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NBA, due nuove proposte per finire la stagione: torneo play-in e gruppi stile Mondiali

NBA
©Getty

La NBA ha discusso due nuove proposte per finire la stagione 2019-20. La prima proposta avanzata da Mark Cuban vede tutte le 30 squadre coinvolte in 5-7 partite di regular season, poi un mini-torneo per gli ultimi due posti ai playoff; l’altra invece una fase a gironi stile Mondiali di calcio per determinare le prime 8 squadre che poi si affronteranno ai playoff

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Più passa il tempo, più appare probabile che nel Board of Governors previsto per venerdì negli Stati Uniti il commissioner Adam Silver darà l’approvazione definitiva per il ritorno in campo. Tanto che la discussione negli Stati Uniti non riguarda più il “se” si giocherà, ma il “come” si giocherà — con vari formati per concludere la stagione che stanno venendo discussi in questi giorni. Ce ne sono due, in particolare, che stanno avendo maggiore risalto quantomeno mediatico. Il primo è stato proposto direttamente dal proprietario dei Dallas Mavericks Mark Cuban e vede coinvolte tutte le 30 squadre per 5-7 partite di regular season in modo da arrivare a quota 70 gare disputate, recuperando i soldi dei contratti televisivi locali che rappresentano una fetta importante dei ricavi NBA. Alla conclusione della regular season, le prime 10 squadre di ciascuna conference accedono alla post-season, con le ultime quattro — 17^ contro 20^ e 18^ contro 19^ che si affronterebbero in un mini torneo (a gara singola o al meglio delle tre partite) per poi sfidare la 15^ e la 16^ per gli ultimi due posti disponibili a tabellone. Da quel punto in poi, serie al meglio delle sette partite come succede normalmente e conclusione della stagione. Secondo il ragionamento di Cuban, 28 squadre su 30 avrebbero la possibilità matematica di arrivare ai playoff, mantenendo aperta la competizione ma senza cancellare le oltre 60 partite di regular season già disputate.

La proposta dei gruppi stile Mondiali di calcio

Un altro scenario invece vede tutta la stagione praticamente rimessa in discussione con un formato davvero rivoluzionario per il basket NBA, ma ben noto agli appassionati di calcio: quello dei gruppi dei Mondiali. La proposta è stata fatta nel sondaggio effettuato dalla lega con i 30 GM delle franchigie, nella quale le prime 20 squadre NBA verrebbero divise in quattro gruppi di qualificazione alla fase playoff disputando otto partite ciascuna (due contro ogni rivale del gruppo per un totale di 80 partite in due settimane e mezza, e tutte con qualcosa in palio). Le prime due di ciascun gruppo accederebbero quindi ai playoff, questi invece da disputare al meglio delle sette partite come fatto normalmente. Un formato del genere permetterebbe a tutte le squadre di giocarsela, anche quelle che nel corso della stagione non erano nelle prime otto della propria conference, ma falserebbe quanto fatto fino a marzo nella regular season — permettendo a una squadra da Lottery improvvisamente in forma di andare ai playoff, o a una destinata ad avere il fattore campo di rimanere fuori da una post-season che legittimamente pensava di essersi meritata. Ci sono poi da considerare le questioni di salute legate a portare tutte le 30 squadre a Orlando per finire la stagione (se fossero di meno, si ridurrebbe il rischio di contagio — e pare che la NBA stia ragionando maggiormente in questa direzione) e le parole di Damian Lillard (che non ha intenzione di giocare se non ha la possibilità di andare ai playoff). La realtà dei fatti è che non esiste una soluzione che accontenti tutti, perciò Adam Silver si ritroverà a prendere una decisione difficile che lascerà qualcuno scontento. Ma pur di portare in salvo la stagione, è un sacrificio da compiere.