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NBA Finals 2019: benvenuti a Jurassic Park, luogo di culto pagano dei tifosi di Toronto

NBA

Mauro Bevacqua

Per gara-1 contro Golden State si dice si siano riuniti in 20.000 fuori dalla Scotiabank Arena per vivere assieme la partita di basket più importante della storia dei Raptors. E ora in tutto il Canada spuntano tanti mini-Jurassic Park

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TORONTO — A un certo punto di gara-1 arriva un tweet che comunica come fuori dalla Scotiabank Arena, in quella che ufficialmente sarebbe la Maple Leafs Square ma che per tutti ormai è solo e soltanto Jurassic Park, si sono radunate 20.000 persone, ovvero più di quelle presenti all’interno dell’arena, per assistere alla prima partita di sempre su suolo canadese di finale NBA. Numeri da verificare, forse, ma che non tolgono niente alla magia del cuore pulsante di quella che è la comunità di tifosi di pallacanestro ormai costruitasi a Toronto e in tutto il Canada, riunita attorno a una squadra — e a uno sport — che neppure un quarto di secolo fa qui erano sostanzialmente sconosciuti. Nel 1995 invece il Canada accoglie le proprie due squadre NBA, i Raptors a Toronto e i Grizzlies a Vancouver, e se i secondi in British Columbia avranno vita breve (trasferendosi a Memphis), i primi ne hanno approfittato per diventare la squadra per cui fare il tifo di un’intera nazione. Un tifo che raggiunge la sua intensità maggiore in occasione del “tailgate [concetto mutuato dal football americano, dove la gente si ritrova nel parcheggio dello stadio per mangiare e stare assieme, prima di vedere la partita, ndr] dei Raptors a Maple Leafs Square”, che è il nome ufficiale di quel fenomeno ormai da tutti conosciuto come Jurassic Park. Che nasce nel 2013 quando i tifosi di hockey dei Maple Leafs e quelli di basket dei Raptors iniziano a ritrovarsi all’esterno dell’arena — al tempo denominata Air Canada Centre — per vedere assieme sul maxischermo del palazzo la partita della propria squadra. Uno dei primi ricordi riguarda quello che viene definito “il più grande collasso nella storia dei Maple Leafs”, la sconfitta in gara-7 contro i Boston Bruins nei playoff del 2013, risultato (3-4) poi replicato al termine della serie di primo turno disputata dai Raptors contro i Nets ai playoff 2014. Il 19 aprile segna il giorno di gara-1, ricordato per l’urlo di battaglia (multato 25.000 dollari dalla lega) del presidente Masai Ujiri sul palco di Jurassic Park (“F**k Brooklyn!”) e poi per la sconfitta strappalacrime — 104-103 — di gara-7 neppure due settimane dopo. Da allora però i tifosi dei Raptors, e anche quelli dei Maple Leafs, hanno continuato a darsi appuntamento su questa lunga striscia di asfalto che viene chiusa al pubblico per soffrire e gioire assieme e la cavalcata vincente di Kawhi Leonard e compagni — con Drake sul palco durante la vittoria di gara-6 contro Milwaukee buona per il primo accesso di sempre in finale NBA — ha scatenato una sorta di culto collettivo che ora sembra estendersi a tutto il Paese.

Uno, cento, mille Jurassic Park

Per gara-1 contro i Golden State Warriors la gente ha iniziato a mettersi in fila alle 7 del mattino, ricevendo poi attorno alle 11 la visita anche di un campione da queste parti mai dimenticato, Chris Bosh. Nel frattempo — visto le dimensioni del fenomeno — la municipalità di Toronto ha dovuto provare a regolamentare questo happening spontaneo di tifosi: all’interno di Jurassic Park, si legge sui cartelli esposti attorno all’area, è vietato far entrare “ogni tipo di arma — da fuoco, coltelli, etc — ma anche bottiglie, lattine, bastoni, aste di bandiere, fuochi d’artificio, skateboard, pattini a rotelle, alcol o cibo che non sia stato acquistato sul posto, droghe e sedie da campeggio”. “A chiunque sia trovato in possesso di questi oggetti verrà proibito l’ingresso” a una delle cinque diverse zone di accesso in cui è stato suddivisa l’area destinata alla visione pubblica della gara. Aree che — è notizia propria di queste ore — adesso sembrano spuntare come funghi anche in altre città in giro per tutto il Canada, prevalentemente in Ontario ma non solo. Dieci cittadine sono state ufficialmente autorizzate a creare il proprio mini-Jurassic Park — da Pickering a Brampton, da Mississauga a New Market, da Winsdor a Halton Hills fino a Halifax, dove i Raptors hanno giocato la loro prima amichevole di sempre nel 1995 — fino al caso del sindaco di Burlington, sempre in Ontario, Marianne Meed Ward che ha chiesto (e ottenuto) di ribattezzare la propria versione di Jurassic Park in Burlassic Park. Le regole per ottenere dalla Maple Leaf Sports & Entertainment (la compagnia che controlla la proprietà tanto dell’hockey che del basket cittadino a Toronto) sono semplici: l’evento dev’essere gratuito, le immagini devono essere trasmesse ad alto volume (comprese le pubblicità televisive) ed è vietato sponsorizzare autonomamente l’evento o utilizzare marchi soggetti a copyright non autorizzati. Ma non è finita qui: per far fronte alla continua richiesta di poter vivere le prime finali NBA dei Raptors insieme ad amici e tifosi con cui si è vissuta tutta una lunga stagione assieme, MLSE ha anche stipulato un accordo con 33 sale cinematografiche in tutto il Canada per l’organizzazione di proiezioni live gratuite di ogni episodio della sfida tra Toronto e Golden State. L’appuntamento allora è a Jurassic Park — fuori dalla Scotiabank Arena ma non solo, in tutto il Canada — per domenica sera, giorno di gara-2.