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NBA, Steve Kerr: “D’Angelo Russell si adattava male a noi. Wiggins? Non farà la stella”

NBA
©Getty

Steve Kerr ha commentato lo scambio che ha portato D’Angelo Russell ai Minnesota Timberwolves, ottenendo in cambio Andrew Wiggins: “Fin da quando lo abbiamo firmato c’erano dubbi sull’adattabilità di D’Angelo alla nostra squadra. Minnesota chiedeva a Wiggins di essere una stella, noi le abbiamo già: la differenza è enorme”

In casa Golden State Warriors è periodo di cambiamenti: addio D’Angelo Russell, benvenuto Andrew Wiggins. A fare ordine su quanto successo negli ultimi convulsi giorni di mercato – in cui sono partiti anche Alec Burks e Glenn Robinson III verso Philadelphia e Omari Spellman e Jacob Evans a Minnesota – è stato coach Steve Kerr, che ha parlato con grande sincerità della decisione di salutare Russell: “Se posso essere completamente sincero, fin da quando lo abbiamo firmato c’erano dubbi sul suo adattamento alla nostra squadra. Nessuno lo poteva mettere in dubbio: quando hai due come Steph Curry e Klay Thompson e aggiungi una guardia che domina il pallone, è giusto farsi delle domande. È uno dei motivi per cui le voci su uno scambio sono cominciate prima ancora di vederlo in campo, e penso che D’Angelo lo capisse quando ha firmato il contratto – così come la nostra organizzazione”. Insomma, quello tra gli Warriors e Russell è sempre stato un matrimonio di convenienza, permettendo al giocatore di avere un contratto al massimo salariale e alla franchigia di non perdere a zero uno come Kevin Durant, per il quale era stata organizzata una sign-and-trade. “Se non altro abbiamo avuto 50 partite per vedere se poteva funzionare” ha continuato Kerr. “Purtroppo le cose sono andate male quando Steph si è infortunato, ma abbiamo avuto il tempo di vedere come si sarebbe potuto inserire a livello di posizioni. E per noi aveva senso andare in un’altra direzione”.

Le aspettative ridotte su Wiggins: "Non gli chiediamo di essere una stella"

Una direzione che si chiama Andrew Wiggins, che lo stesso Kerr ha definito come “un fit posizionale migliore rispetto a Russell”. “Per la maggior parte dei giocatori, questa lega è una questione di fit: solo i migliori possono andare ovunque e avere successo in qualsiasi situazione. A Minnesota chiedevano a Wiggins di essere una stella, ma qui noi le abbiamo già in Steph, Klay e Draymond: non abbiamo bisogno che sia una stella. La differenza è enorme. Quando si ricopre un ruolo del genere, bisogna avere energia ogni sera più che mettere su numeri. È più che capace di farli, ma quello di cui abbiamo bisogno è energia, impegno difensivo e corsa in campo aperto”. Wiggins prenderà subito la posizione di ala piccola titolare, riempendo una posizione rimasta vacante dopo gli addii di Durant, Andre Iguodala e Shaun Livingston, come ammesso dallo stesso Kerr. “Le nostre altre tre stelle giocano in posizioni diversa dalla sua e si troverà molto bene a giocare con loro. Andrew ha 24 anni, è ancora molto giovane, ma c’è ancora tanto lavoro davanti a noi, questo è fuori discussione. Vedremo se potrà giocare subito: è molto carico di essere qui e speriamo di poterlo schierare subito”.