Dopo la seconda prova deludente nella serie, il centro spagnolo dei Toronto Raptors si è preso la responsabilità della sconfitta ammettendo le sue colpe: "Ho iniziato male, condizionando tutti gli altri". I problemi dei Raptors però vanno al di là delle sue cattive prestazioni
Dopo le prime due partite delle finali di conference, i Toronto Raptors lasciano Milwaukee senza aver raggiunto l’obiettivo di “rubare” il fattore campo vincendo almeno una gara. Nel primo episodio della serie ci erano andati vicini, guidando nel punteggio per tre quarti prima di crollare nell’ultima frazione. Ieri notte in gara-2, invece, sono andati sotto di 9 lunghezze dopo appena tre minuti, senza riuscire mai a mettere la testa avanti per tutta la partita. In quei tremendi tre minuti iniziali si è confermata ancora una volta la difficoltà di Marc Gasol nel “tenere il campo” contro questi Bucks, sbagliando tre tiri (uno stoppato da Giannis Antetokounmpo, un mattone da tre punti e un tiro corto contro Brook Lopez) e mettendo subito la partita sui binari sbagliati: “Quell’inizio di gara ci ha messo davvero in cattive condizioni” ha detto lo spagnolo dopo la partita. “Non riuscivamo a prendere in mano la partita, e me ne prendo tutta la responsabilità. Ho giocato davvero male, condizionando il resto della squadra”. Gasol ha poi chiuso con 1/9 al tiro per soli due punti in 19 minuti (solo 5 dopo l’intervallo), portando il suo totale a 3/20 in una serie in cui coach Nick Nurse si è ritrovato costretto a schierare a lungo Serge Ibaka. “Mi dispiace per lui, la maggior parte dei tiri che ha preso hanno fatto dentro-e-fuori” ha detto l’allenatore dopo la partita. “È un ottimo giocatore e un ottimo realizzatore. I tiri che si è preso sono giusti, solo che non ne è entrato uno”.
I problemi dei Raptors sui due lati del campo
Gasol si è preso tutte le responsabilità per il suo scarso rendimento (e questo è sicuramente lodevole), ma non è l’unico problema dei Raptors. L’intera difesa dei canadesi sta crollando davanti all’attacco dei Bucks, concedendo loro 50 punti in area e 28 in transizione in gara-2, per un totale di 125 punti semplicemente inammissibile a questo livello. “Dobbiamo difendere meglio, non si possono concedere così tanti punti nei playoff” ha sentenziato Kyle Lowry. I Bucks, peraltro, non stanno nemmeno tirando così bene, visto che sono 24/85 dalla lunga distanza nelle ultime due gare (pari al 28%), sopperendo con i tanti tiri al ferro presi nelle due gare (43/66, 65% di realizzazione). Esattamente i tiri che non stanno riuscendo a costruire i Raptors in attacco, visto che hanno tentato solo 38 tiri nella restricted area (segnandone 23) e hanno invece tentato ben 67 tiri dalla media distanza, sommando quelli nel pitturato fuori dal semicerchio (13/35) e quelli dal mid-range (10/32). Anche quando sono riusciti a costruire tiri aperti, i canadesi non sono riusciti a convertirli, segnando solo 17 dei 41 tiri non marcati: “So che sembro un disco rotto, ma abbiamo avuto i nostri tiri completamente smarcati che ci avrebbero aiutato a gestire il distacco” ha detto coach Nurse. Inutile però pensare al passato: un vecchio adagio vuole che una serie non cominci davvero fino a quando una squadra non vince in trasferta, e i Raptors vincendo le prossime due si ripresenterebbero al Fiserv Forum in perfetta parità. C’è ancora del margine, insomma: “Se vogliamo essere una squadra da titolo, dobbiamo affrontare delle avversità” ha detto Kawhi Leonard. “Ora siamo davanti alla sfida di tornare a casa e vincere gara-3”.