La nuova superstar dei Nets prende spunto dalla conferenza stampa di un quarterback NFL e torna protagonista sui social con una feroce critica rivolta ai giornalisti sportivi, "educati non a conoscere il gioco ma soltanto a ottenere più click possibili"
Il nome di Brian Oringher non dice molto al tifoso NBA: la sua carica – almeno stando al suo profilo Twitter – è quella di video coordinator/advance scout per gli Washington Wizards. La nuova superstar dei Brooklyn Nets Kevin Durant è di Washington, DC (o almeno dell’area circostante, Seat Pleasant, Maryland) e proprio a KD si rivolge un recente tweet di Oringher che, commentando la risposta infarcita di dettagli tecnici-tattici data dal quarterback degli Houston Texans Deshuan Watson sulla difesa di Carolina in una recente conferenza stampa, ha scritto: “Vorrei che @KDTrey5 e gli altri giocatori NBA raccontassero anche loro questi incredibili dettagli ogni volta che un giornalista chiede loro un commento senza sapere gli schemi di gioco”. Un’osservazione raccolta per primo proprio da Kevin Durant, che ha una storia personale di interazioni dirette sui social non sempre ben consigliate: “Ho imparato molto guardando questo video”, ha twittato inizialmente, ma presto i suoi commenti sono diventati un attacco verso l’intera categoria dei giornalisti, da sempre nel mirino del nuovo n°7 dei Nets: “Per me è pazzesco che al giorno d’oggi non sembri necessario conoscere il gioco per ottenere un lavoro [da giornalista]. Basta recitare la parte e conoscere qualcuno LOL”. Stimolato dalle interazioni di altri utenti, poi, Durant è andato avanti: “Penso che spiegare il gioco ai propri tifosi sia una sorta di dovere per ogni giocatore. Non un dovere, magari, ma sono sicuro che ai tifosi piacerebbe”. “La verità è che i reporter dovrebbero farci domande migliori”, continua in un altro tweet. “Dovrebbero essere educati, invece sono educati soltanto a ottenere più click possibili”, l’attacco frontale portato dal giocatore dei Nets verso le logiche dominanti in tante redazioni, votate soltanto a raccogliere facili consensi online. Poi, commentando altri tweet in cui più persone sembravano augurarsi domande e risposte più “profonde” nello scambio tra giornalisti e giocatori a microfoni accesi, Durant torna a manifestare una certa vena polemica: “Credo che siate una minoranza di persone a volere ascoltare gli atleti parlare con questa profondità di analisi. Siamo programmati per mantenere la conversazione a livelli superficiali”, l’ammissione della superstar ex Warriors che non è nuovo a raccontare le ipocrisie e le contraddizioni della dimensione pubblica e social di un campione sportivo.