Gli Warriors rischiano fino all'ultimo contro i Kings ma passano grazie ai 36 punti di Steph Curry e i 28 di Kevin Durant. Philadelphia supera Miami con un super Boban Marjanovic al posto dell'infortunato Embiid, Portland domina Brooklyn con la strana coppia Nurkic-Kanter. Cleveland infligge a Phoenix la 16^ sconfitta consecutiva
CURRY, QUINTA GARA STAGIONALE CON ALMENO 10 TRIPLE: E' RECORD
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Golden State Warriors-Sacramento Kings 125-123
Golden State porta a casa la quarta vittoria in quattro incontri stagionali contro i Sacramento Kings ma il dato non deve ingannare: mai gli Warriors hanno battuto i “cugini” californiani per più di 5 punti (i quattro successi sono arrivati per un totale combinato di 12 punti) e le parole di Draymond Green a fine gara testimoniano tutto il rispetto dei campioni NBA in carica verso i giovani Kings: “Stasera avremmo dovuto perdere questa gara”, ammette il n°23 degli Warriors. “Sono una squadra giovane, forte, che corre tantissimo: bisognerà fare i conti con loro in futuro”. Intanto però la sfida tra Golden State e Sacramento vede ancora i primi uscire vincitori, anche se a fatica e dopo che Buddy Hield manda solo nelle vicinanze del ferro l’ultimo tiro che avrebbe potuto mandare la gara ai tempi supplementari. Determinante nel successo degli Warriors uno Steph Curry fenomenale, che manda a bersaglio 10 triple (la quinta volta in stagione, impresa mai riuscita prima nella lega) e chiude con 36 punti. Da registrare anche la super prestazione di Kevin Durant, che ai suoi (consueti) 28 punti aggiunge anche 9 rimbalzi ma soprattutto 7 stoppate, dato che pareggia il suo massimo in carriera. Alla prima gara in maglia Warriors contro la sua ex squadra, DeMarcus Cousins chiude in doppia doppia con 17 punti e 10 rimbalzi, doppia doppia messa a segno anche sul fronte opposto da un ottimo Marvin Bagley, che pur continuando a partire dalla panchina sfodera una prestazione da 28 punti e 14 rimbalzi, andando ben 14 volte in lunetta. È uno dei 7 giocatori dei Kings in doppia cifra (tutto il quintetto base, guidato dai 19 di Buddy Hield e dai 18 di De’Aaron Fox, più Corey Brewer), mentre il quintetto di Golden State manda a referto 111 dei 125 punti di serata, con anche Klay Thompson a quota 18. Curry e compagni fanno registrare 32 assist su 43 canestri e tirano con oltre il 41% da tre punti: ingredienti decisivi per l’ennesima vittoria, con cui si confermano in testa alla Western Conference e avvicinano i Toronto Raptors per il secondo miglior record di lega.
Philadelphia 76ers-Miami Heat 106-102
Il maggiore problema della carriera NBA di Boban Marjanovic è quello di “tenere il campo”, sia in termini di tenuta difensiva che di tenuta fisica. Ma nei minuti in cui viene schierato, quella che non manca mai è la produzione di tanti punti in poco tempo: con Joel Embiid fuori causa per un ginocchio dolorante, il centro serbo ha chiuso con 19 punti e 12 rimbalzi in 27 minuti, firmando anche tre tiri liberi decisivi nell’ultimo minuto e mezzo di gioco. Una prestazione che gli è valso l’onore di suonare la campanella nello spogliatoio dei Sixers, nonostante sia stato il suo grande amico Tobias Harris a chiudere come miglior realizzatore dei suoi con 23 punti, 12 dei quali nell’ultimo quarto. “Boban è stato fantastico, ha davvero fatto la differenza stasera” ha detto J.J. Redick, autore di 13 punti insieme ai 21 di Ben Simmons e i 18 di Jimmy Butler. Per gli Heat invece ancora una volta è stato Dwyane Wade a chiudere come miglior marcatore con 19 punti, omaggiato dai Sixers con un video tributo speciale realizzato con la voce narrante di Allen Iverson, uno degli idoli di gioventù di D-Wade. “Se venti anni fa mi avessero detto che Allen I avrebbe dato la voce per dedicarmi qualcosa in questa arena e in questa città… non avrei potuto immaginarmelo in maniera migliore” ha detto commosso dopo questa tappa del suo “One Last Dance Tour”.
Brooklyn Nets-Portland Trail Blazers 113-99
A proposito di centri produttivi in pochi minuti: a Brooklyn la nuova coppia formata da Jusuf Nurkic e Enes Kanter ha cominciato alla grandissima, dominando in lungo e in largo nel pitturato pur giocando per il momento solo uno al posto dell’altro. Il titolare bosniaco ha chiuso con 27 punti e 12 rimbalzi, mentre il suo backup turco ne ha messi 18 e 9 in meno di 20 minuti con 8/9 al tiro, sbagliando solo una conclusione da tre punti. La loro combinazione ha concesso a Damian Lillard una serata di relativo riposo con 13 punti, 8 rimbalzi e 8 assist con 5/21 al tiro, sopperita anche dai 21 di C.J. McCollum e dai 24 della coppia Harkless-Aminu. “L’ultima volta che ho vinto è stato forse due mesi fa” ha dichiarato Kanter, che si è visto dalla panchina tutta la striscia da 18 sconfitte consecutive dei New York Knicks. Per i Nets invece è da registrare la brutta serata al tiro per D’Angelo Russell (4/16 per soli 14 punti con 8 assist), finendo sotto nel corso del terzo quarto senza più riuscire a rialzarsi nonostante i 17 dell’ex Allen Crabbe. “Non abbiamo avuto ritmo e non abbiamo giocato bene” è stata l’analisi di coach Atkinson. “Semplicemente Portland è stata migliore, non c’è molto altro da aggiungere”.
Cleveland Cavaliers-Phoenix Suns 111-98
Se le 18 sconfitte consecutive dei Knicks rappresentano il punto più basso per una squadra di questa stagione 2018-19, i Phoenix Suns sembrano davvero intenzionati a raggiungerli visto che sono già a quota 16. La squadra di coach Kokoskov è riuscita a peggiorare il record di franchigia di 15 sconfitte in fila realizzato lo scorso anno, concedendo almeno 110 punti per la 16^ volta in fila e rendendo inutili i 30 punti di Devin Booker e i 23 di Kelly Oubre. Dall’altra parte invece i Cavs si rallegrano per la prima prestazione da Kevin Love di Kevin love, autore di una doppia doppia da 16 punti e 11 rimbalzi in 22 minuti, chiusi con 6/13 dal campo pur con tre palle perse. Insieme a lui ci sono i 19 di Cedi Osman, oltre ai 15+12 di Ante Zizic, i 15 di Jordan Clarkson e i 14 di David Nwaba dalla panchina. I 34 assist di squadra vanno a uno solo dal massimo stagionale, con ben 11 che portano la firma di Matthew Dellavedova.