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NBA: Jaylen Brown e gli allenamenti con nonno Willie che ha combattuto con Muhammad Alì

boston
©Getty

Il n°7 dei Celtics ha raccontato di non essere mai stato così in forma in vita sua, nonostante la sospensione della regular season e le palestre chiuse: merito dei duri allenamenti fatti assieme al nonno 79enne che negli ultimi due mesi ha vissuto con lui a Boston, traendo spunto per gli esercizi dalla sua esperienza nella box

Non appena la diffusione del coronavirus è iniziata a diventare preoccupante negli Stati Uniti, il pensiero di Jaylen Brown è subito corso a suo nonno paterno Willie, che vive da solo ad Atlanta e che rientra nella fascia più a rischio in caso di contagio. Sapeva di doverlo far partire subito per Boston, nonostante il 79enne fosse molto restio a lasciarsi alle spalle quello che fino a quel momento era stato “il suo paradiso”, come raccontato al Boston Globe dal diretto interessato. Per quello il giocatore dei Celtics ha preferito aggirare la reticenza del nonno, non manifestando la paura per il suo stato di salute, ma sottolineando il fatto che gli servisse l’aiuto del nonno per allenarsi al meglio durante la sospensione della regular season. Se c’era un personal trainer a cui pensare, non poteva esserci scelta migliore di Willie Brown: “É stato subito entusiasta della mia proposta. Si è sentito di nuovo utile”. Il nonno di Jaylen infatti, nonostante i 79 anni, ha una lunga storia di vita e di sport alle spalle: partito per il Vietnam nel 1963, Willie ha lavorato per decenni come camionista, senza mai nascondere il suo interesse però per la sua vera passione: la box. Il suo sogno è sempre stato quello di diventare un lottatore professionista, ma il timore di non riuscire ad arrivare a fine mese lo spinse a unire il suo amore per i guantoni con un lavoro ben più stabile. Questo però non gli ha impedito di fare da sparring partner in giro per gli USA contro qualsiasi genere di avversari ogni volta che ce ne fosse bisogno. Una dedizione nei confronti della box che lo portò ad avere una certa reputazione, tanto che anche campioni di primo livello volevano allenarsi con lui. Willie Brown ha incrociato i guantoni con Muhammad Ali, Joe Frazier e Sonny Liston, per citare i più famosi atleti di quegli anni: “Sapevo sempre dove fosse la palestra ogni volta che arrivavo in una nuova città: a quell’epoca non era importante il nome o la riconoscibilità. L’unica cosa che contava era dare il massimo. Una volta negli anni ’70 ad esempio sono salito sul ring con Joe Frazier a Philadelphia: mi ha colpito con gancio sinistro talmente forte che sono rimasto sdraiato sul pavimento della mia camera d’albergo per tre giorni”.

Brown: "Felice di aver lavorato con lui, ha preso l'impegno davvero sul serio"

Una passione tramandata di padre in figlio e che ha sempre caratterizzato la famiglia Brown: Marselles, il figlio di Willie, è diventato un pugile professionista tra i pesi massimi - un atleta che in carriera ha sfidato anche Tommy Morrison e Trevor Berbick. Marselles insomma è stato la star della famiglia Brown per diverso tempo, almeno fino a quando Jaylen non è stato chiamato con la terza scelta assoluta al Draft del 2016 dai Boston Celtics. E con le palestre e i campi d’allenamento chiusi a causa del coronavirus, al n°7 dei biancoverdi non sembrava vero di poter disporre della sapienza di nonno Willie come aiuto durante queste settimane complicate: “É stata la scelta giusta, anche perché avevo bisogno di supporto. Sapere che è qui con me assieme a mia madre mi ha tranquillizzato molto, ma al tempo stesso sapevo che mi avrebbe spinto a dare il massimo. Sono a mio agio grazie alla loro vicinanza, ma al tempo stesso mi sono dovuto fare il mazzo per stargli dietro”. Willie infatti ha preso sul serio il compito che suo nipote gli ha assegnato: sveglia alle 7.30 del mattino, con urlo motivazionale fuori dalla porta - “É il momento di iniziare a lavorare”. E poi tanto lavoro atletico: cuscinetti da box sollevati per Jaylen che deve colpirli con determinata frequenza, saltare la corda in maniera ossessiva, ripetute lungo la strada con i pesi addosso (come nel video in testa all'articolo). Un esercizio fisico continuo e costante, tanto da far affermare al giocatore dei Celtics di non essere mai stato così in forma: “Mi ha fatto pensare a tantissime cose su cui non avevo mai riflettuto. Il suo è uno stile antico di allenamento, ma ho imparato che tutto ciò che si ispira alla saggezza degli anziani fa bene. Non mi sono mai annoiato e soltanto grazie a lui sono riuscito a evitare questo rischio”.