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NBA, LeBron James e l'omaggio a Kobe Bryant: "Surreale averlo qui a bordocampo"

NBA

Gli abbracci con Dwight Howard, Anthony Davis e LeBron James, la standing ovation del pubblico di L.A.: l'apparizione di Kobe Bryant a bordocampo conquista tutti, compreso il n°23 che ha parole di grande ammirazione per il "Black Mamba"

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Allo Staples Center il sold out non fa notizia: anche contro gli Hawks c’erano 18.997 spettatori, tutti uguali, verrebbe da dire, anche se c’è chi è più uguale degli altri. E quel qualcuno, in prima fila a godersi la sfida contro gli Hawks, è Kobe Bryant. Il miglior marcatore della storia dei Lakers, l’uomo che insieme a Shaq prima e poi con Pau Gasol al suo fianco, ha portato 5 titoli NBA a Los Angeles, è stato l’ospite d’eccezione allo Staples Center, giunto a rendere omaggio a LeBron James, Anthony Davis e a una versione dei Lakers finalmente di nuovo vincente. All’ingresso sul parquet, da quel tunnel che per 20 anni l’ha visto uscire in canotta e calzoncini, ha incontrato per primo Dwight Howard (con cui non aveva certo avuto un gran rapporto durante la prima avventura del centro a L.A.) per poi scambiare un saluto e un abbraccio con Anthony Davis. Sedutosi a bordocampo in compagnia della figlia Gianna, Bryant ha poi visto – a partita iniziata, durante una mini-sosta – arrivare anche LeBron James a rendergli omaggio: quando Kobe si è alzato per stringergli la mano lo Staples è esploso in un’autentica ovazione, che poi ha replicato con 4’25” da giocare nel primo tempo quando il jumbotron ha inquadrato l’ex n°8/24 gialloviola per tributargli la giusta standing ovation. Bryant ha prima salutato il pubblico da seduto, battendosi la mano sul cuore, per poi alzarsi in piedi e godersi il boato del suo (ex) pubblico. “Stasera ho cercato di mettere in piedi uno show per convincerlo a tornare a vederci ancora”, sono state le parole di un ispirato LeBron James, autore di 33 punti, 12 assist e 7 rimbalzi a fine serata. “Giocare davanti a Kobe è semplicemente fantastico: quando sono diventato parte della famiglia dei Lakers mi ha accolto a braccia aperte, e avere il suo supporto per me è qualcosa di davvero speciale”, ha fatto sapere il n°23. Che poi ha concluso: “Anche l’anno scorso era venuto a vederci in un’occasione: averlo all’arena – sapendo quello che ha fatto per la storia di questa franchigia – è una bellissima cosa tanto per me che per i miei compagni. Io sono stato uno di quei ragazzini che ha scelto di entrare nella NBA direttamente dal liceo, proprio come aveva fatto lui, e da allora l’ho sempre seguito con attenzione. Per me – un ragazzo di Akron – è ancora surreale pensare che uno come Kobe possa scegliere di ritagliarsi del tempo dalle sue giornate per venirci a vedere giocare. Anche a questo punto della mia carriera, rimane una cosa davvero speciale”.