Il n°11 dei Nets ha chiuso con 21 punti e 10/11 al tiro - miglior percentuale in carriera - la sfida vinta contro Atlanta, il modo migliore per tornare dopo due mesi d’assenza: “Amo la pallacanestro, il basket mi è mancato più di ogni altra cosa”
Erano due mesi che aspettava questo momento e la lunga serata di Kyrie Irving è iniziata con tre ore d’anticipo rispetto alla palla a due della sfida vinta contro Atlanta. Una lunga sessione di tiro, di preparazione alla sfida iniziata con una conclusione sbagliata. L’unica di una partita che ha poi preso la piega giusta per lui e per i Nets: 10/11 dal campo, 21 punti a referto in 20 minuti in cui ha aggiunto anche 4 rimbalzi e 3 assist. “Amo troppo la pallacanestro, mi è mancato essere in campo al fianco dei miei compagni”, sottolinea ai microfoni dei cronisti assiepati attorno a lui, protagonista per la prima volta dopo essere stato costretto ad alzare bandiera bianca lo scorso novembre al termine del match contro Denver. A guardarlo all’opera, nessuno avrebbe potuto intuire il suo lungo periodo d’assenza dal campo: il tiro infatti è apparso quello di sempre, senza una smorfia di dolore e o un intoppo nonostante alla vigilia di Natale sia stato costretto a fare un’infiltrazione di cortisone per porre rimedio ai problemi alla spalla. La sua è la miglior percentuale dal campo per un giocatore che ha saltato almeno le 10 gare precedenti e preso almeno 10 conclusioni dal campo: il suo 91% a tiro è migliore dell’80% raccolto da Nikola Vucevic dopo 13 partite d’assenza quattro anni fa (le sue conclusioni però erano tutte a ridosso del ferro) e al 77% di Steph Curry dopo 11 match saltati nel 2017-18. Un ritorno da campione, proprio quello di cui Brooklyn aveva bisogno: “L’obiettivo è quello di diventare una franchigia con un’organizzazione da titolo, vogliamo dimostrare di essere competitivi ad altissimo livello nei prossimi anni”.
In quintetto assieme a Dinwiddie, esperimento da ripetere anche in futuro
Coach Kenny Atkinson prima della palla a due ha sciolto le riserve e spiegato che Irving sarebbe partito nel quintetto titolare, senza però rinunciare al contributo di Spencer Dinwiddie dal primo minuto: quintetto piccolo con loro due assieme a Joe Harris, una nuova formula per concentrare sul parquet il maggior numero di talento a disposizione della squadra: “È un attaccante fenomenale, fondamentale per noi che non abbiamo di certo giocato in queste settimane come la Legion of Boom”, sottolinea il n°8 dei Nets, facendo riferimento alla proverbiale difesa dei Seattle Seahawks che per anni ha mantenuto medie da record in NFL. Un’aggiunta indispensabile per mettere in fila due successi e allontanare la peggior striscia stagionale di sette ko che stava compromettendo la fiducia dei giocatori di Brooklyn: “Non sarà sempre così, ma con la giusta preparazione si possono giocare anche partite come questa”, chiosa Irving, acclamato in spogliatoio dai compagni e con la speranza di giocare nel back-to-back con Utah e Philadelphia che attende i Nets nei prossimi giorni. L’All-Star che i Nets aspettavano è finalmente di nuovo a disposizione.