La panchina dei Blazers grande protagonista nella vittoria su Minnesota, che dà a Portland un piccolo vantaggio su Houston. Dopo OKC, Dallas batte anche Philadelphia, vincono Knicks e Suns
Minnesota Timberwolves-Portland Trail Blazers 122-132
Con l’infortunio di Jusuf Nurkic alla second unit dei Portland Trail Blazers era stato chiesto di rispondere con un messaggio forte: i 60 punti messi a segno contro Minnesota – 19 da Seth Curry, con Evan Turner in tripla doppia uscendo dalla panchina – sono l’ennesima dimostrazione che la squadra dell’Oregon non è solo Damian Lillard (15 con 12 assist per lui) o C.J. McCollum (ancora fuori). Gli ospiti sembrano aver già vinto la partita alla fine del primo tempo, quando vanno avanti anche di 19 punti forti di un ottimo 10/16 dalla lunga distanza. Due parziali dei Timberwolves nel terzo quarto – prima un 16-6, seguito poi da un 12-0 a chiusura del periodo – portano i padroni di casa in vantaggio di 3 all’inizio degli ultimi dodici minuti, che Portland però domina 35-22, grazie soprattutto agli 8 punti e 8 rimbalzi nella frazione di Evan Turner, che chiude con 13 punti, 11 rimbalzi e 10 assist, la sua quarta tripla doppia di carriera ma la prima in maglia Blazers e solo la settima mai fatta registrare nella storia della lega con 5 o meno tiri tentati (perfetta la sua linea statistica al tiro: 5/5 dal campo con 1/1 da tre e 2/2 in lunetta). I due migliori marcatori di coach Stotts sono Rodney Hood con 21 punti e un ottimo Enes Kanter in doppia doppia a quota 20 con 11 rimbalzi, mentre per Minnesota il migliore è un Andrew Wiggins che tocca i 20 punti per la settima gara in fila (chiudendo a 21) e un Gorgui Dieng al massimo stagionale a quota 18. Non bastano contro Portland, che ha vinto 10 delle ultime 12 gare disputate.
Dallas Mavericks-Philadelphia 76ers 122-102
Ai padroni di casa manca Luka Doncic ma le assenze di Joel Embiid e Jimmy Butler tra gli ospiti si fanno sentire ancora di più: Philadelphia non segna un canestro dal campo per più di 10 minuti a cavallo tra il secondo e il terzo quarto, permettendo a Dallas di chiudere il primo tempo con un parziale di 28-8 in un secondo periodo da 41-18 che va a libri come il differenziale punti più alto di qualsiasi quarto di gioco nella NBA 2018-19. I Mavs fanno tesoro del vantaggio costruito e lo amministrano senza problemi da lì alla fine, contando sull’ennesima buona prestazione di Justin Jackson (24 punti per lui, di cui 16 nel terzo quarto) e sul buon contributo dalla panchina, con la doppia doppia di un Salah Mejri da 16 e 14 rimbalzi (con anche due triple realizzate, per la prima volta nella sua carriera) e con i 16 punti di Trey Burke: è di 62-28 il parziale a favore della second unit dei Mavs a fine serata. I titolari rimasti dei Sixers provano a fare tutto quello che è in loro potere per evitare la sconfitta ma i 26 punti di J.J. Redick, i 25 di Tobias Harris e i 17 di Ben Simmons non sono abbastanza.
New York Knicks-Chicago Bulls 113-105
Il ritorno alla vittoria – solo la 15^ in stagione – dei Knicks dopo 6 sconfitte in fila significa il 5° ko consecutivo dei Chicago Bulls: basta questo dato a fotografare una gara non certo indimenticabile tra due tra le peggiori squadre NBA. La ricorderà Luke Kornet, che manda a segno il suo massimo in carriera a quota 24 punti grazie a un ottimo 5/7 da tre, ma New York ha anche 19 punti dal rookie Kevin Knox, 18 da Damyean Dotson e 17 da Emmanuel Mudiay, oltre alla doppia doppia da 14 punti e 10 rimbalzi, con 4/4 dal campo e 3 stoppate, di Mitchell Robinson. Ai Bulls non bastano i 29 di Robin Lopez, al suo massimo stagionale, e i 22 di JaKarr Simpson, ma Chicago paga le troppe assenze (LaVine, Markkanen, Porter Jr. e Dunn).
Phoenix Suns-Cleveland Cavaliers 122-113
Dopo aver perso le tre gare in cui ha segnato 59, 50 e 48 punti, Devin Booker trova la vittoria segnandone “solo” 25, cui però aggiunge 13 assist: (de)merito anche degli avversari, i non irresistibili Cleveland Cavs, giunti alla loro sesta sconfitta consecutiva. Tolta New York, è la sfida tra le due squadre col peggior record di lega: i Cavs vanno sotto anche di 22 all’inizio del terzo quarto ma riescono a rientrare fino al -7, prima di arrendersi di fronte ai 19 punti dalla panchina di un ispirato Jamal Crawford, che chiude con 7/10 al tiro, e ad altri 19 firmati Josh Jackson. Senza Kevin Love i migliori per Cleveland sono il rookie Collin Sexton a quota 21 punti, mentre Jordan Clarkson ne aggiunge 20.