Il numero 2 dei Raptors è il volto di copertina delle Finals, ma oltre a lui c'è tanto altro per Toronto: dalla leadership di Kyle Lowry all'esplosione di Pascal Siakam fino al contributo della panchina, coach Nick Nurse avrà bisogno di tutti i "comprimari" per avere una chance nella serie con Golden State
Gara-1 Toronto-Golden State in diretta streaming su skysport.it nella notte tra il 30 e il 31 maggio alle 3.00 con il commento da Toronto di Flavio Tranquillo e Davide Pessina
Se c’è una squadra che ha avuto il tempo di sviluppare un’identità senza la propria stella, quella sono i Toronto Raptors. Nel corso della stagione infatti per 22 partite hanno dovuto fare a meno di Kawhi Leonard, fermato dalla gestione del carico di lavoro sul suo fisico dopo una stagione quasi interamente saltata con i San Antonio Spurs. Per questo coach Nick Nurse ha dovuto fare di necessità virtù e affidare più responsabilità al resto del roster, che ha risposto presente: i canadesi infatti hanno comunque chiuso con 58 vittorie in regular season, solamente due in meno dei Milwaukee Bucks, e avrebbero potuto probabilmente finire al primo posto se Leonard avesse avuto una normale regular season. Inoltre, a metà stagione hanno subito un ulteriore restyling andando a cedere Jonas Valanciunas, Delon Wright e CJ Miles inserendo invece Marc Gasol in quintetto, cambiando un minimo l’identità offensiva e difensiva della squadra in corsa. Scossoni che avrebbero creato problemi a tante altre squadre e che invece i Raptors – forti di una profondità di roster invidiabile – sono riusciti ad assorbire senza mostrare grosse crepe, e che hanno fatto la differenza nel corso dei playoff. In tutte e tre le serie, infatti, i canadesi si sono ritrovati in svantaggio (dopo gara-1 contro Orlando, dopo gara-3 contro Philadelphia e dopo gara-2 con Milwaukee) ma ogni volta sono riusciti a rimontare e a vincere anche perché i “comprimari” sono saliti di livello.
Kyle Lowry, il leader degli “altri”
Se Leonard fa spesso storia a sé, anche per il suo stile di gioco fortemente improntato sull’isolamento e sulla sua grandezza individuale, Kyle Lowry è il cuore pulsante dei Raptors, quello che tiene assieme tutte le anime della squadra. Il giocatore che da più tempo veste la maglia di Toronto è il leader emotivo della squadra, il playmaker che gestisce i ritmi e si prende le responsabilità di trascinare gli altri nei momenti in cui Leonard va a sedersi. Nella serie contro Milwaukee si è preso tutte le rivincite possibili contro chi lo criticava, togliendosi dalle spalle una scimmia che lo vedeva sempre soccombere nei playoff. Su di lui i Raptors faranno forte affidamento per affrontare il backcourt più forte della NBA in Steph Curry e Klay Thompson: anche le sue qualità difensive saranno fondamentali nella serie contro i campioni in carica.
Pascal Siakam, la seconda opzione offensiva
Per lungo tempo nel corso di questa stagione Pascal Siakam è stato di fatto la seconda opzione offensiva per i Raptors, salendo di livello in maniera prepotente e affermandosi come il principale candidato al premio di giocatore più migliorato. Nei playoff il suo rendimento è stato più altalenante, complice anche un infortunio mai realmente chiarito nella serie contro Philadelphia, ma in gara-6 contro Milwaukee ha comunque lasciato il segno con 18 punti, secondo miglior realizzatore alle spalle di Leonard. Anche da lui ci si attende molto sul palcoscenico più importante della NBA: la serie lo vedrà contrapporsi direttamente a Draymond Green, un giocatore che ricorda per la versatilità che mette sui due lati del campo, e molto spesso si ritroverà a marcare Steph Curry dopo i cambi difensivi. In attacco, invece, sarà fondamentale mantenere alte percentuali al tiro per evitare che Green lo ignori e vada in aiuto sui suoi compagni, specialmente in raddoppio su Leonard: mantenere anche solo le percentuali avute in regular season (37% su 2.7 tentativi a partita) sarà una delle chiavi della serie.
La panchina: VanVleet, Powell e Ibaka attesi alla conferma
La panchina di Toronto è stata altalenante per tutti i playoff: dopo aver dato l’impressione di non poter stare in campo contro Philadelphia e nelle prime due partite contro Milwaukee, le riserve dei Raptors sono salite esponenzialmente di livello nelle quattro vittorie contro i Bucks, rivelandosi una delle chiavi di volta delle finali di conference. In particolare Fred VanVleet, una delle storie più incredibili di questi playoff: in enorme difficoltà al tiro per tutta la post-season, nelle ultime tre gare è esploso segnando 14 triple su 17 tentativi, il massimo mai realizzato da un giocatore in tre partite nella storia dei playoff con minimo 15 tiri. Anche Norman Powell e Serge Ibaka, però, hanno dato un enorme contributo: il primo ha cambiato il ritmo a cui i Raptors hanno giocato con la sua velocità, il secondo invece ha dato sostanza sotto i tabelloni (anche quelli offensivi) ed è stato un grosso problema per la difesa di Milwaukee, pur senza entusiasmare al tiro. Considerando che questa versione degli Warriors priva di Durant e Cousins è inevitabilmente “corta”, avere quel tipo di contributo da parte delle riserve sarà cruciale per la squadra di Nick Nurse per avere una chance nella serie finale.