La selezione dei quintetti All-NBA cambia il destino contrattuale - e non solo il blasone – di tanti All-Star che, al momento di battere cassa, possono ritrovarsi con oltre 30 milioni di dollari in meno da poter chiedere: è quanto capitato al n°11 Warriors che lo ha scoperto davanti ai microfoni dei cronisti
Non poteva esserci modo peggiore per assaporare un destino così amaro. Klay Thompson ne è venuto a conoscenza soltanto grazie alle domande dei cronisti di San Francisco, assiepati nella palestra di allenamento degli Warriors a tartassare i campioni in carica che attendono di conoscere il nome della prossima avversaria. Il n°11 di Golden State, bloccato dal capannello di giornalisti, non è riuscito a nascondere – almeno nei primi secondi – il suo stupore: “Davvero non ci sono? Sono già stati pubblicati i nomi?”. Sì, e per lui niente terzo quintetto All-NBA. “Certo, ottenere un riconoscimento del genere è molto bello, ma non come conquistare cinque finali NBA in fila. Rispetto la decisione presa, ma quando un giocatore riesce a mettere in fila così tante partecipazioni alle Finals non può ricevere in cambio soltanto un paio di selezione tra i 15 migliori della Lega. È una squadra che resterà nella storia del gioco: a ogni modo, meglio vincere il titolo che un riconoscimento del genere”. In quanto a prestigio, difficile dargli torto, ma non di certo se si va a guardare il conto in banca. Per Thompson infatti la selezione all’interno di uno dei quintetti All-NBA avrebbe significato non solo ricevere un premio meritato per quanto fatto sul parquet, ma anche la possibilità di poter ambire a ricevere dal prossimo rinnovo contrattuale oltre 30 milioni di dollari in più. Il quinquennale che Golden State può mettere sul piatto arriverà al massimo a toccare circa i 190 milioni, ben al di sotto dei 221 potenziali previsti per chi riesce nell’anno precedente all’accordo a rientrare in uno dei quintetti All-NBA. Per ulteriori informazioni chiedere a Kemba Walker (e agli Hornets, felici di questa selezione): il n°15 di Charlotte ha sottratto il posto proprio a Thompson e grazie a questa chiamata dovrà decidere in estate se incassare i 221 milioni della squadra di Michael Jordan o (al massimo) i 141 milioni per quattro anni che potrebbe ricevere da qualche altra parte. Ben 80 milioni di differenza, quelli che possono rendere in un colpo solo molto più bello e accogliente il North Carolina. A quel punto perché andare via?
Sorridono anche Gobert e Antetokounmpo, Towns e Beal restano fuori dal supermax
Una delle discriminanti per puntare al 35% del cap nel caso di rinnovo contrattuale infatti è la selezione all’interno di uno dei quintetti All-NBA nell’anno del rinnovo (o nei due precedenti). Insomma, un colpo non da poco che ha coinvolto non solo Thompson e Walker, ma anche altri giocatori della Lega. Damian Lillard ad esempio, già in trattativa avanzata con i Blazers che potranno così estendere il suo contratto – che partirà soltanto dal 2021 – per altre quattro stagioni a 191 milioni di dollari. Cifre vertiginose che convengono a entrambe le parti, visto che Portland può così aumentare la sua leva economica e convincere a suon di verdoni il proprio All-Star. O per Giannis Antetokounmpo, che anche qualora non dovesse vincere il premio di MVP (improbabile, ma non si sa mai), con le tre selezioni nei quintetti All-NBA può ambire sin da ora a sottoscrivere un’estensione che lo porterebbe a sottoscrivere l’accordo più ricco della storia della Lega: 247.3 milioni di dollari per cinque anni dal 2020, con un’ultima stagione di contratto da 56.3 milioni. L’altro grande “vincitore” di questa selezione è Rudy Gobert: anche lui la prossima estate potrà puntare ai 247 milioni di dollari. Chi invece resta senza un bel po’ di verdoni è Karl-Anthony Towns, che a causa della mancata selezione garantirà ai T’wolves un risparmio (in caso di massimo salariale) da 32 milioni di dollari. Discorso simile per Bradley Beal, ma essendo 15 i posti a disposizione e così tanti gli All-Star in lizza per accordi da massimo salariale, qualcuno doveva inevitabilmente restare fuori.