Nona tripla doppia in fila per il n°0 dei Thunder, unico giocatore a riuscirci assieme a Wilt Chamberlain. George aggiunge 45 punti e OKC vince nonostante lo svantaggio di 26 punti nella prima parte di gara e un James Harden da 42 punti - alla 29^ in fila oltre quota 30
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Houston Rockets-Oklahoma City Thunder 112-117
Una partita diverse dalle altre, dal fascino e dalla bellezza fuori dal comune. Una sfida da record, vinta in rimonta (e che rimonta) dai Thunder grazie ai suoi due grandi All-Star: Paul George chiude con 45 punti (a quattro lunghezze dal suo massimo in carriera, che risale al 2013), guidando nel finale una rimonta da -26 che ha un sapore storico. Soprattutto per Russell Westbrook, che raccoglie la sua nona tripla doppia in fila – 21 punti, 11 assist e 12 rimbalzi, conditi con 10 palle perse – e riesce in ciò che non aveva completato due anni fa: eguagliare Wilt Chamberlain, diventare l’unico nella storia assieme a lui ad averne messe una dopo l’altra così tante e magari sognare di superare Wilt nella prossima sfida contro Portland. Per Westbrook è la 22esima tripla doppia stagionale, la n°126 in carriera, arrivata al termine di una partita non perfetta (8/21 al tiro e diversi passaggi a vuoto, non solo in senso figurato). È lui a segnare a meno di 27 secondi dalla sirena il canestro in penetrazione che riporta avanti OKC dopo un’eternità, completando una rimonta da record (la più larga della stagione dei Thunder) iniziata con un convincente 42-20 di parziale piazzato nel terzo quarto. Sul possesso successivo al suo bersaglio, Westbrook assieme a George “ballano” sul pick&roll Rockets e difendono alla perfezione su James Harden, costringendolo a forzare una tripla complicata anche per un cecchino come lui. Palla lontana dal bersaglio, rimbalzo di George e partita in ghiaccio per i Thunder, che raccolgono il decimo successo nelle ultime 11 (battuti solo da Boston da quando Westbrook ha iniziato la striscia di triple doppie) e si candidano al ruolo di prima forza a Ovest alle spalle degli Warriors. Con due All-Star versione extralusso (e un Dennis Schröder da 17 punti in 22 minuti realizzati a gara in corso) nulla sembra essere precluso a OKC, che accorcia ulteriormente la rotazione salutando Alex Abrines – “liberato” dopo un lungo periodo d’assenza dovuto a ragioni personali. Non una scelta voluta quindi, ma forzata. Un tassello in meno in uscita dalla panchina, un pensiero in più per coach Donovan.
Harden da (quasi) due mesi oltre quota 30 punti
Dall’altra parte James Harden è l’ultimo ad alzare bandiera bianca, il solito leader che ha provato fino alla fine a guidare un gruppo a cui sempre più spesso mancano le forze nel finale. Il Barba chiude con 42 punti, sei triple, 14/15 ai liberi e un solo assist (ben al di sotto delle due medie), con Chris Paul che al suo fianco accarezza l’idea di una tripla doppia a cui manca un passaggio vincente (18 punti, dieci rimbalzi e nove assist alla sirena finale). Harden mette così in fila per la 29^ volta una gara con almeno 30 punti a segno, allungando una striscia a cui mancano due partite per diventare la seconda più lunga all-time (la prima di Chamberlain ne conta 65, per lui sarà più difficile raggiungere Wilt come fatto da Westbrook). È la 70^ gara in cui Harden segna almeno 40 punti in carriera (la 21^ soltanto in questa stagione), ma per la prima volta sul parquet c’è chi fa meglio di lui, togliendogli anche la soddisfazione di essere il miglior realizzatore del match. Oltre che un successo che avrebbe allungato a quattro la striscia vincente dei Rockets, che invece restano quinti a Ovest ancora distanti dai Blazers.