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NBA, risultati della notte: Miami passa a OKC, i Pelicans rovinano la festa di Nowitzki

NBA

Gli Heat vincono a OKC approfittando della squalifica di Russell Westbrook. New Orleans passa al supplementare in casa di Dallas nella serata del sorpasso di Dirk Nowitzki a Wilt Chamberlain. Passo falso di Detroit a Cleveland, vincono Utah, Portland, Toronto e Chicago

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VIDEO. TUTTI GLI HIGHLIGHTS

Oklahoma City Thunder-Miami Heat 107-116

Basta un solo dato per capire dove è stata fatta la differenza tra Thunder e Heat. Punti dalla panchina di OKC: 10; punti dalla panchina di Miami: 67. Guidati dalla coppia di “riserve” formata da Goran Dragic (26 punti e 11 assist) e Dwyane Wade (25) accompagnati dai 18 di Kelly Olynyk, i Miami Heat hanno colto un successo importantissimo in ottica playoff andando a sbancare uno dei campi più difficili della NBA, approfittando della squalifica di Russell Westbrook per sopraggiunto numero di falli tecnici. Un’assenza che di sicuro non ha aiutato il momento negativo dei Thunder, usciti sconfitti da nove delle ultime 13 partite e ora scivolati fino al sesto posto nella Western Conference, subendo il sorpasso per mano degli Spurs. Ai Thunder non sono bastati i 31 punti con 9 rimbalzi di Paul george, i 27+10 di Jerami Grant e i 20 di Dennis Schröder, il cui inserimento in quintetto al posto di Westbrook ha privato la panchina (che già doveva fare a meno di Nerlens Noel) del suo leader in una squadra che ha tirato sotto il 44% dal campo commettendo 19 palle perse. Da segnalare la standing ovation per Dwyane Wade da parte del pubblico di OKC in una delle ultime tappe della sua #OneLastDance.

Dallas Mavericks-New Orleans Pelicans 125-129 OT

Nella notte in cui Dirk Nowitzki ha fatto la storia superando Wilt Chamberlain nella classifica marcatori ogni epoca, ai Dallas Mavericks è mancata solamente la vittoria per festeggiare al meglio il proprio leader. E dire che a servire il passaggio vincente per il canestro del sorpasso era stato Luka Doncic, autore di una tripla doppia con 29 punti, 13 rimbalzi e 10 assist in quella che sarebbe stata una perfetta immagine da tramandare ai posteri. Invece a rovinare i piani ci hanno pensato prima il nativo di Dallas Julius Randle (11 dei suoi 30 punti sono arrivati negli ultimi tre minuti e mezzo per forzare il supplementare) e poi Elfrid Payton, arrivato alla sua quinta tripla doppia consecutiva con 19 punti, 10 rimbalzi e 11 assist. Grazie anche ai 20 di Anthony Davis (rimasto in campo 21 minuti) e i 19 di Frank Jackson, i Pelicans sono riusciti a interrompere una striscia di sei sconfitte consecutive, mentre per i Mavs sono ormai 13 le partite perse nelle ultime 15 gare disputate. 

Cleveland Cavaliers-Detroit Pistons 126-119

Si può passare dalla vittoria contro una delle migliori squadre della conference alla sconfitta contro una delle peggiori? Sì, se sei i Detroit Pistons e sei privo di Blake Griffin, tenuto a riposo dopo le fatiche della sfida contro i Toronto Raptors. La squadra di coach Casey ha perso in maniera sorprendente sul campo dei Cavs, guidati in un finale tiratissimo dai 27 punti di Collin Sexton, autore anche della tripla del vantaggio negli ultimi due minuti di gioco. I padroni di casa, che dovevano fare a meno di Kevin Love, hanno avuto 21 punti da Cedi Osman e 17 di un redivivo Nik Stauskas, di cui ben 15 nell’ultima frazione di gioco. Agli ospiti invece non è servita la doppia doppia da 21+21 di Andre Drummond e i 25 di Wayne Ellington per evitare la sfuriata dell’allenatore: “Sono totalmente deluso da me stesso e da tutti quelli che sono nello spogliatoio. La nostra attitudine difensiva è stata zero. Zero”.

