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NBA Finals 2019, Kawhi Leonard e le due triple che hanno deciso gara-4

NBA

Mauro Bevacqua

Tutti d'accordo: le due triple in apertura di secondo tempo che nell'arco di 16 secondi hanno portato Toronto in vantaggio sono state il punto di svolta della gara. Ma l'influenza di Leonard sui Raptors va oltre i punti messi a tabellone (anche quando sono 36 come in gara-4)

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OAKLAND — Kawhi Leonard ha segnato 36 punti, ma sono 6 quelli che tutti si ricordano a caldo. Arrivano al rientro in campo dopo l’intervallo, con i suoi Raptors sotto di 4 punti, 46-42. “In spogliatoio avevamo comunque fiducia, inseguivamo solo di 4 punti fuori casa dopo che nel primo tempo avevamo sbagliato un sacco di tiri smarcati”. E così, appena tornato in campo in avvio di terzo quarto, Kawhi Leonard mette dopo soli 30 secondi e ne fa seguire un’altra 16 secondi dopo, quella che proietta Toronto davanti sul 48-46. “Le due triple di Kawhi in apertura di secondo tempo hanno cambiato la nostra partita”, ammette coach Nurse e il suo collega sulla panchina avversaria, Steve Kerr, non fa che confermare: “Quei due canestri e la maggior intensità difensiva che sono riusciti a mettere in campo nel secondo tempo”. “Kawhi ha giocato alla grandissima — riconosce anche Steph Curry — ha segnato i canestri più importanti, quelli del sorpasso, e da lì in avanti sono stati capaci di mantenerci sempre a distanza”. Lui, Leonard, la partita la legge così, ovviamente in poche parole (come da personaggio) e ovviamente partendo dalla difesa prima ancora che dall’attacco: “Il nostro focus era su Steph [Curry] e Klay [Thompson], volevamo fare di tutto per impedire che entrassero in ritmo. Dall’altra parte abbiamo giocato la nostra pallacanestro, fatta di movimento di palla, cercando di tenere alto il ritmo, lavorando sulle spaziature per sfruttare al massimo i tagli verso canestro. In generale penso che oggi la squadra abbia difeso bene per tutta la partita e poi nel secondo tempo abbia anche iniziato a segnare [i Raptors hanno chiuso con il 50% dal campo e oltre il 53% dall’arco la seconda frazione, dopo aver tirato il 34% nel primo tempo, con 2/17 da tre punti, ndr]”. “Siamo stati bravi a non scoraggiarci quando i tiri non entravano — continua Leonard — quella di non uscire mai dalla partita è una caratteristica di questa squadra”.

Leonard e il significato di un (possibile) titolo per il Canada

Una caratteristica che molti attribuiscono proprio alla sua presenza, ad esempio il suo allenatore, Nick Nurse: “L’influenza di Kawhi — ma anche quella di Marc [Gasol] e di Danny [Green] — si fa sentire, la squadra guarda alla propria superstar e si comporta di conseguenza, seguendo il suo esempio: non si fa troppo coinvolgere dagli eventi, non si esalta nelle vittorie, non si deprime nelle sconfitte”. Opinione condivisa alla lettera da Kyle Lowry: “Il suo modo di essere aiuta tutti a restare sempre concentrati sul risultato”, dice la point guard dei Raptors, ma i complimenti più belli arrivano da un avversario, Danny Green: “Provi a fargli prendere tiri difficili e poi vivi con il risultato, non si può fare altro. L’ho detto all’inizio della serie, lo ripeto ora: continua a non comportarsi come le altre grandi superstar di questa lega — i LeBron James o gli Steph Curry — ma continuare a dominare le partite, sempre a suo modo, e i suoi compagni lo seguono. Credo gli interessi davvero poco essere diverso dagli altri, ma questo non toglie nulla al suo valore”. Sembra non interessargli neppure troppo guardare più avanti di lunedì, e della prossima partita, quella che potrebbe dare un primo, storico titolo ai Toronto Raptors e a un intero paese: “Cosa vorrebbe dire per la gente di Toronto e del Canada? Non lo so, bisognerebbe chiederlo a loro, ai tifosi che scendono in strada a vivere assieme le partite o a qualcuno che vive in Canada da più tempo di me. Io non so proprio cosa dire”.