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NBA, i risultati della notte: Curry trascina gli Warriors, Lakers ancora ko

NBA

Curry segna 22 dei suoi 36 punti nel terzo quarto, regalando a Golden State il successo che li riporta in vetta a Ovest. Il Barba chiude con 31 punti e aggiorna la lunga lista dei suoi record stagionali, i Lakers senza LeBron perdono contro i Bucks senza Antetokounmpo la nona delle ultime dieci gare. JJ Redick protagonista nel successo Sixers contro gli Hornets

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Minnesota Timberwolves-Golden State Warriors 107-117

Tre vittorie nelle ultime quattro trasferte erano di gran lunga il modo migliore per lasciarsi alle spalle un paio di brutte sconfitte casalinghe incassate contro Boston e Phoenix. La strada più breve per ritornare in testa alla Western Conference. A guidare gli Warriors nell’ultimo comodo successo lontano dalla Oracle Arena ci ha pensato Steph Curry, autore di 36 punti con un 8/14 dall’arco che lo ha portato oltre quota 300 triple totali in stagione – per la prima volta due giocatori superano tale soglia, considerando che James Harden è già arrivato a quota 316. Ben 22 punti del n°30 di Golden State arrivano nel terzo quarto, quando Minnesota si riporta a contatto dopo un inseguimento durato un’intera frazione, ma viene subito ricacciata indietro da Curry. Una serie impressionante di canestri che mettono alle corde i T’wolves, condannati ormai ad abbandonare ogni residua speranza di conquistare l’accesso ai playoff, nonostante la solita e solida partita di Karl-Anthony Towns da 26 punti e 21 rimbalzi, alla guida di un quintetto tutto in doppia cifra. Dall’altra parte a dare manforte a Steph ci pensano i 28 punti di Klay Thompson, 18 di Jonas Jerebko realizzati a gara in corso e i 17 e nove assist di un silente Kevin Durant, in una sfida senza DeMarcus Cousins e con Andrew Bogut alla sua seconda consecutiva da titolare. Ci mettono tutti lo zampino in questo successo, confermando che la sinfonia Warriors è composta da un insieme di talenti in cui un passaggio in più è sempre ben accetto. Alla sirena finale sono 39 assist su 44 canestri totali (la 30^ volta oltre quota 30 assist in stagione): di gran lunga il dato che renderà più felice Steve Kerr.

Atlanta Hawks-Houston Rockets 105-121

Gli Hawks resistono un intero tempo e si ritrovano anche sopra di due punti all’inizio del terzo quarto, ma la potenza di fuoco degli Houston Rockets – soprattutto da dietro l’arco (7/13 nell’ultimo periodo) – si scatena nei secondi 24 minuti e i texani collezionano la 12^ vittoria nelle ultime 13 gare ma anche la decima delle ultime 13 affrontate in trasferta. A guidare la squadra di coach D’Antoni come al solito c’è James Harden, che confeziona una gara da 31 punti e 10 assist diventando il giocatore con più triple tentate (890) nell’arco di una stagione NBA (ovviamente ancora da completare), battendo il record stabilito nel 2015-16 da Steph Curry con 886. Fondamentali anche la sesta doppia doppia consecutiva (e la 37^ in stagione) di Clint Capela, superlativo con 26 punti e 11 rimbalzi e soprattutto un quasi perfetto 11/13 al tiro, e i 13 punti, 11 assist, 3 recuperi e una sola palla persa di Chris Paul (ancora positivo anche Danuel House, a quota 19 con 6 triple a segno). Atlanta risponde con i 21 punti e 12 assist di Trae Young e i 20&10 di John Collins ma non bastano a evitare agli Hawks il terzo ko consecutivo.

Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers 115-101

“LeBron James non gioca”. La comunicazione dello staff dei Lakers chiude i conti già prima di scendere sul parquet, nonostante dall’altra parte al lungodegente Malcolm Brogdon si aggiunga l’assenza ben più pesante di Giannis Antetokounmpo – caviglia ko dopo i 52 punti massimo in carriera contro Philadelphia. Tutti quelli che hanno speso più di 6.000 dollari settimane fa per godersi in prima fila lo scontro tra All-Star quindi, si sono dovuti accontentare dei 30 e dieci rimbalzi di Khris Middleton, dei 28 punti di Brook Lopez e in generale di una pallacanestro molto più perimetrale da parte dei padroni di casa senza il talento greco sul parquet. Dall’altra parte al posto di James c’è Mike Muscala; preludio alla nona sconfitta nelle ultime dieci gare giocate dai Lakers nonostante un Kentavious Caldwell-Pope da 35 punti in uscita dalla panchina – massimo in stagione e a tre punti dal suo record in carriera. I Lakers impattano sul 58-58 a ridosso dell’intervallo lungo, ma poi inseguono per tutta la ripresa, in una sfida che conferma Milwaukee in vetta alla Eastern Conference e porta i gialloviola sempre più lontano dalla zona playoff.

Charlotte Hornets-Philadelphia 76ers 114-118

L’ultima tripla doppia di JJ Redick è arrivata quando lui giocava ancora all’high school, ma nessuno sembrava volerlo prendere davvero sul serio nel post-partita di Charlotte: “Volete dirmi che quanto fatto all’high school non conta a livello di statistiche? Tutti abbiamo delle storie divertenti di quando giocavamo da ragazzi”. Peccato dunque non aver rinverdito i fasti del passato a causa di due assist mancanti, in una partita da 27 punti, dieci rimbalzi e 7/14 dall’arco (a -1 dal suo record in carriera); protagonista nel successo conquistato contro gli Hornets nonostante l’assenza di Joel Embiid. “Non mi ero reso conto delle mie statistiche, fino a quando TJ McConnell durante un timeout a sei minuti dal termine mi si è avvicinato dicendo ‘Senti, hai messo a referto nove rimbalzi e otto assist. Sarei già felice che tu chiudessi la sfida in doppia doppia: se resti abbastanza tempo sul parquet, il decimo rimbalzo di cadrà tra le mani senza che ne anche te ne accorga’. Chissà se mi ricapiterà un’opportunità del genere”. L’importante è aver tenuto testa al ritorno dei padroni di casa, alla quarta sconfitta nelle ultime cinque che li allontana dalla zona playoff. Alla sirena finale sono 28 punti per Ben Simmons, Jimmy Butler da 23 e nove assist e Tobias Harris con 22 e 12 rimbalzi: una squadra di All-Star, anche senza Embiid.