Miglioratissimo nell'arco della stagione, la matricola di Atlanta sta collezionando cifre fatte registrare all'esordio solo da Oscar Robertson e Damon Stoudamire. Tanto da convincere diversi giocatori NBA che il premio di rookie dell'anno a Luka Doncic non sia così scontato
Dopo l’ennesima grande prestazione di Trae Young, capace di domare i Philadelphia 76ers con 32 punti, 11 assist e il canestro della vittoria sulla sirena, più di un giocatore NBA ha scelto Twitter per far sentire la propria voce a supporto della matricola di Atlanta, candidandolo senza mezzi termini al premio di rookie dell’anno – che la maggioranza dell’opinione pubblica vede ormai assegnato a Luka Doncic. Il primo a sollevare la questione è Donovan Mitchell, curiosamente proprio il rookie 2018 in corsa con Ben Simmons per il premio lo scorso giugno e uscito sconfitto dal testa a testa. “ROY @ Trae Young”, ha scritto sul suo account, un’affermazione prontamente ripresa da due suoi “colleghi”: “Mi aggrego”, il messaggio twittato da Kyle Kuzma, e giocando sul termine usato dal giocatore al secondo anno dei Lakers (“I second that”), Blake Griffin si è fatto vivo da Detroit (“Terzo”) iscrivendosi al partito dei pro-Young. Che ha anche i suoi oppositori, però, come evidente dal tweet del centro di Portland Jusuf Nurkic, che al commento di Griffin ha risposto con un laconico: “Il mio amico Luka ha già blindato il premio”. È probabile che Nurkic finisca per avere ragione, perché la prima stagione NBA di Doncic ha davvero impressionato tutti e ha fatto del talento sloveno il nuovo leader assoluto dei Dallas Mavericks e uno dei nomi nuovi più interessanti dell’intera lega. Ma se le cifre di Doncic – che finora si è aggiudicato il premio di rookie del mese per la Western Conference in tutte e quattro le occasioni, da novembre a febbraio – sono strabilianti (21 punti, 7.6 rimbalzi e 5.8 assist di media, solo Oscar Robertson da matricola ha fatto meglio di lui al debutto nella NBA), quelle di Trae Young non gli sono certo da meno. Il primo anno degli Hawks sta viaggiando infatti a 18.7 punti, 3.6 rimbalzi e 7.9 assist, statistiche superate solo da Oscar Robertson e Damon Stoudamire nella storia della lega. Con l’eccezione del mese di dicembre – quando il premio è andato a Kevin Knox, dei Knicks – anche Young si è sempre aggiudicato il premio di rookie de mese per la Eastern e il suo miglioramento nel corso della stagione ha fatto alzare più di un sopracciglio in giro per la lega. Dopo un impatto non facile con un nuovo livello di pallacanestro ma anche con una squadra non certo competitiva ad alti livelli (-12.3 il suo net rating nelle prime 29 gare stagionali), Young nelle successive 45 sta invece avendo un impatto positivo (+3.9 il suo net rating) con cifre esattamente in linea a quelle stagionali di Doncic (20.8 punti, 8.3 assist e 4 rimbalzi).
Il suo posto nella storia degli Hawks
Young è già oggi il giocatore con più assist nella stagione da rookie della storia degli Atlanta Hawks (583 assist dopo la gara contro Philadelphia, con il precedente record di 403 stabilito da Armond Hill nel 1976-77 facilmente stracciato) ed ha anche ritoccato il primato stabilito da Kevin Huerter lo scorso anno per numero di triple messe a segno da un rookie (144 quelle di Young, 24 in più di quelle del suo attuale compagno). Per punti segnati la sua stagione d’esordio con ogni probabilità finirà per essere la seconda migliore di sempre nella storia degli Hawks alle spalle soltanto della leggenda “Pistol” Pete Maravich (irraggiungibile a quota 1.880), ma superando un’altra superstar del passato di Atlanta come Dominique Wilkins. Cifre e statistiche che – se anche il premio di rookie dell’anno non dovesse arrivare – possono comunque far sorridere il prodotto di Oklahoma e tutti i tifosi di Atlanta, a lungo sbeffeggiati per la scelta della società di scambiare proprio Doncic per Young il giorno dell’ultimo Draft.