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NBA Finals, Kevin Durant ha provato ad accelerare il rientro in campo

NBA

La stella dei Golden State Warriors è volata a New York, dove si sottoporrà alla risonanza magnetica che confermerà la rottura del tendine d’Achille. Intanto emergono i primi dettagli: secondo quanto scritto da Yahoo Sports, KD ha provato ad accelerare il rientro perché non sopportava di non poter aiutare i suoi compagni

INFORTUNIO KD: COME CAMBIA IL MERCATO NBA

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L’infortunio di Kevin Durant rischia di essere un momento cardine non solo delle finali NBA, ma anche dell’intera traiettoria della lega. Per questo l’attenzione su quanto successo alla Scotiabank Arena di Toronto è arrivata a livelli spasmodici, per quanto manchi solamente la conferma definitiva della diagnosi ormai chiara a tutti: rottura del tendine d’Achille della gamba destra. L’ala dei Golden State Warriors non è tornata sulla Baia con i compagni ma è volata a New York per sottoporsi alla risonanza magnetica che darà la diagnosi definitiva dell’infortunio, anche se – secondo quanto raccolto da ESPN – tutti si aspettano ormai il peggio, con l’annuncio dei risultati che arriverà nella giornata di mercoledì negli States.

I dettagli di Yahoo: "KD ha accelerato, soffriva per i compagni. Non era al 100%"

Come sempre accade in certi casi, dopo settimane di grande riserbo sulle condizioni di KD ora stanno cominciando ad emergere dettagli su come il giocatore ha affrontato la riabilitazione. Secondo quanto scritto da Chris Haynes di Yahoo Sports, diverse fonti vicine a Durant hanno raccontato di come stesse cercando di accelerare il ritorno in campo per poter dare una mano ai suoi compagni (KD viene descritto come “in agonia” per non poterlo fare) ma che era ancora alle prese con qualche dolore quando provava a spingere sul piede destro, quello infortunato un mese fa contro gli Houston Rockets. Pur avendo ricevuto il via libera per giocare gara-5 – una decisione condivisa innanzitutto da lui oltre che dallo staff medico degli Warriors e dei suoi medici specialisti –, Durant non era neanche vicino al 100%, e gli allenamenti individuali o la routine pre-partita a cui si è sottoposto sul parquet della Scotiabank Arena (tra gli insulti e lo scherno di alcuni tifosi dei Raptors) non potevano replicare l’ambiente ultra-competitivo delle NBA Finals.

Il risentimento del circolo di Durant nei confronti degli Warriors

Nel pezzo di Haynes viene anche scritto che nel camp di Durant c’è stato un po’ di risentimento per come gli Warriors hanno gestito gli aggiornamenti sulle condizioni della stella nel suo percorso di riabilitazione. Secondo loro, la comunicazione della squadra ha esposto troppo il giocatore facendo diventare il suo rientro una “storyline” per ogni partita a partire dalle finali di conference, e anche le parole del proprietario Joe Lacob – che aveva assicurato il rientro di KD per le Finals, pur senza dare una data certa – non hanno aiutato il recupero giorno per giorno di Durant. Il quale, comprensibilmente, si è sentito sottoposto a tantissime pressioni interne ed esterne per tornare e “salvare la baracca”, complice anche il 3-1 nella serie contro Toronto.

Il futuro di KD: "Non posso essere reclutato, decido io"

Al momento, però, si trattano solamente di fonti senza un nome e di supposizioni, e non è nemmeno chiaro come questo infortunio avrà impatto sul futuro in free agency di KD. Una cosa che è certa, però, è che diverse squadre interessate a metterlo sotto contratto non hanno cambiato la loro opinione e gli offriranno comunque un contratto al massimo salariale, anche nel caso in cui dovesse saltare tutta la prossima stagione tornando dall’infortunio. In ogni caso, Durant ci ha tenuto a rendere chiara una cosa: quando gli è stato detto che alcune franchigie stanno preparando i “pitch” per convincerlo a firmare con loro, lui ha risposto semplicemente “Io non posso essere reclutato. Puoi scriverlo da subito”. Quando sei un giocatore del calibro di Durant, sei comunque tu a decidere del tuo futuro.