I texani chiudono la pratica nel primo tempo, travolgono Phoenix e si dedicano poi per il resto del match a dare la caccia al record di canestri da lontano: il 27° bersaglio lo firma Austin Rivers e un minuto dalla sirena, regalando ai Rockets l'ennesimo record
BROOKLYN E ORLANDO TORNANO AI PLAYOFF
Houston Rockets-Phoenix Suns 149-113
In una partita decisa già a fine primo tempo, i Rockets trovano la giusta motivazione per dare un senso a una sfida che dura poco più di un quarto d’ora: andare a caccia dell’ennesimo record con i piedi oltre l’arco. I texani infatti partono fortissimo, segnano 77 punti nella prima metà di gara – massimo stagionale eguagliato – e poi si concedono il lusso di iniziare a bersagliare da lontano il canestro dei Suns (chiudendo con 149 punti a referto, massimo in stagione anche quello). Il capobanda per tre quarti è James Harden, autore di 30 punti, 13 rimbalzi e nove assist, prima di accomodarsi a bordocampo per tutta l’ultima frazione (come successo già nelle tre partite precedenti, dato il punteggio e i playoff ormai alle porte). Il Barba mette a referto cinque triple, secondo soltanto a Eric Gordon con otto bersagli – massimo in carriera eguagliato, a cui si aggiungono le quattro di PJ Tucker e le tre di Danuel House. A fine terzo quarto sono 24 i bersagli pesanti già messi a segno, a -2 dal record già eguagliato contro Sacramento qualche giorno fa e -3 da quelle 27 totali mai realizzate nella storia della regular season NBA. Le riserve dei Rockets vengono gentilmente invitate dal pubblico a tentare la fortuna da lontano, sporcano le percentuali (che restano vertiginose, 27/57 di squadra), ma alla fine riescono a 65 secondi dalla sirena a mettere definitivamente il naso avanti: la tripla del record la firma Austin Rivers – dieci punti, uno dei sette giocatori in doppia cifra tra le fila texane – che scatena così la gioia del pubblico sugli spalti: “Non avevo scelta: quel pallone stava arrivando verso di me, non potevo fare altro che tirare e sperare che andasse dentro. Non era rimasto molto tempo per battere il record. È sempre piacevole pensare di avere un obiettivo da raggiungere sul parquet: quando sei avanti di 35-40 punti, spesso le motivazioni vengono a mancare. Noi invece ce l’abbiamo messa tutta”. Sorride anche Jeff Bzdelik, l’assistente allenatore di Houston seduto in panchina per la seconda gara consecutiva al posto di Mike D’Antoni – alle prese con problemi di stomaco. Il coach dei Rockets si sarà goduto da casa lo spettacolo; l’ennesimo traguardo storico raggiunto dalla sua perfetta macchina da canestri.