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NBA Finals 2019, Scariolo: "Attaccarli e farli faticare: così li possiamo battere"

NBA

L'assistente allenatore dei Raptors offre le sue chiavi tecniche per spiegare l'importante vittoria di gara-3: "Siamo stati bravi a non dipendere troppo da Kawhi Leonard", dice, e poi rende omaggio a Steph Curry: "Impossibile fermarlo"

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Gara-3 premia i Toronto Raptors, capaci di sbancare la Oracle Arena e di infliggere alla difesa degli Warriors la bellezza di 123 punti, cifra che mette di buonumore Sergio Scariolo: “Abbiamo fatto un’ottima partita in attacco — commenta l’assistente allenatore di Nick Nurse sulla panchina dei canadesi — ma non ci siamo comportati male neppure in difesa, anche se ovviamente Curry ha dei momenti in cui non riesci proprio a fermarlo, perché ha una capacità di muoversi senza palla e una velocità di tiro veramente pazzesche. Probabilmente in qualche occasione gli abbiamo lasciato un po’ troppo spazio — ammette — però non volevamo neppure dissanguarci mandando troppi aiuti su di lui e lasciando altri giocatori entrare in ritmo. Alla fine abbiamo mosso bene la palla, abbiamo fatto registrare 30 assist, abbiamo segnato 17 tiri da tre ma soprattutto ne abbiamo presi 38, che per noi sono molto importanti. E poi siamo stati bravi a non concentrare troppo la palla nelle mani di Kawhi, ottenendo invece un contributo molto buono da parte di diversi giocatori. Senza nessuna euforia credo che questa vittoria sia un bel passo in avanti, anche per capire come bisogna giocare contro questi grandissimi campioni”. E come bisogna giocare contro i Golden State Warriors? Scariolo confessa che fin dall’inizio della serie lui un’idea ce l’ha: “Dobbiamo attaccarli, non possiamo pensare di giocare puntando a fargli fare 90 punti perché sarebbe una follia, un piano destinato sicuramente al fallimento. Dobbiamo metterli sotto in transizione, dobbiamo andare a giocare nelle posizioni in cui abbiamo dei vantaggio, dobbiamo costringerli a far fatica in difesa, a muoversi da un lato all’altro del campo, a correre per rientrare in difesa. In fondo sono umani anche loro, se li facciamo lavorare e faticare possiamo pensare che possano essere meno lucidi in attacco”.

“Bravi a non dipendere troppo da Kawhi Leonard

Un attacco che invece ha funzionato quasi alla perfezione per i Raptors, almeno per il loro cinque iniziale, che ha segnato 106 dei 123 punti complessivi: “Kawhi [Leonard] è capace di creare tiri per altri suoi compagni attraendo due uomini sulla palla, ma stasera non è stato l’unico che ce l’ha fatta. Marc Gasol ha giocato un po’ di più in post basso, Kyle [Lowry] e Fred [VanVleet] hanno creato di più con il pick and roll. Dobbiamo fare così, quando concentriamo troppo il nostro attacco nelle mani di Kawhi per gli avversari è più facile raddoppiarlo, come è successo verso la fine del secondo quarto, quando ci siamo un po’ fermati e abbiamo esagerato nel mettergli la palla in mano troppo presto — e la loro difesa ha avuto buon gioco”. Perché contro Golden State è vietato sbagliare, e anche un vantaggio 2-1 nella serie lascia tutt’altro che tranquillo il tecnico di origine bresciana: “Ci sentiamo ancora lontani dall’obiettivo, anche perché sappiamo che loro possono guadagnare tanto — soprattutto in attacco, ma anche in difesa — dal ritorno di Klay Thompson e Kevin Durant. Noi però non dobbiamo né spaventarci, né pensare che con loro in campo avremo la stessa facilità nel trovare certe posizioni di tiro o nel riuscire a raddoppiare Curry senza pagarlo troppo da un’altra parte. Sarà sicuramente più difficile, ma se qualcuno ci avesse detto che ci saremmo ritrovati sopra 2-1 in finale NBA non solo avremmo firmato subito ma forse lo avremmo anche guardato con sospetto. Invece ci siamo, anche se per noi vuol dire essere solo a metà del nostro cammino”.

[testo e video: Zeno Pisani]