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NBA: Michael Jordan è una scoperta, anche per sua figlia Jasmine

the last dance
©Getty

La serie "The Last Dance" ha riportato la figura del n°23 dei Bulls al centro del dibattito, mettendone in mostra aspetti prima sconosciuti e permettendo anche a chi è cresciuta al suo fianco di conoscerlo meglio: "Sono felice, ha mostrato al mondo il suo aspetto più umano"

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Quando lei è nata, suo padre aveva già messo alle dita due anelli NBA. Mancavano ancora buona parte dei successi, tutti arrivati però quando lei era ancora troppo piccola per rendersi davvero conto della grandezza - e della forza - di Michael Jordan. Jasmine sa bene di essere una ragazza fortunata, ma come milioni di appassionati ha raccontato ad Associated Press di essersi incollata alla TV con enorme curiosità per seguire “The Last Dance” - disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q. “Gli sto scrivendo di continuo, non c’è stato un singolo episodio in cui dopo aver visto questo successo pensavo: “Dimmi qualcosa in più”. Ero davvero troppo piccola, sto vivendo tutto come se fossi uno dei tanti tifosi”. Un’esperienza nuova anche per chi è cresciuta al suo fianco: “Guardando le puntate ti rendi conto quando mio padre abbia voluto caricarsi di aspettative e quanto sia stato faticoso ogni volta per lui farsi trovare pronto. Non è mai sfuggito alle sue responsabilità: ha sempre creduto nel fatto di poter diventare il più grande giocatore di sempre ed è riuscito a farcela grazie alla forza di volontà”. Sotto altri aspetti invece, nulla di così sorprendente: “Sì, alle volte quando si arrabbia con Steve Kerr o chiede il massimo a Scottie Pippen, lo riconosco. Mi dico: “Sì, quello è mio padre”. Sono consapevole del fatto che ha fatto lo stesso con me, ma il mio obiettivo è quello di prendere una “A” a un esame, non vincere un titolo NBA”.

Jordan nel ruolo di nonno: “É il giocattolo preferito del nipote”

Come spesso accade a giocatori e persone che vivono diversi anni sulla cresta dell’onda, a cambiare il suo rapporto con la figlia è stato il ritiro dal basket giocato. Un ritorno a casa che gli ha permesso di seguire da vicino gli anni più complicati della vita di Jasmine, in cui entrambi si sono chiesti: “E adesso come facciamo funzionare il nostro rapporto a tempo pieno?”. Dubbi che invece si sono dissipati nel momento in cui MJ è diventato nonno - uno dei tanti aspetti personali che restano completamente fuori dalla narrativa che circonda il personaggio Jordan, con la famiglia non coinvolta e non presente all’interno della narrazione. Di fronte al nipote, anche il più grande giocatore di pallacanestro ha abbassato la guardia: “È il suo giocattolo preferito: è riuscito a conquistarlo sin da subito. Mio padre è sempre stato coinvolto e partecipe nella vita di suo nipote, anche in questa fase così assurda delle nostre vite. Ci sentiamo via FaceTime o via Zoom, in modo tale da continuare a tenere vivo il rapporto anche a distanza. Il loro rapporto sta crescendo sempre di più con il tempo”. A sorprendere più di tutto sua figlia però è stata un’altra scelta: quella di “aprirsi” così tanto di fronte al pubblico. “Di solito è una persona schiva, che tiene moltissimo alla sua privacy. Non risponde mai alle tantissime speculazioni che vengono fatte sul suo conto, non ha i social e preferisce muoversi in maniera metodica - agendo secondo il suo tempo e il suo modo di essere. Vederlo condividere le sue emozioni, ciò che ha dentro, beh… è stato incredibile. E gli voglio ancora più bene perché è riuscito a dare un aspetto umano alla sua figura, una cosa che troppo spesso passa in secondo piano o viene dimenticata. È stato un fenomeno, il migliore di tutti i tempi. Ma è anche umano, come tutti noi”.