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NBA, Barkley-Jordan, fine di un'amicizia. E "Sir Charles" rivela il perché

NBA

Sono entrati nella NBA assieme e da avversari si sono affrontati la bellezza di 55 volte, anche in finale NBA. Rivali ma sempre amici, fin quando Charles Barkley non ha iniziato a lavorare in tv per TNT e ha osato criticare l'ex n°23 dei Chicago Bulls

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Charles Barkley e Michael Jordan hanno condiviso tante cose. Lo stesso Draft, quello — leggendario — del 1984 (terza scelta assoluta MJ, quinta Barkley); l’avventura olimpica a Barcellona nel primo, inimitabile Dream Team; parecchie notti trascorse assieme ai tavoli verdi dei casinò, passione comune. E poi 55 sfide dirette in campo, uno contro l’altro: Barkley che addirittura ha la meglio nel bilancio su MJ quando si tratta di regular season (20 vittorie per l’ex giocatore di Sixers e Suns, 19 per il n°23 dei Bulls), con Jordan che però la fa da padrone ai playoff (12-4 in suo favore il record). Tra queste partite anche una serie di finale NBA, quella del 1993 — che Jordan chiude con 41 punti di media, il titolo di MVP e l’ennesimo anello, quello che Barkley invece non vincerà mai nella sua carriera. Eppure i due — rivali, avversari — sono anche sempre stati grandi amici. Fino a che Barkley non ha iniziato a lavorare come opinionista in televisione. Perché, a sentire “Sir Charles” il rapporto tra i due è in crisi da qualche tempo per le critiche rivolte dallo stesso Barkley all’operato di Jordan alla guida degli Charlotte Hornets. “Amo Michael come un fratello — dice Barkley — e mi manca la sua amicizia. È il più forte giocatore di sempre e gli auguro sempre e soltanto il meglio. Ma devo fare il mio lavoro — continua — e non posso criticare proprietari o dirigenti di altre franchigie e fargliela passare liscia a Michael perché è mio amico”. L’attuale opinionista di TNT è convinto anche di sapere quale specifica critica abbia indispettito “His Airness”: “Ho solo detto che non è stato in grado di assumere al suo fianco gente di grande spessore, dalla schiena dritta. Perché è una dinamica che ogni persona di successo incontra: a questa gente paghi ogni cena, ogni drink, viaggiano sul tuo jet privato ma poi dovresti chiedergli di essere onesti con te e dirti le cose giuste: ‘Dovresti fare in questo modo, non dovresti fare in quest’altro’. Ed è il motivo per cui tante persone famose falliscono nei loro business: perché si contornano di gente che tengono sul loro libro paga”. Conosciuto, lui sì, per opinioni spesso trancianti e controcorrente, Barkley ha poi voluto dire la sua anche sull’imminente uscita di “The Last Dance”, il documentario di 10 ore sull’ultima annata di Jordan ai Bulls: “Se si vedrà un lato sconosciuto di Jordan? Lo dubito — la sua risposta, anche questa volta sorprendente — perché Michael non si apre con nessuno. È molto geloso della sua privacy — e posso capirlo”.