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La NBA sogna e spera in un rapido ritorno: in campo nel giro di 25 giorni

coronavirus
©Getty

La lega sta lavorando per organizzare un’eventuale ripartenza della stagione nel modo più veloce possibile: le stime più ottimistiche parlano di un periodo di poco più di tre settimane per “rimettere in moto” i giocatori e le squadre

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Al momento non è possibile fare programmi, fissare date certe o stilare un calendario per il futuro, ma ciò a cui sta lavorando la NBA in queste settimane è preparare un piano che permetta a giocatori e squadre di riprendere nel minor tempo possibile l’attività agonistica. La lega sa bene che agli inizi di maggio difficilmente la situazione permetterà di fare valutazioni definitive, rimandando così ancora più in là la ripresa di una stagione che potrebbe congestionare poi il calendario. La prerogativa dunque è quella di riuscire nel minor tempo possibile a tornare a giocare, accorciando al massimo i tempi: secondo la ricostruzione fatta da Brian Windhorst di ESPN, ai giocatori servirebbero non più di 25 giorni per tornare sul parquet. Una finestra temporale all’interno della quale inserire 11 giorni di lavoro individuale in palestra - tenendo conto delle distanze tra persone da rispettare, che in quel caso non sarebbero un grosso problema - per poi passare a due settimane di training camp con la squadra, cercando il più possibile di evitare contatti. Uno scenario idilliaco, visto il punto di partenza nel quale si trovano attualmente la lega e più in generale gli Stati Uniti, un'ipotesi in contrasto rispetto al mese di tempo - "margine minimo" richiesto dai preparatori atletici che ben sanno quanto sia faticoso rimettere in moto atleti dalla corporatura così imponente. Tutte restano soltanto ipotesi, legate inevitabilmente al contenimento del contagio e più in generale alla capacità di individuare dispositivi che permettano il rapido tracciamento dei positivi e degli immuni - unica strada da poter percorrere per tornare a praticare sport di contatto senza timori nei confronti degli altri.