Solamente sei giocatori nella storia delle finali NBA hanno chiuso una prestazione da almeno 30 punti con l’80% al tiro. Il settimo è Pascal Siakam, che ha festeggiato il suo debutto alle Finals con il suo massimo in carriera da 32 punti per una serata da sogno
Chissà se Pascal Siakam sognava un debutto del genere nel suo Camerun, quando sgattaiolava fuori dal collegio — dove studiava per diventare sacerdote secondo il volere del padre — per isolarsi con il suo amato pallone da pallacanestro. Il figlio più piccolo e ritenuto meno talentuoso della famiglia Siakam ha vissuto la serata della sua vita in gara-1 delle finali NBA 2019, nella quale ha realizzato il suo massimo in carriera da 32 punti uno più bello dell’altro. E non poteva scegliere davvero momento migliore per farlo, trascinando i suoi Toronto Raptors al primo storico successo della franchigia canadese alle finali NBA, solo la quarta squadra a riuscirci al debutto e la prima dai tempi dei Dallas Mavericks nel 2006. Il 25enne che verrà nominato come giocatore più migliorato della stagione ha vissuto una serata in cui sembrava infallibile: a un certo punto infatti ha segnato ben 11 canestri consecutivi, chiudendo poi con un incredibile 14/17 al tiro di cui 2/3 da tre punti con 8 rimbalzi, 5 assist, un recupero e due stoppate a fronte di sole due palle perse. Nella storia delle finali NBA solo sei giocatori hanno segnato almeno 30 punti con l’80% al tiro: Kareem Abdul Jabbar nel 1971, James Worthy nel 1984, Adrian Dantley nel 1988, Michael Jordan nel 1991, Tony Kukoc nel 1998 e Shaquille O’Neal nel 2004. Compagnia di un certo livello per un giocatore che sta vivendo una stagione magica sotto qualsiasi punto di vista.
Il coraggio di Siakam nello sfidare Green
In gara-1 Siakam in cui ha mostrato tutto il suo repertorio sia in avvicinamento a canestro (sfruttando l’atletismo e la lunghezza delle braccia) sia lontano dal canestro, senza il minimo timore reverenziale nel puntare e sfidare in uno contro uno anche uno dei migliori difensori della NBA come Draymond Green. Una scelta che tatticamente sarebbe sbagliata — al contrario di tutte le volte che ha attaccato con profitto Steph Curry dopo i cambi difensivi —, ma che Siakam ha reso vincente con una determinazione e una ferocia rara, trascinando con sé anche il resto dei compagni e lo scatenato pubblico di casa. Una prestazione che è ben sintetizzata dal canestro che lo ha portato a quota 30, appoggiando al tabellone un pallone difficilissimo sopra le braccia protese di Shaun Livingston e DeMarcus Cousins nel tentativo disperato di arginarlo. Siakam è stato anche fondamentale per i 24 punti in contropiede accumulati dai suoi, scattando in campo aperto non appena ne ha avuto l’occasione per sfruttare la sua superiorità atletica sui 28 metri nei confronti degli avversari. Piccoli dettagli che su un palcoscenico così importante diventano di fondamentale importanza, specialmente contro un avversario del calibro dei Golden State Warriors: Siakam è il protagonista di gara-1, ma Toronto ne avrà bisogno di nuovo per conquistare le tre vittorie che ora la separano dal titolo NBA.