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NBA Finals, infortunio Klay Thompson: diagnosi tremenda, rottura del legamento crociato

NBA

Dopo aver già perso Kevin Durant, arriva una diagnosi terribile anche per Klay Thompson: rottura del legamento crociato per il numero 11 di Golden State, ricaduto male nel terzo quarto dopo una prestazione strepitosa in gara-6. I tempi di recupero si prospettano lunghi per un giocatore che diventerà free agent a fine mese

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L’ultima partita alla Oracle Arena dei Golden State Warriors non avrebbe potuto concludersi in maniera peggiore. E non solamente per aver perso il titolo, ma per la terribile diagnosi ricevuta da Klay Thompson dopo la partita: rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, come riportato da ESPN attraverso le parole del suo agente Greg Lawrence. Thompson era ricaduto male dopo un tentativo di schiacciata nel terzo quarto, dopo che aveva già segnato 28 punti in meno di tre quarti con una prestazione semplicemente mostruosa (8/12 al tiro e 4/6 da tre punti), tenendo in piedi l’attacco di Golden State andando probabilmente anche oltre le sue possibilità. Dopo essere trasportato fuori a braccia dal campo e aver provato a camminare sulla gamba, Thompson era rientrato in campo per tirare i tiri liberi guadagnati (entrambi segnati, ovviamente), nella speranza di poter rientrare in campo dopo un trattamento in spogliatoio. Klay era perfino rientrato in difesa provando a correre per saggiare le condizioni del suo ginocchio, cercando in qualsiasi modo di aiutare i suoi compagni (pur avendo il legamento crociato rotto!), dicendo a coach Steve Kerr di avere bisogno solamente di un riposo di due minuti per poter tornare in campo. Quando è stato costretto a rientrare (sempre di corsa) negli spogliatoi, però, lo staff medico di Golden State ha dovuto fermarlo e dichiarare chiusa la sua partita, con le telecamere che lo hanno immortalato mentre usciva dalla Oracle Arena in stampelle di fianco a suo padre Mychal. “Gli infortuni fanno parte di una stagione NBA e di qualsiasi sport professionistico” ha detto Steve Kerr dopo la partita. “Ciò che poteva o non poteva succedere ora non importa. Ciò che importa è che Kevin Durant salterà la prossima stagione per la rottura del tendine d’Achille e Klay ha avuto un infortunio al ginocchio [in quel momento la diagnosi non era ancora stata rivelata, ndr]. È brutale”.

Le implicazioni dell’infortunio sul futuro di Golden State

Una notizia tremenda per una squadra che in gara-5 aveva già perso Kevin Durant per la rottura del tendine d’Achille e che si ritrova a fare i conti con una situazione intricatissima, perché entrambi saranno free agent a fine mese. Gli eventi delle ultime due partite, infatti, rendono difficile la costruzione della squadra per l’anno prossimo: Durant — come confermato anche da Steve Kerr dopo gara-6 — con ogni probabilità salterà l’intera prossima stagione, e anche Klay potrebbe rimanere fuori fino a stagione inoltrata, potenzialmente anche fino al 2020 prima che ritorni in una condizione fisica per giocare ai suoi livelli. Il tutto, ovviamente, nel caso in cui i due decidano di rifirmare con Golden State, eventualità che non si può mai dare per scontata quando un giocatore entra in free agency — specialmente nel caso di KD, per il quale già sostanzialmente da un anno si parla di un possibile addio. Anche mantenendo il solo Klay Thompson, però, gli Warriors non avrebbero lo spazio salariale per costruire una squadra da titolo attorno ai soli Steph Curry, Draymond Green e Andre Iguodala in attesa che lui rientri, visto che il monte ingaggi già molto alto non concede spazio salariale per essere competitivi a certi livelli. Di fatto, l’opzione migliore per loro sarebbe quella di rifirmare entrambi (anche se i costi della squadra diventerebbero esorbitanti e nessuno dei due comunque sarà in campo all’apertura del nuovo Chase Center) e sperare in un loro rientro in tempi utili per dare un altro assalto al titolo il prossimo anno — anche se dopo l’infortunio anche di Klay Thompson diventa uno scenario davvero difficile da immaginare.