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NBA, Dion Waiters si dà malato e se ne va in barca: il suo futuro è lontano da Miami

NBA

Gli Heat lo hanno squalificato per la terza volta in stagione, ma non avevano comunicato nel dettaglio le ragioni alla base della loro scelta: a Miami hanno perso la pazienza dopo che il n°11 ha postato su Instagram una foto in barca, mentre la squadra era convinta che fosse ammalato e non disponibile per l'allenamento. Una bravata che può costare davvero cara a Waiters 

Il numero di squalifiche in questa stagione per Dion Waiters è di gran lunga superiore alle partite giocate. In campo infatti il n°11 degli Heat non si è mai visto, mentre nei giorni scorsi è arrivato il terzo provvedimento da parte di Miami nei suoi confronti. Altre sei partite lontano dalla squadra, la goccia che sembra aver fatto traboccare un vaso bello pieno. La franchigia aveva spiegato che il suo comportamento non era stato “in linea con quanto richiesto a un professionista”, ma non aveva specificato l’accaduto. Secondo quanto venuto fuori nelle ultime ore, Waiters ha pubblicato una foto in barca rilassato – poi rimossa, con l’account reso privato – mentre aveva detto alla squadra di essere malato e di non poter partecipare agli allenamenti. L’atto conclusivo della sua esperienza in Florida, con gli Heat che stanno cercando in tutti i modi di liberarsi di lui. L’obiettivo è quello di non versare un singolo dollaro sul suo conto in banca, ma la situazione non sembra affatto semplice. Trovare qualcuno interessato agli oltre 12 milioni di dollari previsti dal suo contratto non sarà facile, ma tenere fuori Waiters adesso è una delle mansioni principali dello staff per evitare di rovinare la chimica di un gruppo che si sta conquistando un posto ai vertici della Eastern Conference. Trovare un accordo con un buyout non sembra percorribile, visto che il n°11 di Miami a questo punto sembra intenzionato a non rinunciare ai dollari che gli spettano fino al giugno 2021. Fonti vicine al giocatore raccontano la sua voglia di tornare sul parquet, di dimostrare di essere ancora un talento in grado di calcare un parquet NBA: rinunciare a parte del suo salario però al momento non è in discussione, non è una strada percorribile. Tenersi un contratto pesante come il suo, senza però lasciargli spazio in spogliatoio potrebbe essere la strada più facile da percorrere.