I fischi dei tifosi dei Lakers. Gli spot prima del debutto in maglia Clippers. Il primo derby vinto allo Staples Center. È stata una serata speciale per Kawhi Leonard, autore di 30 punti nel suo debutto a Los Angeles mostrando subito a tutti di essere pronto a dominare anche l’Ovest
Nel 2019 non c’è stato un giocatore più importante di Kawhi Leonard in tutta la NBA. Il titolo vinto con la maglia dei Toronto Raptors e il suo passaggio agli L.A. Clippers portandosi dietro anche Paul George hanno cambiato la storia dell’ultimo anno della lega, anche per gli effetti collaterali che hanno provocato per le altre squadre. Ma mentre a Toronto festeggiavano la consegna degli anelli, lui a Los Angeles si preparava al debutto con la sua nuova squadra nell’attesissimo derby contro i Lakers — e i tifosi gialloviola presenti allo Staples (nonostante fosse una gara casalinga dei Clippers) gli hanno fatto subito sentire un “caldo” benvenuto. Leonard è stato infatti fischiato sonoramente quando il suo nome è stato annunciato dallo speaker, quando ha preso la parola per salutare i tifosi di casa (tanto da doversi fermare e ricominciare a parlare più forte al microfono) e anche al suo primo viaggio in lunetta della partita, non perdonandogli il fatto di aver preferito i Clippers ai Lakers nei primi giorni di luglio. Poi però Leonard ha risposto nell’unica maniera in cui sa rispondere: con i fatti in campo. Dopo un primo quarto da due errori e due palle perse, nel secondo quarto ha segnato sette canestri in fila — tra cui una torreggiante schiacciata mancina — propiziando il parziale da 40-29 che ha portato in vantaggio i padroni di casa dopo un inizio difficile. L’MVP delle Finals ha poi chiuso come miglior marcatore del match con 30 punti in 31 minuti e mezzo, aggiungendo anche 6 rimbalzi, 5 assist, due recuperi e una stoppata in una prestazione da 10/19 al tiro e 9/10 ai liberi, pur perdendo 6 palloni e segnando solo una delle cinque triple tentate. E alla fine della partita non si sentivano più i fischi, ma solo le urla di felicità dei tifosi dei Clippers. “Ha creato il parziale da solo” ha detto coach Doc Rivers. “È quello che fa: lascia che il suo gioco a parlare. Ed è così che dovrebbero andare le cose. Prima della palla a due, mentre tutti si scambiavano saluti e si muovevano, lui era lì fermo ad aspettare che finalmente si cominciasse a fare sul serio”.
I due spot che hanno lanciato la partita
Ad aumentare l’attesa per il suo debutto contro i Lakers ci hanno pensato anche due spot pubblicitari nell’immediata vigilia della gara. Il primo lo ha visto protagonista insieme a Paul George per il lancio del nuovo film Terminator: Dark Fate in compagnia ovviamente di Arnold Schwarzenegger (che lo ha accolto a L.A. dicendogli “È bello avere qui un altro Terminator”) e l’attrice Sarah Connor (che lo ha preso in giro per la risata robotica diventata virale lo scorso anno). Uno spot che si è concluso con Leonard che si gira e smette improvvisamente di ridere, con gli occhi che diventano rossi — proprio come Terminator.
Il secondo spot, forse più rivelatorio delle sue vere ambizioni, è quello della sua marca di scarpe nel quale — ovviamente — non dice neanche una parola, ma lascia che siano le immagini di lui che guida per Los Angeles e di lui che si allena in campo a fare tutto, mentre in sovraimpressione compaiono delle scritte. Solo al termine dello spot però viene rivelata l’ambizione: “This is his city. We got NOW”, questa è la sua città, il nostro momento è ADESSO. Considerando poi anche il titolo dello spot — Reign over L.A. — il messaggio è forte e chiaro soprattutto per gli avversari in gialloviola: Kawhi Leonard è arrivato a Los Angeles per dominarla.
Le parole di LeBron e AD: “Non sappiamo perché ha scelto i Clippers”
Il primo dei quattro derby di Los Angeles è stato anche l’occasione per parlare di quanto (non) è successo quest’estate, quando i Lakers pensavano di avere una reale possibilità di aggiungere Leonard a LeBron James e Anthony Davis creando una nuova superpotenza. “Se ero carico all’idea di aggiungere Kawhi? Non mi esalto per le cose fino a quando non succedono, ma pensavo che avessimo una chance” ha detto James sulla questione. “Non potevamo chiedere altro: ci siamo messi nelle condizioni di prenderlo, poi ha scelto i Clippers. Per me è uguale: è una grande cosa per la lega e ha fatto ciò che era meglio per lui. Bisogna rispettarlo”. Quando gli è stato chiesto cosa aveva detto a Kawhi durante la fase di reclutamento, però, James ha risposto in maniera più stizzita: “Non parliamo di quello che succede sul mio telefono. Non so perché alla fine ha scelto di andare ai Clippers, come diavolo potrei saperlo? Non ne so un ca… Chiedetelo a Kawhi”. Davis, dal canto suo, è stato un po’ più espansivo nel raccontare come è andata quest’estate: “Per me è stato divertente cercare di reclutare uno come Kawhi. Abbiamo parlato una volta, poi penso che qualcuno del suo gruppo ha detto che non gli piacciono i reclutamenti e cose del genere, quindi ho pensato di aver oltrepassato un limite. Ma è stato divertente, lo rifarei di nuovo. Può fare quello che vuole, ovviamente: pensavamo di avere una chance, ma ha preso la sua decisione. È un giocatore incredibile e hanno una bella squadra: abbiamo un intero anno per scontrarci e vedere chi rimarrà in piedi alla fine. Sarà divertente”. Il primo round è andato a Leonard e ai Clippers, ma questa storia è ben lontana dalla sua conclusione.