James Harden torna a guidare i Rockets segnando 28 punti e spingendo i suoi alla nona vittoria consecutiva alla vigilia del big match contro Golden State. Oklahoma City vince in casa di Utah la quarta partita su quattro in questa stagione. Tonfo sonoro di Toronto a Cleveland dove si accende una rissa tra Ibaka e Chriss, vittorie interne per Brooklyn che ferma Detroit e Washington su Sacramento
WESTBROOK FACCIA A FACCIA COI TIFOSI JAZZ
I CLIPPERS RIFILANO 140 PUNTI A BOSTON
Houston Rockets-Charlotte Hornets 118-106
È durata giusto il tempo di una partita la pausa di James Harden, che contro Dallas aveva visto interrompersi la sua striscia di 43 partite in fila come miglior realizzatore dei Rockets. A Charlotte sono stati invece i suoi 28 punti a guidare Houston alla nona vittoria consecutiva, culmine di una rincorsa che dal 14° posto della conference li ha portati ora solo a tre partite e mezza di distanza dal primo posto occupato dai Golden State Warriors — che peraltro incontreranno nella prossima partita, con l’opportunità di accorciare ulteriormente le distanze. Merito di una ritrovata salute di squadra, con Eric Gordon che ha aggiunto 22 punti e Clint Capela 19+15 per una vittoria in cui i Rockets erano stati avanti anche di 28 lunghezze, prima di concedere il rientro fino al -13 degli avversari. Una rimonta guidata in larga parte da uno straordinario Kemba Walker, miglior realizzatore della notte NBA con 40 punti a cui ha aggiunto 10 rimbalzi e 7 assist con 14/20 dal campo e un perfetto 6/6 da tre, ma senza riuscire a impedire la seconda sconfitta consecutiva dei suoi, ora distanti 1.5 partite dall’ottavo posto a Est. “Non sono un fan delle vittorie morali, ma speriamo di poter costruire su questa partita specialmente in termini di energia e passione” ha detto l’All-Star di coach Borrego.
Utah Jazz-Oklahoma City Thunder 89-98
L’alterco tra Russell Westbrook e la coppia di tifosi che lo ha insultato sarà la storia di questa partita, ma non è l’unica cosa di cui parlare. Sul campo, infatti, il numero 0 ha guidato i suoi al successo segnando 23 punti, aggiungendo 11 rimbalzi e distribuendo 8 assist per una vittoria che chiude con uno sweep le quattro gare disputate in stagione tra le due squadre. Per una volta ad accompagnare l’MVP del 2017 non è stato Paul George (comunque in doppia doppia da 14 punti e 11 rimbalzi) ma bensì Dennis Schröder, miglior realizzatore dei suoi con 24 punti uscendo dalla panchina (due in più di tutte le riserve dei Jazz messe assieme). Loro due hanno fermato il tentativo di rimonta dei padroni di casa, rientrati fino al -6 ad inizio ultimo quarto dopo essere andati sotto anche di 17 lunghezze. Ai Jazz non sono serviti i 25 punti di Donovan Mitchell, i 17 di Royce O’Neale e i 15+12 di Rudy Gobert, pescando una pessima serata al tiro (36% dal campo, 30% da tre) anche per merito della difesa dei Thunder, capaci di tenere gli avversari sotto quota 100 punti per la 19^ volta in questa stagione.
Cleveland Cavaliers-Toronto Raptors 126-101
Così come a Salt Lake City, anche a Cleveland a tenere banco non è tanto il risultato della partita, quanto quello che è successo tra Serge Ibaka e Marquese Chriss. I due infatti hanno dato vita a una rissa come non se ne vedevano da tempo in NBA, meritandosi entrambi l’espulsione nel corso del terzo quarto. A quel punto la maggior parte del danno era già stata fatta, visto che i Cavs hanno mantenuto un vantaggio di 14 lunghezze diventato poi di 25 a fine gara, infliggendo una delle peggiori sconfitte della stagione ai canadesi. E dire che i Raptors avevano anche ritrovato in quintetto Kawhi Leonard, il migliore dei suoi con 25 punti e 11/19 dal campo, ma non sono comunque riusciti a sostenere l’urto dell’attacco dei Cavs, guidato dai 28 punti del rookie Collin Sexton e dalla doppia doppia da 16 con 18 rimbalzi di Kevin Love. “È stata una grande vittoria per noi, specialmente contro una squadra molto forte” ha commentato il lungo, che da quando è tornato a pieno regime ha un record di 5 vittorie e 4 sconfitte. Sulla partita influisce ovviamente la stanchezza dei Raptors, arrivati nella notte dopo aver giocato a Miami con 21 triple a segno, chiudendo con 11/39 dalla lunga distanza sul campo dei Cavs.
Brooklyn Nets-Detroit Pistons 103-75
Se per qualche motivo vi siete appassionati alla corsa playoff nella Eastern Conference, di sicuro non vi sarà sfuggito sul calendario lo scontro diretto per il sesto posto tra Brooklyn e Detroit. Ebbene, la partita non ha davvero avuto storia: guidati dai 19 punti di Spencer Dinwiddie, i Nets hanno tenuto i diretti concorrenti alla peggior percentuale in una partita NBA negli ultimi tre anni e mezzo, concedendo loro solamente 75 punti in tutto. I Pistons infatti hanno tirato con il 27.8% dal campo, meglio solamente dei Memphis Grizzlies sul campo dei Golden State Warriors nel novembre 2015 quando vennero tenuti al 27.1%. “Loro sono scesi in campo e ci hanno massacrato in ogni maniera possibile. Semplicemente non siamo scesi in campo. Stasera abbiamo fatto un passo indietro”. I Pistons in effetti erano in un momento eccellente, avendo vinto le ultime cinque in fila per issarsi fino al sesto posto. Con la sconfitta di stanotte invece vengono scavalcati, con i Nets vincenti per la quarta partita consecutiva prima di imbarcarsi in una trasferta da sette partite che deciderà il loro posizionamento in ottica playoff.
Washington Wizards-Sacramento Kings 121-115
L’unica nota positiva della stagione complicata degli Wizards resta sempre Bradley Beal, protagonista nel successo contro Sacramento arrivato soprattutto grazie ai suoi 27 punti (21 dei quali nel secondo tempo), nove assist e nove rimbalzi (e quattro recuperi) in 38 minuti superbi sul parquet contro una squadra non semplice da affrontare come i Kings. Washington vince così una partita che serve a poco nelle logiche stagionali dei capitolini, ma che conferma che il gruppo dovrà ripartire dal n°3. Discorso ben diverso per i californiani, che segnano 40 punti nel solo secondo quarto e poi sciupano l’occasione di prendersi un successo che avrebbe permesso a Sacramento di restare in scia delle migliori otto a Ovest. Con questa brusca frenata infatti, i Kings si ritrovano adesso a quattro partite di distanza dagli Utah Jazz e dai playoff. Un peccato per una squadra che chiude con ben sette giocatori in doppia cifra, guidati dai 23 e otto assist di De’Aaron Fox e i 15 a testa di Bjelica, Hield e Barnes. Peccato, l’appuntamento con la post-season sembra essere rimandato un’altra volta.