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NBA, la Cina continuerà a non trasmettere le partite sulla TV nazionale

il caso
©Getty

In un comunicato ufficiale della CCTV si legge che il governo cinese non ha alcuna intenzione di fare passi indietro rispetto la decisione presa lo scorso autunno: qualora la stagione NBA riparta, in Cina le partite non verranno trasmesse dalla TV nazionale

Al momento il problema non si pone, visto che da due mesi la regular season NBA è sospesa, ma anche in caso di prossima ripartenza in Cina non hanno intenzione di allentare il braccio di ferro con la lega di pallacanestro americana. Una sfida che va avanti dallo scorso ottobre, da quando un tweet di Daryl Morey a supporto della protesta di Hong Kong ha generato una slavina dalle proporzioni enormi che ha travolto la NBA e i suoi rapporti con uno dei partner più importanti - un affare che ha già fatto perdere almeno 400 milioni di dollari alla lega. Nel primo comunicato rilasciato dalla CCTV - la televisione di stato cinese - a distanza di mesi dall’ultima volta in cui si era pronunciata riguardo la questione NBA, la sostanza non è cambiata: non c’è l’intenzione, in caso di ripartenza della stagione, di mandare in onda le partite. Nessun passo indietro, nonostante la lega nel frattempo si sia attivata e nelle scorse ore abbia anche nominato un nuovo CEO di NBA Cina - Michael Ma - dirigente figlio di una famiglia molto influente proprio nelle media company, con suo padre che ha lavorato per 16 anni per la sezione sportiva della CCTV. Una mossa strategica che al momento non sembra però aver allentato la tensione tra le parti, che la NBA spera nel medio periodo possa portare a dei risultati più promettenti. Ma Guoli, il padre del nuovo CEO NBA, ha rassegnato le sue dimissioni dalla posizione di consulente della lega cinese di pallacanestro - per evitare eventuali conflitti di interesse. La situazione al momento però resta ben più complicata di un semplice affare di famiglia in cui un padre e un figlio potrebbero trovarsi seduti allo stesso tavolo su posizioni opposte: in realtà il governo cinese non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro e per la NBA ci sarà ancora un bel po’ da sudare per rinsaldare un rapporto incrinato ormai da quasi nove mesi.