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NBA, LeBron James usa l'All-Star Game per reclutare i Lakers del futuro: "Non scherziamo"

NBA

Il n°23 gialloviola fa il pieno di futuri free agent e giocatori in scadenza o in rotta con la loro squadra: soltanto un caso, almeno a detta sua: "Ho scelto i migliori, ma so bene che voi vi divertirete a fare delle speculazioni su questo"

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LeBron James lo sapeva, e ci ha giocato su. La sua selezione è stata un lungo elenco – soprattutto all’inizio – di giocatori che la prossima estate saranno (o potrebbero diventare) free agent, oltre alla scelta di Anthony Davis che così a lungo è stato accostato ai Lakers nell’ultima settimana. Lui puntava a fare semplicemente la squadra più forte possibile, dice, ma il risultato ottenuto è stato ben altro: “Penso che sia un grande spunto di conversazione – sottolinea, tutt’altro che sorpreso dai discorsi e dalle considerazioni fatte negli ultimi due giorni – tutti hanno iniziato a fare del fantasy basket, a immaginare scenari futuri. Lì dentro ci sono free agent, restricted free agent, giocatori che devono scegliere cosa fare della loro player option. Fa tutto parte di un’enorme speculazione che continua a guidare il racconto del nostro sport. È tutto bello, divertente e affascinante, ma dal mio punto di vista quelli sono i giocatori migliori che avevo a disposizione in quel momento. Soltanto per quello mi sono ritrovato a prendere KD, che è in scadenza, così come Kyrie. Dopo di loro ho selezionato Harden che è sotto contratto fino al 2030 e alla fine Kawhi che sarà free agent”. Sarà, ma qualcuno in casa Lakers avrà preso appunti per il futuro – senza tenere conto delle frasi pronunciate in diretta sul quanto sarebbe bello giocare con Davis. Uno spettacolo che ha divertito tutti, anche il diretto interessato: “È stato molto divertente, voglio proprio vedere cosa faranno gli altri il prossino. Io e Giannis ci abbiamo scherzato molto su, spero che lo abbiano fatto anche i tifosi che hanno seguito lo show”. A livello di ascolti la risposta è stata molto soddisfacente: +60% rispetto all’anno passato, quanto LeBron e Steph comunicarono soltanto quello che avevano deciso lontano dalle telecamere. “Sono stato costretto a cambiare idea un paio di volte, perché Giannis mi ha sorpreso. Sapevo che lui avrebbe preso Curry, quindi con Durant e Irving sono andato a colpo sicuro. Mi ha sorpreso la decisione su Embiid e a quel punto ho rivisto un po’ i miei piani, ma ho messo insieme una corazzata”.

Lo scambio Simmons-Westbrook e l’ultimo All-Star Game con Wade

Un “caso” anche che le prime riserve siano state Anthony Davis e Klay Thompson, quelli che per una giornata buona sono stati i papabili Big Three dei nuovi Lakers che sognano di chiudere il doppio colpo il prossimo luglio. James sottolinea però che se fosse voluto andare all-in sui free agent a quel punto avrebbe proseguito con Nikola Vucevic e Khris Middleton: “Invece ho preso Bradley Beal che un contratto ce l’ha, così come Karl-Anthony Towns. Poi chi altro c’è? LaMarcus Aldridge che ha un accordo con gli Spurs e Wade che invece è disoccupato”, chiosa scherzando. E proprio la scelta del n°3 degli Heat è stato uno dei momenti più divertenti dello spettacolo su TNT: “Non posso credere di dover giocare l’ennesima partita delle stelle assieme a lui, la persona che meno preferisco al mondo – ironizza, prima di tornare serio – so che sarà speciale, la sua ultima apparizione sarà di certo un evento”. Uno spettacolo che sperano di godersi anche Embiid e Westbrook, finiti in squadra insieme dopo la trade: “So che si vogliono molto bene, per quello l’ho proposto”, sottolinea LeBron, che rispedisce al mittente le allusioni fatte da chi legava la sua scelta al fatto che Rich Paul sia non solo il suo agente, ma anche quello di Ben Simmons. Speculazioni, come tutto il resto.

Le parole di Magic: “Abbraccerò la mia squadra, li adoro”

Oltre a quelle del n°23 dei Lakers però, hanno fatto rumore anche le parole di Magic Johnson – le prime dopo la chiusura della sessione di mercato, ben al di sotto delle enormi aspettative che si erano create attorno alla squadra di Los Angeles. “Fa parte del business ed è qualcosa che un giocatore professionista è abituato ad accettare – sottolinea durante una premiazione a casa sua, a East Lansing in Michigan – andrò ad abbracciare i miei giocatori e a dirgli che insieme possiamo ancora raggiungere i nostri obiettivi, che resta quello di ritornare ai playoff. Adoro la mia squadra e i miei giocatori e so bene quanto sia difficile sentire il proprio nome coinvolto in una trade, messo alla porta o essere scambiato senza che tu ne sappia nulla. Non è facile da accettare, ma a Boston abbiamo dato dimostrazione di come giocando insieme possiamo fare un grande lavoro. Il mio lavoro adesso è quello di compattare il gruppo e pensare alla post-season”. Nelle prossime settimane non si penserà più agli scambi, ma solo al campo. Poi a luglio ricomincia tutto: LeBron ha dettato la linea e gli abbracci potrebbero ritornare a scarseggiare in spogliatoio.