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NBA Finals, Toronto si disunisce in gara-2 e lascia Kawhi Leonard da solo

NBA

Avanti anche di 12 lunghezze a metà secondo quarto, i Toronto Raptors hanno perso la loro disciplina e sono crollati nel terzo quarto, fallendo una disperata rimonta nel finale. Kawhi Leonard è stato lasciato troppo solo dai compagni, ma la particolare difesa vista negli ultimi sei minuti potrebbe essere di aiuto anche alla Oracle Arena

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A cinque minuti dalla fine del primo tempo, gara-2 sembrava totalmente nelle mani dei Toronto Raptors. Il contributo della panchina e le difficoltà fisiche dei Golden State Warriors nell’accoppiarsi con loro avevano messo nelle mani dei canadesi addirittura una doppia cifra di vantaggio, un’opportunità d’oro di chiudere bene il quarto, andare all’intervallo con l’inerzia dalla propria parte e dare un’altra spallata ai campioni in carica in apertura di ripresa. Invece proprio in quel momento cruciale i Raptors non sono riusciti a tenere botta e a mantenere il vantaggio, concedendo agli avversari di rientrare in qualche modo fino al -5 nonostante un Kawhi Leonard da 16 punti e un Fred VanVleet da 12. Poi nel terzo quarto gli Warriors hanno cambiato le marcature, appiccicando Klay Thompson a Leonard e mettendo a turno Andre Iguodala e Draymond Green su Kyle Lowry, mandando in tilt l’attacco di Toronto che ha spento completamente la luce. Il parziale di 18-0 dei campioni in carica ha fatto perdere la disciplina mentale che aveva contrassegnato la serie dei canadesi fino a quel momento, affrettando tiri nel momento in cui bisognava ragionare e andando per conto proprio quando bisognava serrare le fila e fidarsi del movimento di palla che li aveva portati fino al +12. “Loro sono stati un po’ più aggressivi e ci hanno pressato di più, ma anche noi siamo stati impazienti e abbiamo perso la compostezza” ha detto coach Nick Nurse dopo la partita su quel terzo quarto. Di fatto Toronto ha provato per la prima volta sulla propria pelle cosa significa giocare le finali NBA e, nel momento più difficile, non è stata capace di rispondere, cercando solamente di affidarsi all’unica cosa che ha sempre funzionato fino a questo momento: palla a Kawhi Leonard e il resto si vedrà.

La solitudine di Leonard e i jolly dalla panchina di Golden State

Il numero 2, dal canto suo, ha risposto presente: pur sbagliando 7 triple su 9 e perdendo cinque palloni, la stella dei Raptors è stato nettamente il migliore in campo dei suoi chiudendo con 34 punti e 14 rimbalzi con 8/20 al tiro e un perfetto 16/16 dalla lunetta, record nella storia delle Finals. In tantissime occasioni Leonard si è caricato sulle spalle una squadra che non riusciva a produrre più nulla come se avessero messo un coperchio sopra al canestro di Golden State, procurandosi tiri liberi su tiri liberi per tenere i suoi a galla. Quello che è mancato, semmai, è l’apporto dei compagni, visto che nel secondo tempo nessuno è andato sopra quota 6 punti (a fronte dei suoi 18) e la difesa di Golden State li ha tenuti sotto il 30% dal campo e il 27% da tre punti, con 8 palle perse contro i soli 7 assist. Una bonaccia offensiva di cui sono responsabili più o meno tutti, a partire da Kyle Lowry (solo 4 punti dopo i 9 di un ottimo primo tempo) e Pascal Siakam (5 con 2/10 al tiro in una gara da 5/18) per non parlare di Marc Gasol (0 punti nella ripresa). I Golden State Warriors dovevano fare la differenza nella propria metà campo e l’hanno fatta nel momento del bisogno, approfittando dei jolly pescati dalla panchina — 19 punti delle riserve nella ripresa — per costruire un tesoretto di 12 punti difeso con le unghie e con i denti fino alla tripla decisiva di Andre Iguodala a 6 secondi dalla fine.

La novità tattica del finale di gara: la zona box-and-one

Se c’è una cosa da cui i Raptors possono ripartire in vista delle due gare della Oracle Arena è l’abnegazione difensiva, che non è mai venuta a mancare nel corso della gara. Anzi, coach Nick Nurse è riuscito a mandare fuori fase gli Warriors nell’ultimo quarto grazie a una soluzione poco ortodossa, specialmente a livello delle Finals: la zona box and one. Con Klay Thompson fuori dai giochi, i Raptors hanno appiccicato Fred VanVleet su Steph Curry e hanno piazzato gli altri quattro giocatori agli angoli del pitturato, sfidando gli avversari a tirare da fuori. Una soluzione che ha permesso loro di mandare in tilt Golden State — anche, va detto, per gli infortuni e per la stanchezza generale dei campioni in carica — e di confezionare un parziale di 10-0 per riaprire la partita, prima che il canestro di Iguodala rimettesse due possessi di distanza tra le squadre e chiudesse i conti. “Mi sentivo a mio agio con la decisione perché abbiamo impedito loro di segnare, trovando finalmente una soluzione per rallentarli. Purtroppo dall’altra parte non abbiamo segnato i tiri aperti che abbiamo costruito, ma sono orgoglioso di come hanno combattuto i nostri ragazzi” ha detto coach Nurse dopo la partita. Per rivedere la box-and-one in campo anche in gara-3 bisognerà prima conoscere le condizioni di Klay Thompson e Kevin Durant, ma i Raptors contano di ripartire dallo spirito di quell’ultimo quarto per cercare di riprendersi il fattore campo in una delle due prossime partite.

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