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NBA, Michael Jordan e l'ultima gara coi Bulls a New York con le scarpe del debutto

NBA
©Getty

New York è "The Mecca". Il Madison Square Garden "the world most famous arena". Michael Jordan lo sapeva bene e per l'ultima recita a  Broadway scelse di scendere in campo con le stesse scarpe usate 14 anni prima. Anche se erano di un numero più piccole e gli lasciarono i piedi massacrati a fine gara

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Come quell’8 novembre 1984. Soltanto 14 anni dopo. C’è un motivo perché nel basket New York City è conosciuta come la “Mecca” e perché il Madison Square Garden è comunemente denominato “the world most famous arena”. Michael Jordan lo sapeva bene, e quando ci giocò da avversario per la prima volta, indossando la maglia n°23 dei Bulls, uscì dal campo con una vittoria e 33 punti a referto, frutto di un ottimo 15/22 dal campo cui aggiunse anche 8 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi. La volta successiva (era il 5 gennaio 1985) i punti diventarono addirittura 42 — una delle 6 volte in cui MJ è andato oltre quota 40 sul campo dei Knicks. E 42 fu anche il totale registrato l’8 marzo 1998, in quella che il n°23 di Chicago sapeva sarebbe stata l’ultima sua apparizione in maglia Bulls al Madison Square Garden. Una partita nella quale lo stesso MJ — viene raccontato anche in “The Last Dance” — scelse di onorare l’arena di New York e tutta una carriera di grandi sfide contro i Knicks. “Stavo facendo un po’ di pulizia a casa e mi ritrovai tra le mani le scarpe con cui avevo esordito al Garden nel 1984”, raccontò lui al tempo. E così scelse di portarle con sé anche per l’ultima recita a Broadway e indossarle un’ultima volta, anche se la taglia era un 12 americano (un 45 europeo) e Jordan nel frattempo giocava con il 13 (il 46). “Non avete idee delle vesciche che avevo ai piedi quando mi tolsi le scarpe a fine gara”, dichiarò al tempo e anche in “The Last Dance” il racconto dei calzini pieni di sangue è un particolare che Jordan non tralascia. Ma quell’ultima volta in maglia Bulls al Garden (MJ poi ci tornò 4 volte ancora con Washington, segnando anche il canestro della vittoria tre giorni prima di Natale nel 2011) resta tra le gare più leggendarie della carriera di Jordan, disputata di fronte al solito pubblico di celebrità del Garden — da Bruce Springsteen a Wayne Gretzky — e impreziosita da alcuni canestri leggendari: “Se vieni colpito mentre sei in volo ma riesci a girarti, tirare lo stesso sopra la tua testa e segnare, beh vuol dire che hai fatto un canestro pazzesco”, commento al tempo l’allenatore dei Knicks Jeff Van Gundy davanti a una prodezza aerea di MJ. “Stasera ho giocato molto per aria — le parole del 23 dopo quella gara da 42 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e 3 recuperi, ovviamente vinta — lo si può dire da tutte le urla di ammirazione del pubblico. Alcune delle mie giocate sembravano davvero prese dal mio repertorio del 1984”. “It’s gotta be the shoes”, devono essere le scarpe, avrebbe detto un tifosissimo blu-arancio come Spike Lee.

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