Nottata di supplementari in NBA: i Raptors si fanno rimontare 19 punti, ma resistono e vincono a Oklahoma City. James Harden va sopra quota 50 per la seconda in fila, ma a vincere sono i Grizzlies grazie a Conley e Valanciunas. Sconfitta a sorpresa di Milwaukee a Cleveland, successi per Chicago, Portland, Orlando e Utah
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Oklahoma City Thunder-Toronto Raptors 114-123 OT
I Toronto Raptors in questo finale di stagione sembrano adeguarsi al livello del proprio avversario, almeno in trasferta. Dopo aver perso le ultime due partite negli Stati Uniti contro Detroit e Cleveland, i canadesi sono andati a vincere su un campo difficile come quello degli Oklahoma City Thunder. Ci sono però altri motivi per sorridere riguardo a questo successo: il primo è che è arrivato senza poter contare su Kyle Lowry, fermo per un problema alla caviglia che non desta preoccupazioni; il secondo è che Kawhi Leonard non è né il primo né il secondo miglior realizzatore di serata per i Raptors. I suoi 22 punti infatti seguono i 33 con 13 rimbalzi di Pascal Siakam e i 23 con 6 assist di Fred VanVleet, determinanti per costruire un vantaggio che ha toccato le 19 lunghezze. Il problema, semmai, è che i padroni di casa hanno rimontato punto dopo punto arrivando a pareggiare a 4.8 secondi dalla fine con un sottomano di Russell Westbrook, che ha forzato il supplementare con 42 punti, 11 rimbalzi e 6 assist. I Thunder però non sono riusciti a chiudere l’opera nell’overtime, disputato senza poter contare su Paul George — uscito per falli a 20 secondi dalla fine con 19 punti a referto —, sbagliando i primi sette tiri e lasciando strada libera agli ospiti per vincere la 21^ partita contro un avversario della Western Conference, nuovo record di franchigia. OKC paga le pessime percentuali dal campo (41.7%, 30% da tre) e soprattutto i 14 tiri liberi sbagliati (15/29), perdendo la quarta partita consecutiva nonché la decima nelle ultime 14. Non il modo migliore per festeggiare il primo ritiro della maglia nella storia della franchigia, onore toccato a Nick Collison.
Memphis Grizzlies-Houston Rockets 126-125 OT
A proposito di rimonte fallite al supplementare, quella degli Houston Rockets ha qualcosa di clamoroso. Per la seconda partita consecutiva James Harden ha scollinato quota 50 finendo con 57, di cui 15 sono arrivati in un furioso parziale di 17-2 nell’ultimo quarto che ha permesso ai texani di pareggiare la sfida con suoi tre liberi consecutivi a 4 secondi dalla fine. I punti del Barba tra ultimo quarto e supplementare sono stati 28, ma non sono bastati per superare i 35 realizzati da Mike Conley e il nuovo massimo in carriera da 33 di Jonas Valanciunas, che ha realizzato il tiro libero decisivo nell’overtime a un decimo dalla fine — segnando il primo e sbagliando il secondo per far azzerare il cronometro. Harden, che ha raccolto 7 rimbalzi e distribuito 8 assist, aveva già segnato 57 punti ai Grizzlies lo scorso 14 gennaio, diventando il primo giocatore dai tempi di Kobe Bryant e Michael Jordan a segnarne 50+ in multiple occasioni contro un avversario nella stessa stagione. Nonostante i 18 punti di Chris Paul e i 14+10 di Clint Capela, però, non è riuscito a evitare la seconda sconfitta nelle ultime 14 gare.
Cleveland Cavaliers-Milwaukee Bucks 107-102
Anche le stagioni magiche prima o poi incontrano un momento di “down”. Ai Milwaukee Bucks forse sta arrivando nel momento sbagliato, perché mancano una ventina di giorni ai playoff e gli infortuni cominciano ad accumularsi in maniera preoccupante. Privi di sette giocatori di rotazione tra cui la stella Giannis Antetokounmpo e due titolari come Malcolm Brogdon e Nikola Mirotic (fuori probabilmente per il resto della regular season), ai Bucks è mancata la potenza di fuoco per poter rimontare anche una squadra dei bassifondi della lega come i Cleveland Cavaliers, guidati ancora una volta da un ottimo Collin Sexton. La guardia ha segnato 25 punti — primo rookie da Tim Duncan nel 1998 a realizzare almeno 23 punti in sette partite consecutive — mettendo la firma sulle giocate decisive per respingere il tentativo di rimonta degli ospiti orchestrato da Khris Middleton (26 punti), Eric Bledsoe (24) e Brook Lopez (19). “Quando non riesci a vincere è sempre una brutta sensazione” ha detto coach Budenholzer, che ha visto i suoi perdere un pallone sanguinoso a meno di 10 secondi dalla fine sotto di tre. “Ma i ragazzi hanno mostrato uno spirito competitivo che mi prendo in ogni circostanza”. I Cavs hanno ritrovato Tristan Thompson dopo 26 partite di assenza, ma nel corso del terzo quarto hanno perso Kevin Love per una botta alla testa che lo ha mandato negli spogliatoi.