Washington Wizards-Utah Jazz 95-116

Di questi tempi, affrontare gli Wizards significa innanzitutto preparare la partita contro Bradley Beal. E gli Utah Jazz l’hanno fatto meglio delle ultime squadre che hanno affrontato l’All-Star, tenendolo a soli 15 punti dopo che nelle precedenti due gare aveva chiuso a quota 40. Merito della rinomata difesa dei Jazz, arrivati alla quarta vittoria consecutiva grazie ai 14 punti con 14 rimbalzi di Rudy Gobert e i 19 di Donovan Mitchell, seguiti dai 18 di Jae Crowder e i 16 di Joe Ingles. “Mi hanno marcato faccia a faccia per tutta la sera, non succedeva dal liceo” ha detto invece Beal, superato comunque solo da Jabari Parker con 19 punti. “Non posso segnare 40 punti ogni sera, non sono Superman”.

Toronto Raptors-New York Knicks 128-92

Con un risultato mai in discussione grazie ai 20 punti di Jeremy Lin e la doppia doppia di Fred VanVleet con 13 e 12 rimbalzi, la vera notizia della partita è l’infortunio di Kyle Lowry. Il playmaker dei Toronto Raptors si è infortunato nel corso del terzo quarto alla caviglia destra, subendo una distorsione in un contrasto con Mitchell Robinson. Davvero un momento sfortunato per Lowry, che era appena rientrato dopo due partite di assenza per un infortunio all’altra caviglia, quella sinistra, e che dovrà rimanere fuori pur senza mettere a repentaglio la sua presenza ai playoff. “Ho visto il filmato, è stata una giocata un po’ sporca” ha detto Lowry dopo la gara. “Mi ha preso e mi ha tirato giù. Però non credo l’abbia fatto apposta o per farmi male”. Per i Raptors si tratta della 50^ vittoria stagionale, quarta annata consecutiva in cui i canadesi raggiungono quota 50. Per i Knicks ci sono invece 22 punti per Allonzo Trier e 12 per Kevin Knox.

Phoenix Suns-Chicago Bulls 101-116

Robin Lopez ha una discreta collezione di ex squadre alle spalle, perciò pensare che avesse qualcosa di cui vendicarsi contro i Phoenix Suns è quantomeno improprio. Però i suoi 24 punti con 11/14 dal campo fanno notizia, per un giocatore che non è solito a tante escursioni sopra quota 20. E sono serviti tutti per interrompere una striscia di cinque sconfitte consecutive, supportato dai 17+8+7 di Zach LaVine e gli altrettanti di Lauri Markkanen. Anche la coppia di giovani dei Suns formata da Devin Booker e Deandre Ayton ha chiuso con lo stesso identico bottino (25 a testa), ma senza poter contare su Kelly Oubre, Tyler Johnson e TJ Warren si sono ritrovati senza armi per tenere testa agli avversari. 

Portland Trail Blazers-Indiana Pacers 106-98

Alla prima partita senza poter contare su CJ McCollum, Damian Lillard si è dovuto assumere ancora più responsabilità ed ha risposto presente. I suoi 30 punti con 15 assist sono bastati per costruire un vantaggio arrivato anche sulle 21 lunghezze nel corso del secondo tempo, propiziato dalla doppia doppia di Jusuf Nurkic (18+11) per mantenere il quarto posto nella Western Conference. Agli ospiti, arrivati alla sesta sconfitta in fila in trasferta, non è servito il massimo stagionale da 28 punti con 10 rimbalzi di Myles Turner. “Abbiamo sbagliato in certe occasioni, ma continueremo a combattere. Sopra di 19 o sotto di 19, dobbiamo trovare il modo di uscire con delle vittorie in ambienti ostili” ha detto l’ex Wesley Matthews, accolto dagli applausi così come Domantas Sabonis, cresciuto a Portland quando ci giocava papà Arvydas.