Il talento croato proveniente dai Knicks spiega la scelta di abbandonare il n°8 per il n°44 "come una forma di rispetto a ammirazione per Drazen": "Vorrei che il mio successo fosse anche il suo successo"
Ci sono 280 chilometri di costa croata a separare la Sibenik di Drazen Petrovic dalla Dubrovnik dove ha visto invece i natali Mario Hezonja. Ce ne sono invece quasi 9.500 tra la Croazia che li ha formati e Portland, Oregon, dove entrambi – a distanza di 30 anni esatti – hanno finito per indossare la canotta dei Blazers. Non una canotta come le altre, ma la n°44 – che Drazen Petrovic ha reso leggendaria non solo in patria ma nel mondo intero e che, proprio per questo motivo, Hezonja ha scelto di far sua, in onore proprio del più forte giocatore mai espresso dal basket croato. “È qualcosa di veramente speciale per me – ha ammesso l’ex giocatore dei Knicks – e il cambio dal mio n°8 al n°44 è perché vorrei continuare a fare quello che Drazen ha iniziato, e fare in modo che il mio successo sia anche di riflesso il suo successo”. Scelto con la quinta chiamata assoluta al Draft 2015, la carriera dell’ex giocatore del Barcellona non ha finora tenuto fede alle aspettative suscitate al suo arrivo nella lega, anche se nell’ultima annata in maglia Magic prima e poi in quella con New York appena conclusa si sono intravisti lampi del talento che aveva fatto innamorare tanti nel Vecchio Continente. Portland per Hezonja si prospetta quindi come un nuovo inizio, con il talento croato che avrà al suo fianco anche un altro compagno che il mito di Drazen Petrovic lo conosce bene come Jusuf Nurkic: “Quando eravamo ragazzini nella ex Jugoslavia il nome di Mario era ben conosciuto e i paragoni erano sempre quelli con Drazen. Credo che finora Mario non abbia mai avuto una vera opportunità di dimostrare quanto vale, e questa qui a Portland può essere la sua chance”. Un po’ proprio com’era successo a Petrovic, per cui gli anni di Portland – pur coronando il suo sogno di approdare nella NBA per misurarsi con i migliori al mondo – furono solo la palestra (spesso dura e avara di soddisfazioni) per poi decollare in maglia New Jersey Nets. Da Portland a New York (o quanto meno al vicino New Jersey) per diventare davvero Petrovic. Da New York a Portland per diventare il vero Hezonja. È quello che si augurano i tifosi dei Blazers.