Il centro del titolo NBA del 1983 - scomparso a soli 60 anni nel 2015 - è stato onorato dalla franchigia di Philadelphia e dai più grandi campioni del passato, da Julius Erving ad Allen Iverson. Tre volte MVP della lega, n°1 NBA per rimbalzi offensivi, la sua maglia diventa la quarta di sempre a essere ritirata dai 76ers
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Moses Malone ha disputato la sua ultima partita con la maglia dei Sixers più di un quarto di secolo fa. E sono già passati tre anni – da quel maledetto 13 settembre 2015, quando il suo cuore malconcio ha avuto la meglio di uno dei più grandi lottatori mai visti su un parquet NBA – da quando Philadelphia e il basket americano hanno dovuto dire addio a uno dei più grandi protagonisti della loro storia. Una storia che nella notte però ha aggiunto due capitoli importanti, con la decisione dei 76ers di inaugurare una statua dedicata al loro centro fuori dalla palestra di allenamento della squadra e soprattutto con la scelta di ritirare definitivamente la maglia n°2 indossata da Malone a Philadelphia. Il banner che ricorda il 3 volte MPV NBA è salito al cielo a una sola condizione, voluta a tutti i costi dallo stesso Malone: “Se volete onorare me, dovete onorare contemporaneamente tutti i miei compagni”. E non tutti i compagni della squadra del titolo (il terzo nella storia della franchigia, quello del 1983) ma proprio tutti, tanto che il banner appena alzato al Wells Fargo Center riporta i nomi di altri 48 giocatori oltre a quello di Moses Malone. Per celebrarlo a Philadelphia c’erano tutti, da Julius Erving – l’altra superstar della squadra campione nel 1983 – ad Allen Iverson, legato a Malone da un rapporto profondo e particolare. Perché come ha detto Billy Cunningham, il suo allenatore a Philadelphia, “stiamo parlando di uno dei più forti giocatori – non solo centri, ma giocatori – che abbia mai calcato un parquet NBA”. Lo dimostrano i tre titoli di MVP vinti, il primo nel 1979, poi consecutivamente nel 1982 e nel 1983, con la maglia di Houston e Philadelphia (solo sette altri giocatori sono riusciti a fare altrettanto), il primo posto nella graduatoria dei rimbalzi offensivi nella storia della lega, il quinto in quella dei rimbalzi totali, il decimo in quella dei realizzatori (oltre 27.400 punti segnati). Malone è uno dei 10 giocatori ad aver vinto in un’unica stagione sia il premio di MVP della stagione regolare che quello delle finali (impresa riuscita solo a Willis Reed e Kareem Abdul-Jabbar prima che ci riuscisse lui) e il suo stile di gioco – fatto di accese lotte sotto i tabelloni, tanto cuore e buona tecnica – è rimasto nel cuore di tanti. Così come alcune delle sue più famose dichiarazioni: la più celebre di tutte rimane quel “Fo-fo-fo” (abbreviazione di “four”) per dichiarare l’intenzione dei suoi Sixers di vincere 4-0, 4-0 e 4-0 tutte e tre le serie di playoff del 1983, impresa quasi compiuta (una sola sconfitta, al secondo turno contro Milwaukee), ma anche la descrizione del suo stile di gioco è passata alla storia: “La mia pallacanestro è fatta di lavoro duro e orgoglio. Se ci fosse da fare un quintetto di giocatori che danno tutto, sceglierei il mio nome cinque volte”.
I ricordi di Julius Erving e Allen Iverson
Per ricordare e celebrare un campione del genere ecco allora che al Wells Fargo Center sono accorsi tutti: arrivato (MVP NBA in carica) da Houston a Philadelphia nella squadra di Julius Erving, Malone alla conferenza stampa di presentazione mise subito in chiaro una cosa: “Questa è la squadra del Dottore [Dr. J, il soprannome di Erving, ndr]”, nonostante i Sixers lo avessero portato in citta con un contratto per sei anni e 13 milioni di dollari, al tempo il più ricco di sempre. Oggi Erving lo ricorda così: “Un tributo meritato. Sarebbe stato fantastico se Moses avesse potuto gustarlo in prima persona”. Stessa, sconfinata ammirazione per Allen Iverson: “Moses ha avuto un ruolo importante della mia vita, anche oltre la pallacanestro. Mi ha aiutato fuori dal campo, a gestire la pressione di essere la superstar Allen Iverson. Per me era facile stare ad ascoltarlo, perché sapevo che parlava avendo a cuore i miei interessi. Ci teneva, a me – sapeva quali erano le difficoltà di essere il n°1 in questa città, sapeva quel era il peso di avere un’intera franchigia sulle proprie spalle”. A Philadelphia Malone ha giocato quattro stagioni più una sul finire della sua carriera, in totale una in meno delle sei annate disputate con gli Houston Rockets (che infatti hanno già ritirato la sua maglia), ma quei cinque anni sono stati sufficienti a cementare il suo posto nella storia dei Sixers, nonostante abbia indossato nel corso della sua carriera altre sette maglie (tra le quali due nella ABA). Da oggi Moses Malone ha una statua e una maglia ritirata in più perché tutti se ne ricordino per sempre.