Una telefonata nel cuore della notte, una trattativa (costosa) durata un giorno e un viaggio di dieci ore in auto per recapitarla: come è nata la "trollata" a bordocampo nei confronti degli Warriors da parte del tifoso più famoso di Toronto
“Per caso hai mai visto o venduto una maglia di Dell Curry negli anni in cui giocava ai Raptors?”: questa la domanda a sorpresa rivolta al telefono nel cuore della notte ad Al Martiniello, proprietario di un negozio di articoli sportivi vintage a Brooklyn ben frequentato e noto a molti appassionati. All’altro capo del telefono Drake, pronto a a godersi in prima fila la partita più importante nella storia dei suoi Raptors. Difficile fare mente locale di fronte a una richiesta così particolare, ma Martiniello sa bene di dover far di tutto pur di accontentare un cliente speciale. “Sai, un mio amico…”, basta quello. Un input, tornato alla mente nel momento più opportuno: Evan Flores, un collezionista in grado di scavare a fondo nel mondo dell’oggettistica NBA – “Bisogna contattare lui”. La nottata e il riposo insomma, sono un lontano ricordo, e in meno di tre ore si arriva così a Benjamin Weil – che una maglia di Dell Curry risalente ai suoi anni ai Raptors ce l’ha. “Quel cimelio serve a Drake”, l’ennesima provocazione da mettere in mostra a bordocampo durante gara-1, ma il tempo passa e le ore che precedono la palla a due stanno rapidamente volgendo al termine. Una missione semi-impossibile, considerando il fatto che Weil non voleva “cedere a cuor leggero una maglia del genere”: un pezzo unico, acquistato sei anni prima direttamente da un ex giocatore di Toronto. Una maglia preparata per Dell, con le sue misure dell’epoca, ma mai indossata dal papà di Steph – che aveva trovato il modo di autografarla prima della vendita. A quel punto Martinello ha iniziato a implorarlo, ripetendo che quella maglia serviva a un cliente di altissimo livello. “Lui è innamorato di Dell, non è una questione di soldi, ma sono stato costretto a chiedergli di venderla”. Una maglia taglia 52 – di cui tuttavia non è stato specificato il prezzo – con la speranza che fosse della misura giusta. Il problema però a quel punto era recapitarla a Drake a Toronto in tempo utile: meno di un giorno a disposizione, con le spedizioni a cui diventava complicato pensare di affidarsi. A quel punto Martinello e Flores, l’uomo che era riuscito nell’impresa di mettere le mani su quella maglia, sono saliti in auto pronti a partire alla volta di Toronto: dieci ore di auto per consegnare direttamente a Drake la n°30 dei Raptors con tanto di autografo. “Non potevo credere che gli stesse così bene: una 48 sarebbe stata striminzita, una 56 troppo lunga. Era perfetta”. Come la provocazione passata alla storia a margine della vittoria in gara-1 di Toronto.