Anche Anthony Davis ha raggiunto il suo scopo: andare ai Los Angeles Lakers e unirsi a LeBron James. A fare la differenza è stata la sua volontà di rifirmare con i gialloviola tra un anno, anche se molte cose possono cambiare in dodici mesi
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Dopo mesi di speculazioni, incomprensioni, liti con i tifosi e momenti di imbarazzo, finalmente Anthony Davis ha raggiunto ciò che ha sempre voluto: lasciare New Orleans e andare ai Los Angeles Lakers. Sin da quando il suo agente Rich Paul ha reso noto al pubblico la sua volontà di lasciare la Lousiana, Davis ha sempre indicato i gialloviola come la sua destinazione preferita, aggiungendo alla lista altre squadre (i New York Knicks, soprattutto, ma anche gli L.A. Clippers e i Milwaukee Bucks) più per dovere che per reale convinzione. Ora ha quello che ha sempre voluto, e il suo futuro sembra già scritto: come riportato da Adrian Wojnarowski di ESPN, Davis ha indicato da parecchio tempo privatamente di voler rifirmare un nuovo contratto con i Lakers quando diventerà free agent nel 2020, un’eventualità che avrebbe esplorato anche nel caso in cui fosse stato scambiato a un’altra squadra. Proprio questo, secondo quanto scritto da ESPN, ha sconsigliato le altre franchigie dall’esplorare una trade per lui, ad esempio i Boston Celtics che non hanno voluto inserire Jayson Tatum nello scambio per un giocatore che avrebbe potuto lasciarli dopo un solo anno.
Le parole premonitrici dell'agente: “Lakers destinazione ideale anche senza LeBron”
D’altronde Rich Paul era stato chiaro pochi giorni fa in un’intervista con Sports Illustrated. Oltre a dire chiaramente che AD non avrebbe rifirmato a Boston, il potente agente aveva fatto capire che i Lakers erano la destinazione ideale per il suo assistito indipendentemente da tutto. “Anche togliendo LeBron dai Lakers, rimangono una destinazione eccellente per un giocatore di altissimo livello che ha vinto il titolo con Kentucky e ha firmato un contratto con Nike, specialmente in una franchigia che ha avuto grandissimi centri come George Mikan, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul-Jabbar e Shaquille O’Neal. Se poi ci aggiungi LeBron, è la ciliegina su una torta. Ma LeBron ha 34 anni, Anthony ne ha 26. Quando LeBron avrà finito, Anthony Davis sarà ancora a pieno regime. E quale posto migliore di L.A.? Non c’è alcun aspetto negativo. Non mi interessa quello che dice la gente, io non sto cercando di aiutare LeBron. Sto cercando di aiutare Anthony Davis. Ma se aiutare lui dà una mano anche a LeBron sul lungo periodo? Che succeda. Ma il mio obiettivo è Anthony Davis”.
La scelta di AD: rinunciare a 4 milioni per aiutare i Lakers?
Davis ha ora una scelta immediata da fare, visto che nel suo contratto coi Pelicans era previsto un bonus del 15% in caso di scambio. Se lo volesse per intero, ridurrebbe di quattro milioni di dollari lo spazio salariale a disposizione dei Lakers per prendere una terza stella in free agency; se invece rinunciasse (come è suo diritto di fare), darebbe immediatamente una mano a L.A. per costruire la miglior squadra possibile attorno a lui, LeBron James e Kyle Kuzma. Tutto questo, ovviamente, dato per scontato che tra un anno Davis mantenga fede alla sua promessa di rifirmare con L.A.: nelle ultime stagioni abbiamo visto come le cose possano cambiare moltissimo nel giro di dodici mesi, e lo sviluppo della prossima stagione dei gialloviola – al netto del ruolo di favoriti dato dagli scommettitori a Las Vegas – è imprevedibile. Davis, insomma, potrebbe cambiare idea da qui al luglio del 2020 – e sarebbe uno scenario disastroso per L.A.. Ma per i gialloviola non è questo il momento di “pensare male”: dopo sei anni senza playoff, i Los Angeles Lakers possono legittimamente tornare a sognare il titolo.