Evan Fournier, ma non ci sono trattative ufficiali. I Blazers però dopo la scellerata gestione dei contratti dell’estate 2016 sono sopra il limite del salary cap, dunque con ridotto limite di manovra (e forse anche di voglia di spingere più su la soglia). Chi si accontenta gode, ma rischia di naufragare di nuovo ad aprile inoltrato. Il ricordo dell’eliminazione per 4-0 è ancora vivo
SACRAMENTO KINGS | I Kings hanno 11 milioni di dollari di spazio salariale a disposizione, quelli che spesso servono per “scaricare” un contratto in scadenza il prossimo giugno o necessari per chiudere uno scambio a tre. Con questo vantaggio su tutto il resto della Lega - nessuno infatti si avvicina a quelle cifre - Sacramento vuole portare a casa delle scelte o in alternativa anche un giocatore in scadenza che possa dare una mano in campo nei prossimi tre mesi (visto che dopo un decennio d’astinenza, a febbraio i Kings hanno ancora qualcosa a cui aspirare). Non ci sono nomi disponibili sul mercato su cui valga la pena puntare nel brevissimo periodo (forse Enes Kanter?), quindi potrebbe convenire recitare il ruolo dei “facilitatori” nelle trade orchestrate da altri, provando a portare casa qualcosa di utile. Nel mercato in uscita invece c’è Willie Cauley-Stein, che in estate diventa restricted free agent e potrebbe diventare pedina di scambio nei prossimi giorni (alle sue spalle Bagley e Giles già scalpitano).
SAN ANTONIO SPURS | Gli Spurs difficilmente fanno colpi di testa e rivoluzioni, a maggior ragione a metà stagione. Per quello in molti pronosticano la conferma in blocco del roster che sta conquistando con merito in campo l’accesso ai playoff. Per il prossimo anno ci sono già ben 110 milioni di dollari di contratti garantiti assegnati: riuscire a collocare qualcosa per liberare spazio sarà fondamentale, anche a costo di sacrificare qualche asset interessante. La situazione più complicata paradossalmente potrebbe esserci in panchina: potrebbe essere giunto il momento in cui Gregg Popovich è pronto a cedere il testimone ad altri?
UTAH JAZZ | Come già raccontato nel paragrafo Memphis, sul piatto potrebbe esserci un’offerta per Mike Conley, cedendo ai Grizzlies Rubio, Favors e una prima scelta al Draft. Un modo per arrivare a un All-Star senza correre il rischio di restare a mani vuote durante la free agency, piena di squadra con molto spazio salariale (le alternative sono provare a convincere il prossimo luglio giocatori del calibro di Tobias Harris e Khris Middleton, che difficilmente rientrerebbero all’interno del salary cap se dovesse chiudersi l’affare Conley). Se dovesse costare troppo Conley, meglio puntare su un Nikola Mirotic; nomi che a loro modo rendono bene l’idea della dimensione dei giocatori ai quali poter puntare. I grandi nomi passano tutti da un’altra parte.