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Playoff NBA: James Harden e l'infortunio che ha cambiato il corso di gara-2

NBA

Un colpo involontario al volto subito a metà primo quarto, il problema della palpebra sinistra e una partita intera trascorsa a lottare contro gli avversari, la lacrimazione e la luce: una serata più complicata del previsto per il Barba, battuto ancora una volta dagli Warriors

GOLDEN STATE È TROPPO FORTE: HOUSTON SOTTO 0-2

L'INFORTUNIO AL DITO DI STEPH CURRY

I playoff sono così: basta un colpo, anche fortuito, per cambiare il corso degli eventi. Quello che è successo a James Harden nel primo quarto di gara-2 contro Golden State va proprio in questa direzione. Il Barba infatti parte male al tiro in gara-2 e quando in penetrazione si lancia al ferro per prendersi i primi due punti della sua partita, sbaglia ancora e nella lotta a rimbalzo si ritrova con la mano di Draymond Green sul volto: sotto i polpastrelli del n°23 degli Warriors però non finisce il pallone, ma gli occhi di Harden che crolla a terra accecato dal colpo. Meno di due minuti e mezzo di partita e l’intera serie può girare su questo episodio. Coach D’Antoni chiama timeout per permettere al n°13 dei Rockets di rimettersi, mentre i medici confermano la lacerazione della palpebra sinistra. Harden riposa meno di tre minuti e poi decide di rientrare, ma dura poco, dato che il fastidio persiste e lo costringe a tornare in spogliatoio con l’asciugamano a coprire l’occhio sinistro che continua a bruciare. Green si avvicina per chiedere scusa, ma il momento non sembra molto appropriato. Dopo un'ulteriore medicazione, Harden riesce a stringere i denti e a tornare sul parquet a fine primo quarto, chiaramente limitato nella resa, ma con la voglia di farcela a ogni costo. Il vero problema per il Barba una volta rimesso piede sul parquet però è la lacrimazione: giocare con un occhio che non la smette di piangere è una limitazione evidente, anche superiore rispetto a quella che gli avversari riescono a porre tra lui e il canestro. Le luci dell’Oracle Arena mettono così a dura prova la messa a fuoco di Harden, che appena può si ferma con una mano sulla testa (come fosse una visiera) per cercare di osservare al meglio il canestro avversario. Alla sirena finale sono comunque 29 punti a referto, quasi non riesca fisiologicamente a segnarne di meno, nonostante due quarti complicati. Nella prima frazione infatti il Barba non riesce a realizzare neanche un punto, seguita poi dai 12 del secondo quarto. A inizio ripresa il fastidio si ripropone, con Harden che muove la retina soltanto dalla lunetta e dopo aver a lungo lavorato sulla messa a fuoco. Nell'ultimo quarto invece il Barba ritrova lucidità, dando invano la carica ai suoi che lottano fino all'ultimo possesso, ma non riescono mai a portarsi in vantaggio. Un vero peccato per chi adesso in casa dovrà inventarsi una rimonta complicata da mettere in pratica.