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NBA, a tutto Magic Johnson: la trattativa Davis e la reazione dello spogliatoio Lakers

NBA

Il presidente dei Los Angeles Lakers ha incontrato la stampa per la prima volta dopo la deadline del mercato, affrontando di petto diversi argomenti. "I Pelicans non hanno trattato in buona fede per Anthony Davis, ma è andata come è andata. I nostri piani non cambiano. I giocatori? Sono professionisti, l'unica cosa che conta sono i playoff"

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Non è un momento semplicissimo per i Los Angeles Lakers. La deadline del mercato ha lasciato degli strascichi all’interno dello spogliatoio, come dimostra la pessima sconfitta sul campo degli Indiana Pacers e la prestazione difensiva sconcertante a Philadelphia, intramezzate dalla vittoria sulla sirena sul campo dei Boston Celtics. Un momento che ha spinto Magic Johnson a riunirsi con la squadra in trasferta, volando a Philly direttamente dal Michigan dove aveva partecipato al quarantennale del titolo NCAA della sua università nel 1979. E per la prima volta dopo la deadline ha parlato di tutto, a partire da Anthony Davis. Quando gli è stato chiesto se i New Orleans Pelicans secondo lui hanno trattato in buona fede, la sua risposta è stata un secco "No" che non ha lasciato spazio a molte altre interpretazioni o spiegazioni. "Sapevamo che alla fine sarebbe andata in un certo modo, e lo sapevamo sin dall’inizio. Ma ehi, è andata come è andata. Quello che è successo non cambierà i nostri piani per questa estate: c’è una grande classe di free agent e ne vogliamo aggiungere uno alla nostra squadra".

Il colloquio di Magic con i suoi giocatori

A fare notizia, però, sono soprattutto le parole rivolte ai suoi giocatori, che hanno reagito male a tutte le voci di cessioni delle ultime settimane, dove in un modo o nell’altro sono stati menzionati Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Ivica Zubac, Josh Hart, Brandon Ingram, Rajon Rondo e Kentavious Caldwell-Pope. Johnson, però, se l’è presa soprattutto sul racconto fatto dai giornalisti: "Smettete di far sembrare che questi ragazzi siano bambini, perché è così che li state trattando" ha attaccato. "Loro sono professionisti. Tutti quanti. E questo è il modo in cui funziona questa lega. Loro lo sanno, io lo so – è così che vanno le cose". Il messaggio, poi, è sembrato essere rivolto più che altro all’interno dello spogliatoio: "Dobbiamo andare avanti, e lo stiamo facendo. C’è un lato buono del business per il quale tutti veniamo pagati come professionisti, e tra questi c’è anche il dover far fronte a situazioni come queste. Buona parte degli affari vengono fatti in pubblico: noi non volevamo che uscissero rumors, ma fanno parte del gioco. Succedono. Abbiamo dei ragazzi grandi nello spogliatoio e riusciranno a rispondere. Va tutto bene".

Poi Johnson ha rivelato di aver parlato con ognuno di loro per sottolineare quale sia l’unico obiettivo della stagione: fare i playoff per la prima volta dal 2013. "È importante avere una direzione precisa, e fare in modo che tutti la seguano. E lo faremo. Abbiamo un obiettivo davanti a noi, che è quello della post-season. È l’unica cosa che conta. Non voglio che si concentrino su altro: quello che è successo, tutti i nomi che sono usciti, ormai è il passato. Quello era giovedì. Questo è adesso. Tutti devono allacciarsi la cintura e andare avanti. Tutti veniamo pagati per fare un lavoro. Sono 40 anni che sono in questa lega: un sacco di giocatori sono stati scambiati. E sapete cosa succederà il prossimo anno? Un sacco di giocatori verranno scambiati. I nostri ragazzi andranno bene".

La reazione dei veterani e dei giovani alle parole di Magic

Sarà anche così, ma la reazione dello spogliatioio è stata piuttosto tiepida ai colloqui con Magic, o almeno questo è ciò che hanno fatto intendere davanti alla stampa. "È lui alla guida della squadra, ed è lui a tastare il polso della squadra durante la deadline del mercato o in qualunque altra situazione" ha dichiarato un LeBron James rimasto piuttosto sul vago. "Averlo attorno è sempre un bene per la squadra". "Non saprei dire come l’abbiamo presa" è stato invece il commento di Rajon Rondo dopo qualche secondo di pausa. "Ognuno è differente. Tutti ricevono le informazioni in maniera diversa. E non si è tradotto in una vittoria. Perciò non lo so". Lo stesso JaVale McGee, quando gli è stato chiesto come si sentisse dopo il colloquio, ha risposto: "Mi sento bene. Come altro dovrei sentirmi? Interiormente emozionato? Non so cosa dirvi".

Paradossalmente, a rispondere meglio sono stati proprio i giovani, che comunque non possono fare a meno di sentire il carisma di uno come Magic: "La sua sola presenza qui rappresenta un segnale, indica al strada a tutti. Ci ha parlato di unione e di come possiamo migliorare nel prossimo futuro" ha detto Brandon Ingram. "Abbiamo chiarito tutto. Ogni volta che uno come Magic viene a parlarti, sei tutt’orecchi. Specialmente con uno ottimista come lui. Quando entra in una stanza, la elettrizza e ti porta ad ascoltare quello che ha da dire" ha detto invece Kuzma. "Sappiamo che in questo business i giocatori vengono scambiati, che ci sono voci di scambi continuamente. Questa era la prima volta per molti di noi e alcuni si sono fatti prendere dalla situazione, ma come professionisti non possiamo permettercelo". Se la reazione è stata però quella vista contro Philadelphia, per il momento il risultato delle parole di Magic è tutto da vedere.