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Playoff NBA, che errore di Steph Curry: sbaglia la schiacciata da solo. VIDEO

NBA

Gara-3 è stata una delle peggiori serate della carriera di Steph Curry: oltre alla sconfitta e al suo pessimo 7/23 al tiro, il due volte MVP si è reso protagonista di un imbarazzante errore nei secondi finali della gara, sbagliando una schiacciata completamente da solo. "Non è stata la mia serata" ha ammesso dopo la partita

HARDEN 41, HOUSTON ACCORCIA LE DISTANZE

Se quella di questa notte è stata la peggior prestazione dell’anno di Steph Curry – e probabilmente una delle peggiori della carriera ai playoff – è perché il numero 30 negli ultimi anni ha abituato tutti a un altissimo livello di rendimento. Resta però il fatto che in gara-3 le cose per lui sono andate male, ma davvero male: al di là dei 17 punti con cui ha chiuso, il suo 7/23 al tiro racconta bene le difficoltà che sta incontrando Curry in questa serie in cui non ha ancora superato quota 20 punti. Il momento più imbarazzante della sua gara a Houston è arrivato a 19.2 secondi dalla fine, quando – tutto solo lanciato verso il canestro dopo un grande palleggio dietro la schiena per liberarsi di James Harden, con la possibilità di riportare i suoi a -3 – ha deciso di schiacciare invece che appoggiare il più facile dei sottomani. Mai scelta è stata più malconsigliata: Curry si è schiantato contro il ferro facendo esplodere il pubblico del Toyota Center, chiudendo nel peggiore dei modi una gara in cui ha sbagliato ben sei tiri al ferro, sbagliandone un altro estremamente facile a 1:49 dalla fine dei regolamentari che avrebbe riportato i suoi a -1, un minuto prima della tripla in step back per il +6 di Harden. Lui, però, dopo la gara non ha cercato scuse: "Quella schiacciata sbagliata si commenta da sola" ha detto con un mezzo sorriso imbarazzato. "Non l’ho appoggiata perché 'me la sentivo': arrivavo in velocità, volevo sfogare un po’ di frustrazione per come era andata la serata, ma diciamo solo che non è stato il mio momento migliore. Non è stata la mia serata".

Il supporto di coach e compagni: "Succede a tutti, anche ai migliori"

Sulle prestazioni di Curry pesano le condizioni della caviglia (infortunata poco prima dell’inizio dei playoff) e il dito medio della mano sinistra lussato in gara-2 (anche se 5 dei 6 tiri sbagliati al ferro sono stati fatti di destro), ma dopo la gara non ha cercato scuse per i suoi errori o per il suo momento no: “Devo solo segnare quei tiri, non c’è molto altro da dire. Se sono in campo, devo produrre: questa sera non è successo”. Ciò nonostante, il suo allenatore e i suoi compagni – consci di quante volte Steph li ha tolti dai guai in passato – non si sono mostrati per nulla preoccupati: “Ha avuto una serata difficile. Succede a tutti: non importa quanto sei forte, finirai per avere delle brutte partite. Questa per lui è stata dura, non gli riusciva niente”. “Sappiamo di cosa è capace. Non siamo abituati al fatto che lui abbia una serata storta di questo del genere, ma abbiamo bisogno che continui a essere se stesso” ha detto invece Draymond Green, che per la prima volta in carriera ha visto coincidere una sua tripla doppia con una sconfitta di Golden State. “Deve continuare a tirare: se è in campo, apre il campo per tutti gli altri e continua ad avere un impatto. Sappiamo poi che i suoi tiri cominceranno ad entrare”. Stesso spirito di Andre Iguodala, che sta disputando una grande serie: “A volte capita, siamo tutti umani. Solitamente non succede, per questo non sono preoccupato. È come quando Kevin ha detto ‘Sono Kevin Durant’: sappiamo tutti che lui è Steph Curry. Continuerà ad attirare attenzioni e a fare giocate straordinarie”. Evidentemente non deve essere di questo avviso la madre di Draymond Green, sempre attivissima sui social network - anche a discapito del figlio. Dopo la sconfitta degli Warriors, infatti, ha condiviso un tweet sarcastico sulla differenza di Curry tra la regular season e la playoff, aggiungendo la frase "L'Internet rimane imbattuto". Chissà cosa avrà voluto dire...

La differenza con Durant e le pessime percentuali al tiro

Il momento difficile di Curry è reso ancora più evidente da quello straordinario di Durant, che ha pareggiato il record di punti nelle prime cinque partite in trasferta di una corsa playoff detenuto da Michael Jordan (167 punti) e sembra testa e spalle non solo il miglior giocatore degli Warriors, ma anche il migliore al mondo. Curry invece sta tirando 18/52 dal campo in questa serie, non ha ancora superato quota 20 (pur non essendo neanche mai sceso sotto quota 17) e ha più palle perse (9) che triple a segno (8, peraltro su 32 tentativi), facendo spesso i conti con i problemi di falli e con un attacco che ha come punto cardine quello di puntarlo ad ogni occasione possibile in difesa. Insomma, prima di gettare la croce addosso a Steph bisogna considerare il contesto in cui sta cercando di emergere, e anche il fatto che la tripla decisiva di gara-1 (al momento la partita cardine di questa serie) porta la sua firma, segnando sopra Nene il +5 a 24 secondi dalla fine. Nel corso di questi anni abbiamo imparato che una partita di Steph Curry da Steph Curry può arrivare in qualsiasi momento: gli Warriors sperano che arrivi già nella notte tra lunedì e martedì per portarsi sul 3-1 e procurarsi tre chance per chiudere i conti con gli Houston Rockets.