Gli Warriors travolgono in casa gli Hornets e si riprendono il primo posto in solitaria, ai danni dei Nuggets che crollano nel secondo tempo contro Washington. I Lakers senza LeBron James battono i Pelicans senza Anthony Davis
INCREDIBILE TRAE YOUNG: CANESTRO PAZZESCO DELLA VITTORIA!
Golden State Warriors-Charlotte Hornets 137-90
Una vittoria che ci voleva, per scacciare il nervosismo post-Minneapolis e per consolidare il primo posto a Ovest, provando una volta per tutte a scrollarsi di dosso i Denver Nuggets. La n°317 degli ultimi cinque anni da favola con Steve Kerr - record NBA come rendimento su un intero lustro. Alla sirena finale per Steph Curry sono 25 punti, cinque triple e un convincente +37 di plus/minus in 27 minuti, davanti a papà Dell arrivato in città assieme ai suoi Hornets. Charlotte non entra mai in partita, perde tutti e quattro i parziali dei quarti e finisce sotto di 47 lunghezze in una gara da vincere a tutti i costi. Una scoppola che scrive la parola fine alle ambizioni di arrivare in post-season di un gruppo che in estate potrebbe essere costretto a ripartire da zero. Golden State invece fa ruotare gli uomini, ne manda sei in doppia cifra e recrimina soltanto per il nervosismo di DeMarcus Cousins, che rovina una serata praticamente perfetta. L’ex giocatore di Kings e Pelicans chiude con otto punti e tre stoppate in 11 minuti, prima di essere mandato negli spogliatoi a metà secondo quarto dopo aver commesso un fallo giudicato “Flagrant-2” dagli arbitri su Willy Hernangomez. Un colpo che non cambia l’inerzia della gara, fastidioso intoppo per Draymond Green corso subito nella pancia dell’arena a fine partita a festeggiare la sua Michigan State – che nella notte ha battuto Duke e conquistato le Final Four del torneo NCAA: “Non sono sorpreso, sapevo che i miei ragazzi potevano colmare il divario tecnico con la loro esperienza”.
Denver Nuggets-Washington Wizards 90-95
Quelli che invece continuano a balbettare, a non dare continuità ai risultati in un momento cruciale della stagione, sono i Denver Nuggets, che crollano nel secondo tempo contro Washington e perdono la terza gara delle ultime cinque giocate. La squadra del Colorado segna 28 punti totali nel secondo tempo, dieci in un terzo quarto in cui la palla non ha voluto sapere di trovare il fondo della retina. Denver chiude con il 53% dal campo nel primo tempo, ma con solo 10/47 complessivo nella ripresa: il risultato è che a vincere sono gli Wizards, già fuori dai playoff, ma intenzionati a chiudere in bellezza la regular season. Troy Brown Jr. segna 24 punti, a cui si aggiungono i 20 e 14 rimbalzi di Thomas Bryant, i 17 realizzati da Bradley Beal e i 20 punti a gara in corso di Jabari Parker. Troppi a cui rispondere per una squadra che si blocca completamente in attacco, nonostante un Nikola Jokic da 23 punti e 14 rimbalzi, espulso nel finale per doppio tecnico a seguito delle proteste per un mancato fischio – sacrosanto a suo avviso, ma non per gli arbitri. Le brutte notizie per i Nuggets non finiscono: Jamal Murray è stato costretto ad abbandonare il parquet nel terzo quarto a causa di una distorsione alla caviglia sinistra. La stessa che a fine gennaio lo ha costretto a restare fermo per dieci giorni. A ridosso dei playoff, non ci voleva neanche questa.
New Orleans Pelicans-Los Angeles Lakers 102-130
Due mesi fa era la partita dei rimpianti, quella in cui mostrare a Anthony Davis quanto brillante sarebbe potuto essere il suo futuro immediata, prima che in meno di 48 minuti si trasformasse nella più incredibile delle beffe: i Pelicans vinsero e i Lakers, anche a causa di quel tonfo, hanno perso per strada il treno playoff. Adesso che non conta davvero più nulla per entrambe, le grandi stelle restano a guardare, lasciando spazio sul parquet a un successo tanto bello quanto inutile per i Lakers. Alla sirena finale sono 23 punti con 7/11 per Alex Caruso, al nuovo massimo in carriera in NBA, a cui si aggiungono i 24 punti e 12 assist di un Rajon Rondo che ha ribadito più volte: “Ho solo 33 anni, voglio restare in gialloviola anche il prossimo anno”. La speranza al momento è quella di pescare Davis dal roster avversario, che resta a guardare per la terza gara in fila a causa di problemi non meglio specificati alla schiena. Al suo posto Randle e Okafor partono in quintetto e chiudono in doppia cifra, ma non basta a fermare il 44-22 di parziale che nel terzo quarto decide la sfida.