I Nuggets vincono allo scadere grazie a un super canestro di Jokic, rispondendo così alla giocata al ferro del rookie sloveno dei Mavericks che aveva regalato un punto di vantaggio a Dallas a meno di sei secondi dal termine
Denver Nuggets-Dallas Mavericks 100-99
Ultimo minuto mozzafiato al Pepsi Center di Denver e non soltanto a causa dell’altitudine della città del Colorado che spesso toglie energie e forze nel finale agli ospiti. Non è successo di certo a Luka Doncic, che contro i Nuggets non aveva alcuna voglia di proseguire la lunga striscia di sconfitte, ma si è dovuto arrendere contro le prodezze di un altro giocatore balcanico – e candidato MVP – come Nikola Jokic. Il rookie sloveno si è messo alla testa dei Mavs (come accaduto negli ultimi cinque mesi), portando il vantaggio dei texani anche oltre la doppia cifra nell’ultimo frazione in casa della seconda forza della Western Conference. Poi il crollo, con Denver che si è rifatta sotto, mettendo il naso avanti grazie a un tiro libero di Jokic a un minuto dal termine. Lo spettacolo però arriva negli ultimi secondi di partita: Doncic infatti approfitta di un cambio difensivo su di lui a oltre nove metri dal ferro sull’ultimo possesso per Dallas. Una rotazione che lascia intravedere una linea di penetrazione a canestro, nonostante su di lui arrivi Mason Plumlee. Il n°77 dei Mavericks è diabolico nell’approfittare del passo in avanti a vuoto del lungo dei Nuggets, superandolo di slancio con il primo passo. La difesa di casa collassa su di lui, ma non riesce a contenerne l’esplosività: schiacciata, due punti, vantaggio a meno di sei secondi dal termine e tiro libero supplementare. Dalla lunetta però il rookie sloveno sbaglia il tentativo del potenziale +2, lasciando un solo punto di distanza tra le squadre in un match a cui manca un assist per fare tripla doppia (24 punti e 11 rimbalzi, tanto per gradire). A Jokic invece non manca davvero nulla e lo dimostra pochi istanti più tardi, quando ricevuto il pallone dopo la rimessa, inventa dal palleggio una giocata degna delle migliori point guard NBA. Su di lui Dwight Powell scivola bene, impedisce la penetrazione a canestro, lo contiene in una terra di nessuno a cinque metri dal ferro, ma nulla può contro il tiro fuori equilibrio senza ritmo con una mano sola sulla sirena. Il pallone sfiora appena il ferro e brucia la retina. Contro il talento non si può davvero fare nulla.
Lo sguardo di Doncic e il primo buzzer beater per Jokic
Ciò che resta dell’ultima giocata della partita è lo sguardo arrabbiato, deluso e alla fine quasi commosso del ventenne (da poco) di Dallas, nervoso per non essere riuscito a evitare la settima sconfitta consecutiva dei suoi Mavericks, la n°12 nelle ultime 13 partite giocate dai texani, che hanno raccolto il peggior record dell’intera NBA nell’ultimo mese. Sarà anche funzionale a un discorso di scelte e di Draft, ma a Doncic non andrà mai giù l’idea di perdere. Dall’altra parte invece festeggia Jokic, autore di 11 punti, 14 rimbalzi, otto assist e soprattutto del primo buzzer beater della sua carriera; l’unico negli ultimi 15 anni realizzato da un lungo con addosso la maglia die Nuggets. Il serbo però ormai è chiaro che va ben oltre il concetto di ruolo o schema: una duttilità che continua a essere il cuore pulsante dell'attacco di Denver, adesso a una sola partita di distanza in classifica dal primo posto dei Golden State Warriors.