Il rookie dei Celtics, diventato uno dei beniamini dello spogliatoio a Boston, ha trovato il fondo della retina dalla lunga distanza per la prima volta in carriera. Un bersaglio celebrato da tutti, a partire da Jaylen Brown che ha raccontato il divertente aneddoto legato al nomignolo che gli è stato dato dai compagni durante il suo lungo digiuno da tre punti
Un inizio in salita, un blocco mentale, una vera e propria maledizione. Grant Williams, uno dei volti nuovi dei Celtics selezionati durante l’ultimo Draft, ha conquistato da subito il cuore e le simpatie dei compagni di squadra, nonostante il suo tiro dalla lunga distanza non volesse saperne di trovare il fondo della retina. Ben 25 conclusioni da tre punti e nessun canestro pesante dopo 45 giorni: poi, contro i Cavaliers, l’acuto dal palleggio che ha fatto esplodere di gioia la panchina di Boston. Una festa per un giocatore che meritava un traguardo del genere, preso ripetutamente in giro dai compagni per questa sua incapacità di andare a segno. “Sì, per prenderlo in giro lo chiamavamo Ben Simmons”, ha raccontato Jaylen Brown, lanciando così in maniera indiretta una stoccata all’All-Star dei Sixers e grande rivale a Est dei Celtics. “Adesso Williams ne ha messa a referto una, e anche Ben c’è riuscito, quindi complimenti a entrambi per il risultato”. “Gli avevo promesso che mi sarei lanciato dalla sedia – sottolinea Wanamaker – ma preso dall’euforia mi sono dimentica di lanciarmi”. “Ho iniziato a esultare per lui – chiosa Tacko Fall – saltavo in tondo, ero troppo felice per lui. Finalmente ha trovato il fondo della retina, adesso può rilassarsi”.