Chicago Bulls-Washington Wizards 126-120 OT
In un supplementare con meno implicazioni rispetto a quelli di OKC e Memphis, i Chicago Bulls sono riusciti a superare gli Washington Wizards pur dovendo fare a meno dei due giocatori per loro importanti come Zach LaVine e l’ex Otto Porter. A guidare i padroni di casa sono stati allora Lauri Markkanen con 32 punti e 13 rimbalzi accompagnato da Kris Dunn, autore del suo massimo stagionale da 26 di cui 8 nel supplementare. A fare la differenza è stata anche la difesa, con i Bulls che sono riusciti a tenere gli avversari senza canestri dal campo nell’overtime, condannandoli alla terza sconfitta nelle ultime quattro. “Erano più affamati: quando hai una squadra di giocatori appena arrivati o che devono guadagnarsi un contratto, vedi quanto la motivazione possa fare la differenza” ha detto Bradley Beal, che ha chiuso con 27 punti (ma 7/19 al tiro, pur segnando quello del pareggio a 2.4 secondi dalla fine dei regolamentari) superato solo dai 28 dell’ex Jabari Parker.
Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks 126-118
L’assenza di CJ McCollum sta spingendo Damian Lillard a scavare ancora più a fondo nel suo repertorio, e le risposte che stanno arrivando sono straordinarie. Ancora una volta il numero 0 ha fatto quello che ha voluto, chiudendo la sua terza doppia doppia nelle ultime cinque gare con 33 punti e 12 assist, facendo la differenza con un terzo quarto da 17 punti. “Quello che ha fatto in quella frazione è il marchio di un grande giocatore” ha dichiarato l’allenatore dei Mavs Rick Carlisle. “Ha segnato quattro triple in fila e non siamo riusciti a trovare una risposta”. Insieme a Lillard ci sono i 20 punti dalla panchina di Seth Curry e la prima doppia doppia in maglia Blazers di Enes Kanter (14+10) per quella che è la quinta vittoria nelle ultime sei per la franchigia dell’Oregon. Nonostante i 24 punti di Luka Doncic, invece, i Dallas Mavericks sono in caduta libera: nona sconfitta nelle ultime dieci, ottava partita persa in trasferta consecutivamente, penultimo posto nella Western Conference davanti solamente a Phoenix. Se non altro, le possibilità di tenere la scelta al Draft sono salite ora al 37.2% complice il “sorpasso” ai danni di Memphis.
Orlando Magic-New Orleans Pelicans 119-96
Con l’infermeria riempita dalle presenze di Anthony Davis, Jrue Holiday ed E’Twuan Moore, i New Orleans Pelicans avevano davvero poche possibilità (e poche motivazioni) di resistere agli Orlando Magic. Spinti dai 22 punti di Evan Fournier, i 20 di Aaron Gordon, i 19 di Terrence Ross e la doppia doppia da 15+17 di Nikola Vucevic, i padroni di casa hanno trovato davvero poca resistenza da parte degli avversari, tenuti al 37.3% dal campo e fermando la striscia di Elfrid Payton. L’ex giocatore dei Magic aveva chiuso in tripla doppia nelle ultime cinque partite, ma contro i suoi ex compagni ha chiuso solo con 7 punti, 3 rimbalzi e 2 assist, lasciando che a guidare la squadra fossero i 18 punti dalla panchina di Stanley Johnson e i 17 di Ian Clark. “Per qualche motivo loro sono un accoppiamento terribile per noi” ha commentato coach Alvin Gentry, che aveva già perso di 30 un mese fa contro i Magic. “Quelle contro di loro sono state le due peggiori sconfitte della stagione”.
New York Knicks-Utah Jazz 116-137
Si sapeva che gli Utah Jazz dopo la pausa per l’All-Star Game avrebbero affrontato il calendario più semplice della lega, e la squadra di coach Snyder ne sta approfittando alla grande. I Jazz hanno conquistato la quinta vittoria consecutiva con ampio margine di vantaggio, guidati dai 30 punti di Donovan Mitchell e i 18 senza errori dal campo di Rudy Gobert, seguito dai 18 di Joe Ingles tutti da tre punti all’interno di un 20/42 di squadra che rappresenta un nuovo record di franchigia per triple segnate. “Stiamo facendo un sacco di cose belle sia in attacco che in difesa” ha detto Mitchell, che ha spinto i suoi anche sul +37 nel corso di una partita senza storie. A coach Fizdale, dall’altra parte, non serve che rifugiarsi nelle vittorie morali: “Abbiamo preso un cazzotto in faccia e dopo quello abbiamo dovuto darci altre motivazioni. Ci siamo detti di vincere il secondo tempo e lo abbiamo fatto [69-63 dopo aver perso il primo 74-49, ndr], il che mi rende felice”. A guidare i Knicks ci sono i 27 punti di Kevin Knox e i 23 di Mario Hezonja.