Il lungo di Milwaukee saluta dopo una stagione in ombra, finito ai margini dopo l'arrivo di coach Budenholzer. Ai Bucks servono tiratori per allargare il campo, per avere spinta anche in uscita dalla panchina e il n°7 di Detroit può provare a ricoprire questo ruolo
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Anche Milwaukee si muove sul mercato, rinuncia all’ormai separato in casa Thon Maker e accoglie a braccia aperte un tiratore - non sempre efficace - come Stanley Johnson; uno di quelli che possono tornare utili quando ci sarà da allargare la rotazione degli esterni. Meno di dieci giorni fa il centro dei Bucks aveva fatto sapere attraverso il suo staff che l’intenzione era quella di cambiare aria, di cercare una nuova squadra in cui essere inserito al meglio nella rotazione, evitando di ricoprire un ruolo marginale come spesso è accaduto a Milwaukee negli ultimi quattro mesi. Con l’arrivo di coach Budenholzer infatti il suo utilizzo è crollato drasticamente, in campo per meno di 12 minuti a gara e assente dal parquet ormai dal 21 gennaio scorso in attesa di una nuova collocazione. Adesso l’opportunità è arrivato, a poco più di 24 ore dalla deadline di mercato, con i Pistons che hanno deciso di puntare su di lui e rinforzare una front-line sotto canestro già di tutto rispetto. Un talento ancora acerbo finito nelle mani di un cultore del gioco nei pressi del ferro come coach Casey, profilo ideale per provare a coltivare la crescita di Maker - spaventoso in quanto a mezzi e possibilità fisiche, ma ancora “tutto da costruire”. A Milwaukee invece toccherà il compito di far venire fuori al meglio le doti realizzative di Johnson, che in stagione viaggia con il 28% dall’arco con quasi quattro tentativi di media. La qualità e la costruzione delle conclusioni fatta da Milwaukee, unita al lavoro sulla meccanica di tiro che sta funzionando molto bene (vedi Brook Lopez) potrebbero renderlo l’ennesimo tassello da inserire in un meccanismo così ben collaudato come quello messo in piedi da Budenholzer. E che non lasciava spazio a una promessa come Maker.