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NBA, Steve Kerr sfida gli arbitri: "Attaccanti troppo protetti: vanno cambiate le regole"

NBA

L'allenatore di Golden State critica le regole del gioco diventate, a suo modo di dire, troppo protettive nei confronti degli attaccanti che fingono contatti "che non verrebbero fischiati neppure al campetto"

Negli ultimi cinque anni Steve Kerr ha allenato un attacco sempre nella top 3 NBA per efficienza offensiva (tre volte primo, una secondo e una terzo) eppure, ciò nonostante, mai oltre la 18^ posizione per numero medio di tiri liberi tentati (e in un paio di occasioni i suoi Warriors sono stati tra le ultime 5 squadre della lega). Ma il modo in cui i giocatori NBA di oggi si procurano viaggi in lunetta – e punti gratis – piace sempre meno all’allenatore di Golden State, che prima della gara contro San Antonio ha voluto esprimere tutto il suo disappunto, non tanto contro i giocatori stessi quanto contro una serie di regole che permette loro di abusare dei contatti (anche minimi) dei difensori. “Vorrei che la lega cambiasse leggermente le sue priorità: stiamo esagerando nel ricompensare gli attaccanti. Quello che intendo è che oggi stiamo premiando giocatori che fanno di tutto per ingannare gli arbitri. Quello che dobbiamo fare, a mio avviso, è tornare a far sì che i giocatori debbano guadagnarseli, i falli, battendo il loro avversario e generando un contatto, non simulando a ogni azione e allacciandosi con le braccia ai propri difensori, tendenze che vedo diffuso ovunque nella lega”, osserva in maniera molto critica Steve Kerr. Che poi vuole essere chiaro nello specificare a chi è rivolto il suo sfogo, non tanto ai giocatori che simulano quanto invece a chi permette loro di farlo: “Non sto dando la colpa ai giocatori. Se la lega permette loro di ottenere questo tipo di falli, sono convinto debbano continuare a cercarli, al 100%. Se la sua squadra è in bonus e Chris Paul è a centrocampo che cerca in tutti i modi di cercare le braccia protese dell’avversario a 12 metri dal canestro, e ne ottiene in cambio i fischi degli arbitri, allora Chris Paul fa bene a farlo, perché questo gli dà molto più potere. Ma come lega dobbiamo decidere: vogliamo continuare a fischiare falli che in una normale partita al campetto farebbero ridere? Ecco cosa dobbiamo decidere, perché secondo me qui abbiamo esagerato”.