Scambio di maglie a fine partita e (soprattutto) scambi di complimenti tra Ja Morant e LeBron James. Che della matricola di Memphis dice: "Lo seguo da tanto: il cielo è il suo unico limite"
Ja Morant esce dal campo dopo la quarta sfida stagionale contro LeBron James con la prima vittoria e una maglia n°23 gialloviola da mettere sotto cornice: “LeBron è come un fratello maggiore. È il re. Tutti sanno chi è LeBron James, qualcuno a cui ispirarsi, un grande role model. Per me è unico, non credo ci potrà mai essere un altro LeBron James”, dice nel dopo partita di Grizzlies-Lakers la matricola di Memphis. Che in cambio ottiene, dalla superstar gialloviola, parole altrettanto entusiaste, una vera e propria consacrazione per l’ex talento di Murray State: “Questo ragazzo è davvero super speciale”, dice James, sorpreso di ritrovarsi in spogliatoio la maglia n°12 della matricola dei Grizzlies ("Gli avevo dato la mia, ma non avevo idea che avesse ricambiato il favore: gran bel gesto") : “L’ho già detto altre volte, Memphis si è assicurata un grandissimo giocatore: l’unico suo limite è il cielo”. Autore di 16 punti nel loro primo rendez-vous stagionale, poi di 26 con 10/16 al tiro nel secondo e di altri 17 nel terzo, Morant è riuscito ancora a superarsi nell’ultima sfida prevista dal calendario contro i Lakers, a meno che le due squadre (attualmente prima e ottava a Ovest) non tornino ad affrontarsi al primo turno di playoff. “Direi che tra noi c’è rispetto reciproco”, dice LeBron, chiamato a definire il suo rapporto con la giovane stellina di Memphis autore di 27 punti e 14 assist; ma poi aggiunge: “E' da un bel po’ che lo seguo e ovviamente ora che è arrivato nella lega presto ancora più attenzione alle sue prestazioni. Se un ragazzo entra nella NBA e dimostra di voler avere un rapporto con me, io ci sono sempre, per tutti”, conclude il 23 dei Lakers, forse punzecchiando anche l’altra grande matricola della stagione, Zion Williamson, con cui i rapporti appaiono invece un po’ più freddi. Ma LeBron ama indossare i panni del fratello maggiore, “perché si tratta soltanto di capire quello che stanno passando questi ragazzi, visto che ci sono già passato prima di loro”. E il futuro, dice la stella gialloviola, è roseo: “Basta guardare a Ja, a Zion, ma anche a Jayson Tatum, Luka Doncic, Trae Young, e la lista può continuare. Non sono solo fantastici in campo ma anche fuori dal parquet, che è ancora più importante. La NBA è fortunata a poter contare su di loro”. “Ci chiamano la ‘Next Gen’ (la prossima generazione): è quello che vogliamo essere”, conferma Morant. Uno che è sicuramente sulla strada giusta per farcela.