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La NBA chiede la riduzione del 50% dei salari dei giocatori

contratti nba
©Getty

Continuano le trattative tra i dirigenti della lega e la NBPA, alla ricerca di un accordo che permetta alla NBA di far fronte alle perdite inevitabili dovute alla sospensione della regular season: ancora lontana l'intesa sia riguardo le cifre che le tempistiche, con i giocatori che sperano ancora di ricevere la semi-mensilità del 15 aprile

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Ormai è sempre più chiaro che non si tratta più di una questione di quando, ma soltanto di come (e di quanto). La riduzione degli stipendi dei giocatori NBA è al momento il principale argomento di discussione tra dirigenti della lega, proprietari e il sindacato dei giocatori - divisi sulle percentuali alle quali dover rinunciare e preoccupati di trovare un accordo prima del prossimo 15 aprile; data di scadenza del (teorico) prossimo pagamento che molto probabilmente non arriverà mai nelle tasche dei giocatori. Nei giorni scorsi si è più volte fatto riferimento alla clausola di forza maggiore, che permette ai proprietari di decurtare dallo stipendio dei giocatori una percentuale pari al numero di gare non disputate. In quel caso il taglio sarebbe di circa il 25%, la stessa cifra a cui fanno riferimento i rappresentanti sindacali della NBPA in questa lunga fase di trattativa. Stando a quanto raccontato da Shams Charania di The Athletic infatti, la richiesta della NBA è in realtà doppia rispetto a quanto discusso in precedenza: un 50% di riduzione dei salari a partire dalla metà di aprile, il doppio di quanto vorrebbero i giocatori (che chiedono inoltre di iniziare a sospendere i pagamenti da metà maggio). Al momento l’unica certezza è che per diverse settimane non si riuscirà a tornare in campo, prolungando l’incertezza e costringendo in ogni caso la lega a prendere provvedimenti. Le prime stime delle perdite economiche sono tutt’altro che trascurabili, tanto da lasciar intendere che la richiesta del taglio del 50% degli stipendi è un segnale che prova ad andare in questa direzione: prepariamoci al peggior impatto possibile sotto l’aspetto economico, con la speranza poi di poter risparmiare qualcosa da distribuire in un secondo momento.